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Nightmare Alley
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Gresham, William Lindsay

Nightmare Alley

Palermo : Sellerio, 2021

Abstract: Stan lavora in un circo di creature deformi davanti a una folla affamata di sensazioni forti sempre pronta a sbeffeggiare la sfortuna altrui. Ma quella, si ripete, non sarà per sempre la vita che farà. La sua sarà un'ascesa piena di luci e ombre, di colpi di fortuna e di inganni meticolosamente organizzati

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Ispirazione per i film omonimi di Edmund Goulding (uscito nel 1947, l'anno dopo quello di pubblicazione del Romanzo) e di Guillermo del Toro (del 2021).
Tra i due adattamenti, quello di del Toro è decisamente il più fedele, soprattutto nell'epilogo, ma in entrambi, pur respirandosi una certa critica allo sfruttamento insito nel sistema capitalista, si evita di entrare troppo esplicitamente nel politico e, soprattutto, nel religioso: infatti, nel Libro, Stan decide di trasformare le sue inclinazioni da "mentalista" in una chiave spiritualista con tanto di titolo di reverendo. Dal film del 1947, post-seconda guerra mondiale, questa mitizzazione del contenuto politico me lo aspettavo, ma non da del Toro, che se non ricordo male è dichiaratamente anarchico e che ha realizzato Opere esplicitamente anti-autoritarie e anti-fasciste: pensavo, quindi, che la sua trasposizione fosse fedele a una scelta di Gresham di portare avanti in maniera simbolica e nascosta i propri ideali (Gresham aveva partecipato alla guerra civile spagnola e in un capitolo troviamo, come unico personaggio forse realmente positivo, un comunista nero).
Comunque, il Romanzo riesce a costruire molto bene un discorso critico verso la società occidentale e il suo impianto di sfruttamento, fondato su un (anti)ideale di egocentrismo e competizione che inevitabilmente sprona gli individui a considerare le relazioni interpersonali non come occasione di arricchimento reciproco ma come legami da usare per il proprio tornaconto (economico), il tutto rincorrendo non una vera e propria felicità ma un banale accumulo di "cose". Questo discorso viene portato avanti entrando intimamente nelle psicologie dei personaggi, con paragrafi in cui i loro punti di vista vengono descritti con precisione e compartecipazione. In certi momenti particolarmente forti, come nel finale, si assiste anche a esperimenti letterari tra cui la rinuncia alla punteggiatura, espediente che contribuisce notevolmente a rendere palpabile la confusione mentale vissuta dal protagonista. Molto interessante è come si passa da un capitolo all'altro, con salti temporali non precisati nella quantità, il tutto utilizzando le carte dei tarocchi come introduzione: non di rado, la carta che introduce il capitolo viene richiamata esplicitamente nelle pagine successive.
Un brillante lavoro letterario, a lungo sottostimato, ma dopo la seconda guerra mondiale buona parte delle figure intellettuali "di sinistra" subirà una vera e propria cancellazione: oggi il rischio di un ritorno di questa reale cancel culture (non quella fittizia in cui credono di vivere i reazionari di tutto il mondo) è purtroppo più concreto che mai.

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