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Gli ultimi messaggi del Forum

Notturno cileno - Roberto Bolaño

È un libro decisamente impegnativo, un lungo monologo interiore, un flusso di coscienza continuo ricco di metafore e salti temporali. Vi si ritrovano considerazioni filosofiche, letterarie, artistiche, storiche e politiche. Oltre a descrivere in modo minuzioso alcuni frangenti della vita del suo protagonista, Roberto Bolaño si dilunga in elenchi e continue menzioni di scrittori e poeti, oltre ad alcuni personaggi di spicco della storia cilena. Lo stile non è per nulla accattivante e ne risulta una scrittura fitta, pesante, complessa, oltre che decisamente ripetitiva e ridondante. Vi sono anche dei periodi lunghissimi in cui le frasi sembrano non aver mai fine. Una lettura che non sono riuscita ad apprezzare per nulla. Non sono di certo invogliata a leggere altro dell'autore.

Pulita - Alia Trabucco Zerán

È un libro capace di coinvolgere fin dalle prime pagine, non solo per il contenuto, ma anche per una scelta stilistica che porta la protagonista a rivolgersi direttamente ai lettori, interpellandoli continuamente, quasi avesse bisogno di conferme, di essere certa che qualcuno l'ascolti. La narrazione in prima persona diventa così una confessione intima, in cui Estela rende partecipe il lettore dei suoi stati d'animo, della sua rabbia per ciò che è costretta a subire e della tenera nostalgia per il proprio paese e, soprattutto, per la figura materna. La scrittura è semplice, colloquiale, molto piacevole e riserva anche dei momenti più lirici, in cui l'autrice Alia Trabucco Zerán porta alla luce delle bellissime, anche se taglienti, considerazioni sulla realtà. Sembra che il finale non riservi sorprese, visto che fin dall'inizio Estela rivela la triste scomparsa della padroncina, ed in effetti è sincera, ma non si ferma qui... L'epilogo è comunque investito dalla sua reazione ad un fatto tragico e, questa, non viene svelata. Eppure posso dire che è la parte che mi è piaciuta meno: l'ho trovata molto confusionaria, ambigua e mi ha un po' delusa, perché non sono riuscita a comprenderla appieno. La trama è arricchita da alcuni salti temporali nel passato, alcuni flashback che rievocano i ricordi dell'infanzia di Estela, alcuni episodi importanti che l'hanno segnata o alcuni gesti della madre che evocano tanta tenerezza. Non mancano poi i colpi di scena. Vi sono diversi temi che il libro tocca, io ne ho individuati soprattutto due che riecheggiano in tutto il libro. Innanzitutto il sentore di morte, preannunciata fin dalle prime righe, che per quanto possa fare paura, viene vista anche come un mezzo per porre fine alla sofferenza. E poi il continuo rimando alla differenza di classe tra la borghesia dei padroni e la condizione inferiore di Estela, ridotta esclusivamente al suo ruolo di domestica. Si tratta di una borghesia asettica, povera di sentimenti, assorbita dalla carriera e dall'apparenza, da non avere tempo per una figlia considerata alla stregua di un oggetto bellissimo e fragile, a cui imporre le proprie scelte, senza purtroppo curarsi dei suoi desideri. Il risultato di tutte queste costrizioni è una bambina profondamente infelice... Ed allora entra in gioco Estela, che invece non è refrattaria ai sentimenti e sebbene ci provi non riesce a scindere il lavoro dall'affetto e a questa bambina vuole bene. Ma come le ha mostrato più volte la madre non ci può far nulla, lei è fatta così. Un libro drammatico, che mi è molto piaciuto e che mi ha amareggiata un po' solo nel finale.

Horrorstör - Grady Hendrix

incubo all’Ikea: tra satira e terrore
Un romanzo horror originale, intelligente, spiazzante, che ambienta il classico racconto della casa infestata in un grande magazzino di arredamento, arricchendo il tutto con una satira feroce al consumismo moderno e sfruttando con intelligenza la familiarità del lettore con questi ambienti asettici e labirintici per costruire una tensione crescente.
Originale anche la veste grafica del libro che imita un catalogo di arredamento, con articoli sempre più disturbanti man mano che la storia avanza.
L'inizio è brillante e curioso, ma il passaggio alla parte horror è piuttosto brusco e lascia meno spazio all’ironia iniziale: ho trovato la seconda metà del libro troppo intensa e caotica, con passaggi un po’ prevedibili ed altri così esasperati da sembrare surreali.

Nightbitch - Rachel Yoder

È un libro molto particolare che fatico a definire... Rientra sicuramente nel genere fantasy, con risvolti horror, ma al tempo stesso analizza le dinamiche dell'ambiente domestico e la condizione della donna quando abbraccia anche il ruolo di madre. L'inizio promette anche bene, in quanto mostra chiaramente lo stato d'animo che investe una donna in stato di maternità, con il figlio che diventa un impedimento alla carriera e tutto il risentimento nei confronti di un marito assente, disinteressato alla vita familiare e sempre giustificato dall'essere la fonte di sostentamento. La protagonista esterna chiaramente la propria frustrazione, la rabbia verso un ruolo prestabilito che le sta stretto ed il rancore per dei desideri che devono essere accantonati, pur mantenendo l'amore verso il figlio che riconosce come parte di sé. E fin qui tutto bene... Ma poi la trama prende una piega che rasenta il limite dell'assurdo, con numerose scene splatter disturbanti e vomitevoli, che non rendono nemmeno giustizia alla razza canina. Personalmente l'ho visto come un continuo e totale declino, che mi ha indisposta verso la lettura. Probabilmente è un mio problema non l'essere riuscita a cogliere il nesso tra questa scelta truculenta e la maternità, sarà un mio limite non aver colto il messaggio della scrittrice Rachel Yoder... probabilmente è tutto in chiave allegorica ma fatico a comprenderla. Ho trovato il tutto molto statico e monotono. Salvo la scrittura scorrevole, che spesso utilizza uno slang informale, senza disdegnare qualche parolaccia, ma per il resto è un grosso no.

Una cosa divertente che non farò mai più - David Foster Wallace

È un saggio umoristico in cui l'autore David Foster Wallace diventa uno pseudo-giornalista intento nello scrivere un reportage sulla sua esperienza di una crociera extralusso di 7 notti ai Caraibi. Diventa così il protagonista stesso di questo libro raccontando aneddoti e dilungandosi nelle descrizioni di tutti i confort e le attenzioni che una crociera del genere riservi al viaggiatore, senza dimenticare una lucida critica alla società e al consumismo. Oltre alla narrazione sono presenti tantissime note a piè pagina in cui l'autore approfondisce le informazioni di un fatto a cui ha assistito o di una figura conosciuta sulla nave, che possono risultare spiritose ma che interrompono continuamente e finiscono per appesantire la lettura. Wallace punta il dito contro l'eccessiva propaganda di questo viaggio che promette di viziare chi lo sceglierà, in un mix di relax ed eccitazione, perché se è vero che il personale si prodigherà per non far alzare un dito al vacanziero, al tempo stesso lo bombarderà di stancanti iniziative ed etichette da tenere. Fa molto riflettere anche l'ipersolerzia dell'equipaggio, costretto ad un forzato sorriso professionale e ad uno zelo che diventa invadente, rischiando il licenziamento per il minimo errore. Premetto che il genere non è tra i miei preferiti, se poi si aggiunge il fatto che tratti un argomento che non è di mio interesse, perché mai potrò permettermi una crociera extralusso, devo dire che la lettura mi ha annoiata, soprattutto quando l'autore si diletta con descrizioni più tecniche, ad esempio del funzionamento della nave o del tiro al piattello... Posso apprezzare la critica sociale, ma non è un libro che consiglierei o rileggerei, ma mi ha resa certa di una cosa: non lavorerei mai su una nave da crociera!

Non lasciarmi - directed by Mark Romanek

Un film delicato, tra la distopia e la riflessione sulle relazioni umane e sulla progressiva disumanizzazione dei nostri tempi. Il film riesce a sostenere la storia, molto complessa, dell'evoluzione della consapevolezza degli innocenti protagonisti, e rimanda all'ineguagliabile libro da cui è tratto, di Kazuo Ishiguro, che consiglio di leggere.

R: Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe - Grady Hendrix

È un horror incentrato su una delle figure più iconiche e classiche del genere: il vampiro, appunto. Pur utilizzando dei cliché e senza aggiungere nulla di così innovativo ed eclatante, è un libro coinvolgente, che tiene incollati alle pagine, con la giusta dose di tensione e di suspense. La storia si svolge nel quartiere in cui l'autore Grady Hendrix è cresciuto. Per la protagonista si ispira alla madre casalinga, che frequentava un circolo di lettura e che efferrueva carpooling e le cui regole erano mal tollerate dal figlio. Questa figura viene poi contrapposta a quella del vampiro, portando a cogliere le differenze di responsabilità tra chi non ne ha e deve pensare esclusivamente a saziarsi e chi invece ne ha fin troppe nella gestione della famiglia e della sfera personale. Il prologo anticipa già le tinte rosse che assumerà la storia. Dopo una breve contestualizzazione storica attraverso una veloce carrellata degli eventi più noti in quegli anni, l'autore lascia spazio ai suoi personaggi e alle loro vicende. La trama è ben costruita e vi sono dei brevi salti temporali nel passato che l'arricchiscono, oltre a diverse citazioni da conosciuti romanzi horror, con cui instaura delle analogie che riuscirà a cogliere sicuramente meglio chi li ha letti. Il tutto viene narrato abbracciando un unico punto di vista, quello di Patricia, permettendo di entrare sempre più in sintonia con lei. Pur lasciando intuire fin da subito chi sia l'essere mostruoso e riservando pochi colpi di scena, la storia non si arena e non diventa mai noiosa. Numerose le scene cruente e sanguinose. Personalmente devo dire che il finale mi ha un po' delusa per il suo essere alquanto grottesco. Interessanti invece i messaggi subliminali di critica nei confronti di una mentalità prettamente maschilista che relega la donna alle faccende domestiche, senza quasi lasciarle voce in capitolo. Altra dinamica importante è il difficile rapporto tra genitori ed adolescenti, in un'età che li rende scontrosi, refrattari alle regole, pretenziosi ed al contempo fragili e bisognosi di sostegno. Un libro non così originale ma sicuramente ben scritto.

Nightmare Alley - William Lindsay Gresham

Ispirazione per i film omonimi di Edmund Goulding (uscito nel 1947, l'anno dopo quello di pubblicazione del Romanzo) e di Guillermo del Toro (del 2021).
Tra i due adattamenti, quello di del Toro è decisamente il più fedele, soprattutto nell'epilogo, ma in entrambi, pur respirandosi una certa critica allo sfruttamento insito nel sistema capitalista, si evita di entrare troppo esplicitamente nel politico e, soprattutto, nel religioso: infatti, nel Libro, Stan decide di trasformare le sue inclinazioni da "mentalista" in una chiave spiritualista con tanto di titolo di reverendo. Dal film del 1947, post-seconda guerra mondiale, questa mitizzazione del contenuto politico me lo aspettavo, ma non da del Toro, che se non ricordo male è dichiaratamente anarchico e che ha realizzato Opere esplicitamente anti-autoritarie e anti-fasciste: pensavo, quindi, che la sua trasposizione fosse fedele a una scelta di Gresham di portare avanti in maniera simbolica e nascosta i propri ideali (Gresham aveva partecipato alla guerra civile spagnola e in un capitolo troviamo, come unico personaggio forse realmente positivo, un comunista nero).
Comunque, il Romanzo riesce a costruire molto bene un discorso critico verso la società occidentale e il suo impianto di sfruttamento, fondato su un (anti)ideale di egocentrismo e competizione che inevitabilmente sprona gli individui a considerare le relazioni interpersonali non come occasione di arricchimento reciproco ma come legami da usare per il proprio tornaconto (economico), il tutto rincorrendo non una vera e propria felicità ma un banale accumulo di "cose". Questo discorso viene portato avanti entrando intimamente nelle psicologie dei personaggi, con paragrafi in cui i loro punti di vista vengono descritti con precisione e compartecipazione. In certi momenti particolarmente forti, come nel finale, si assiste anche a esperimenti letterari tra cui la rinuncia alla punteggiatura, espediente che contribuisce notevolmente a rendere palpabile la confusione mentale vissuta dal protagonista. Molto interessante è come si passa da un capitolo all'altro, con salti temporali non precisati nella quantità, il tutto utilizzando le carte dei tarocchi come introduzione: non di rado, la carta che introduce il capitolo viene richiamata esplicitamente nelle pagine successive.
Un brillante lavoro letterario, a lungo sottostimato, ma dopo la seconda guerra mondiale buona parte delle figure intellettuali "di sinistra" subirà una vera e propria cancellazione: oggi il rischio di un ritorno di questa reale cancel culture (non quella fittizia in cui credono di vivere i reazionari di tutto il mondo) è purtroppo più concreto che mai.

Dove non mi hai portata - Maria Grazia Calandrone

Un romanzo intenso e emozionante, intimo e doloroso, che affronta temi delicati (la maternità e l’abbandono, la memoria e la ricerca della propria identità) con una prosa che diventa poesia, raffinata e lirica, ma a volte eccessivamente ricercata e poco accessibile, che rischia di appesantire la lettura.
Manca un vero sviluppo narrativo: il racconto procede in modo frammentato alternando la riscoperta personale alle ricostruzioni storiche, passaggi toccanti e coinvolgenti ad altri troppo intellettuali.
Un libro quindi a tratti complesso, ma emotivamente travolgente e stilisticamente elegante.

Strani disegni

Un romanzo inquietante e originale, costruito attraverso racconti frammentati, episodi apparentemente scollegati che si ricompongono nel finale in un unico disegno.
Un libro tanto avvincente da rendere difficile interrompere la lettura, nonostante alcuni passaggi appaiono forzati e poco credibili.

R: Le assaggiatrici - Rosella Postorino

Un romanzo intenso, profondo e toccante, incentrato sul conflitto morale, sulla fame del corpo e dell’anima, sulla collaborazione passiva.
Ispirato alla storia vera di Margot Wolk, è un’opera di grande carica emotiva, che racconta un momento della terribile storia europea da un punto di vista originale, quello di una tedesca fragile, contraddittoria e tormentata dalla paura, dal desiderio, dal bisogno di sopravvivere.

Foresta nera - Frank Thilliez

Bella l’ambientazione (la Foresta Nera sotto la neve), intrigante l’inizio, ma presto il romanzo diventa eccessivamente disturbante, faticoso per l’estrema crudeltà e l’orrore forzato, perdendosi in un finale prevedibile.

Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe - Grady Hendrix

Un romanzo moderno e femminista, coinvolgente e satirico, che porta l’orrore soprannaturale nel quotidiano delle casalinghe americane, mescolando realismo, suspense e una critica pungente della condizione femminile.
Una storia di amicizia e riscatto, nella quale le protagoniste femminili risultano autentiche e credibili: eroine inconsapevoli e imperfette, dalla vita apparentemente ordinaria, invisibili e sottovalutate da mariti borghesi e autoritari, assenti, superficiali.
Una lettura originale e spiazzante, capace di sorprendere, anche se la parte centrale risulta un po’ lenta ed alcune scene visivamente forti e disturbanti, a tratti troppo splatter.

R: Io sono l'abisso - romanzo di Donato Carrisi

Un thriller psicologico avvincente e inquietante, capace di tenere alta la tensione con una trama originale e ben studiata e alcuni colpi di scena inaspettati.
I tre protagonisti, ma anche i personaggi secondari, sono complessi e credibili, costruiti con grande profondità psicologica: figure tormentate, segnate da un passato oscuro e doloroso, capaci di suscitare insieme compassione e avversione.
La scrittura asciutta ma magnetica e il ritmo serrato creano un'atmosfera di costante tensione e suspense.
Tra le righe, Carrisi lascia affiorare una domanda: cosa fa di un uomo un assassino? Alcune scene però risultano eccessivamente crude e disturbanti, e il finale appare affrettato.

Il libro delle sorelle - Amélie Nothomb

Una lettura rapida ma intensa e tenera, un romanzo ironico e surreale, ma intimo, attraversato da una malinconia sottile.
È la favola triste di come un amore disfunzionale porta alla trascuratezza emotiva, tra la cattiveria della madre e l’indifferenza del padre.
Una scrittura asciutta ma elegante e pungente, una trama essenziale che lascia spazio ad una profonda indagine introspettiva e psicologica di tutti i meravigliosi personaggi.