ANGELA ROZZONI

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Di luce propria - Raffaella Romagnolo

Con delicatezza e garbo l'autrice ci trasporta nel periodo della Spedizione dei Mille, di Mazzini e di Garibaldi, per parlarci della fotografia ai suoi albori, quando il fotografo aspirava ad ottenere attraverso le immagini una riproduzione il più fedele possibile della realtà e dove era privilegiato il ritratto.
Una fotografia affine alla chimica, che richiedeva una generosa dose di manualità, concretezza e che per questo era qualcosa di più simile all'arte, nel senso originario del termine.
La base storica del libro è ragguardevole e su di essa si costruisce un intreccio di storie dove il dramma è connaturato alla vita e quindi viene accettato, dove anche gli eroi sono tali per brevissimo tempo, sono figli del loro tempo, e dove il cambiamento è continuo, morte ed oblio inevitabili: invece la fotografia, così scrive l'autrice, è "immobile" e quindi coglie la "vita di sorpresa" e la "inchioda a se stessa per sempre ".

Come d'aria - Ada D'Adamo

Il romanzo, vincitore postumo del Premio Strega 2023, più che un'opera di letteratura in senso stretto va inteso come testimonianza, racconto di sé.
I temi affontati sono importanti e pesanti come macigni: l'aborto, l'interruzione di gravidanza a seguito di gravi patologie del feto, la maternità, la disabilità grave, il cancro.
L'autrice, malata di cancro, si rivolge
durante la narrazione alla figlia Daria, affetta sin dalla nascita da una grave malformazione del cervello che ne limita enormemente ogni attività.
Il racconto è struggente, scritto con immediatezza, freschezza e privo di qualsiasi retorica; si fa largo pian piano durante la narrazione un opprimente senso di solitudine che attanaglia e soffoca chi si trova ogni giorno a lottare per una normalità difficile da costruire.
Assolutamente da leggere.

La donna dal cappotto verde - Edith Bruck

Un romanzo autobiografico sulla memoria nella duplice valenza di ricordo e di capacità fisica di ricordare, che viene meno per Lea, l' anziana protagonista della storia.
Il racconto parte bene ma poi l'autrice si dilunga troppo sul tema della fragilità del paziente all'interno della struttura ospedaliera.
L'esperienza di deportata-sopravvissuta ai lager nazisti della protagonista-autrice che, nella parte iniziale del libro è centrale e quasi sovrasta la capacità di ricordare, nel seguito della narrazione tende ad indebolirsi e poi a comparire solo come flash della memoria.
Un libro gradevole da leggere ma che, a mio parere, non ha la forza narrativa de "Il pane perduto " della stessa autrice.

Aden Arabia - Paul Nizan

Un libro complicato da definire: in parte racconto di viaggio, in parte saggio, in parte manifesto ideologico.
Pubblicato nel 1931, è una delle poche opere di Paul Nizan che morì giovanissimo, nel 1940, in battaglia, colpito da una pallottola vagante.
Una scrittura serrata, arrabbiata, talmente carica di contenuti da divenire arcigna.
Nel testo si legge una dura critica del capitalismo, della società borghese e dei suoi stereotipi. Il viaggio ad Aden assomiglia più ad una fuga che ad un trasferimento; anche in luoghi lontani, esotici, la struttura sociale ed economica rimane quella occidentale, ne è una sua proiezione, seppur in modo meno sviluppato ed embrionale.
Un libro che, seppur breve, ne contiene altri mille.

Per chi suona la campana - Ernest Hemingway

Il romanzo, ambientato durante la guerra di Spagna, racconta di un americano incaricato di far saltare un ponte con la collaborazione di un gruppo di partigiani antifranchisti.
È scritto in terza persona ma l'autore, per conferire profondità ai personaggi senza penalizzare la vivacità narrativa, trascrive i loro pensieri dando loro lo stesso rilievo dei dialoghi, trattandoli come dialoghi dell'io con l'io, attraverso frasi virgolettate tipiche del discorso diretto.
Il pensare ed il dire sono le due modalità espressive con cui Hemingway s'interroga sulla guerra, "una gran porcheria", senza arrivare però ad una sua visione definitiva ma lasciando che siano i personaggi a metterne in luce i molteplici volti.
Dal tema della guerra ne derivano molti altri di cui il più divisivo e lacerante è quello dell'omicidio, se sia cioè lecito uccidere un altro uomo in nome di un valore superiore come quello della libertà; nel groviglio di considerazioni che ne scaturiscono sembra emergere una scala di sfumature e distinzioni dove il binomio omicidio-odio è il più pericoloso ed aberrante.

La Resistenza in Valle Brembana e nelle zone limitrofe - Tarcisio Bottani, Giuseppe Giupponi, Felice Riceputi

Un testo molto interessante e dettagliato, corredato da foto del tempo, che ha il pregio di raccontare fatti, nomi, episodi accuratamente e nella loro asprezza, che cita con precisione le fonti e riporta stralci significativi dei documenti a cui gli autori hanno attinto per realizzarlo.
Un libro della memoria, per conservare la memoria e trasmetterla ai più giovani: si ricordano il clima fratricida della guerra civile dopo l'armistizio del 1943, il sacrificio dei partigiani-patrioti, le loro attese, in parte deluse, successive alla Liberazione quando, così scrivono gli autori, "tornarono dunque alle loro case, spesso costretti a emigrare per poter trovare un lavoro. Senz'altro premio che la ritrovata libertà ".
A mio parere dovrebbe essere proposto nelle scuole delle zone in cui si sono svolte le vicende narrate; ripensare ai luoghi di montagna, che conosciamo per la pace e la tranquillità che li caratterizzano, come ambienti di scontri, rastrellamenti, processi sommari e' certamente sconvolgente. Del sacrificio dei partigiani sono visibili solo alcuni monumenti commemorativi che contribuiscono a tenere viva la memoria.

I misteri di via dell'Anima - Nanni Delbecchi

Non sono appassionata di gialli ma questo, iniziato da Delbecchi su richiesta di Montanelli negli anni Novanta, pensato come romanzo politico d'appendice, mai pubblicato prima e terminato ai nostri giorni, mi aveva incuriosita. E la curiosità non è stata delusa: un bel romanzo, scorrevole, corposo, calato nell'Italia della Prima Repubblica di cui è anche una parodia. Per apprezzarlo fino in fondo bisogna averli un pò vissuti e conosciuti quegli anni perché altrimenti battute, critiche, riferimenti relativi ai personaggi-politici di cui si "castiga ridendo mores" e a quel clima sociale rischierebbero di non venire pienamente o affatto compresi.
D'altro canto tratteggiare un ambiente politico scomparso consente di descriverlo con maggiore libertà e con maggiore lucidità, come tutto ciò che si può (ri)valutare a posteriori: in tale aspetto sta il punto di forza del libro.

Kukum - Michel Jean

L'autore presenta in questo romanzo/racconto la storia della sua bisnonna Almanda, un'orfana delle colonie francesi del Quebec, che, per amore di un ragazzo e della libertà, si unisce ad una famiglia di cacciatori nomadi innu, abbracciandone abitudini e stile di vita.
Le vicende sono narrate in prima persona da Almanda stessa e si svolgono tra la fine dell'Ottocento e gli anni Settanta del secolo scorso. Il libro è idealmente diviso in due parti: la prima, felice ed avventurosa,in cui gli innu possono vivere cacciando e spostandosi, a seconda delle stagioni, tra laghi, montagne e foreste e la seconda, dolorosa, della deforestazione e della vita nella riserva.
Un testo scritto con un linguaggio semplice e scorrevole, interessante perché affronta il tema della cultura dei nativi canadesi e del suo declino ad opera dei bianchi e
perché pone domande e spunti di riflessione su quali siano i vantaggi e quali i limiti di una vita scandita dai ritmi della natura e basata su una rigida necessità di sopravvivenza e quali quelli della nostra cosiddetta "civilta'".

La valigia - Sergej Dovlatov

Dovlatov, scrittore russo contemporaneo scomparso nel 1990, attraverso i ricordi legati agli oggetti contenuti nella sua valigia di emigrante, tratteggia le vicende più significative (ed assurde) della sua vita di dissidente; fatti della sfera privata e lavorativa incredibili malgrado o forse a causa della loro semplicità.
Con grande umorismo e attraverso una scrittura diretta trasporta il lettore in una Russia talmente ingessata in comportamenti stereotipati ed obblighi da sembrare surreale e grottesca.
I racconti non mancheranno di far sorridere il lettore.

R: Le otto montagne - Paolo Cognetti

A differenza di altri romanzi che ho letto dopo averne visto la trasposizione cinematografica, questo di Cognetti mi è sembrato affine al relativo film, come se i registi-sceneggiatori non ne avessero voluto tradire le caratteristiche e la natura.
Il romanzo è molto intenso, percorso nella sua interezza da una venatura di ineluttabilita' che forse non è destino, sorte ma qualcosa di simile ad un sillogismo per cui, dati indole, educazione ed ambiente, consegue la scelta di una certa vita e di un certo posto nel mondo.
Si toccano così relazioni fondamentali: gli affetti familiari e poi l'amicizia ma, nonostante tali legami, è la solitudine umana, esistenziale, il più delle volte scelta e voluta e di cui la montagna è una metafora a prevalere e ad amplificare le distanze comunicative tra i personaggi.

Gli anni delle meraviglie - Vittorio Sgarbi

In questo volume Sgarbi ci accompagna su e giù per l'Italia per parlarci degli artisti del Quattrocento e del Cinquecento: artisti conosciuti, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, ma anche artisti "di seconda fila" che rendono straordinari chiese, musei e collezioni di ogni angolo del nostro Paese.
Tra questi mi hanno particolarmente colpita due pittori che non conoscevo: Nicola di Maestro Antonio d'Ancona per quella che Sgarbi definisce una "spericolata creatività " e Mariotto Albertinelli che, sfinito dalle tensioni e dalle critiche legate alla sua attività artistica, mise in soffitta il suo talento e la pittura per aprire un'osteria.
Artisti che lavorarono per la committenza, spinti però dal sacro fuoco della passione, che mirarono soprattutto a creare opere oggettivamente belle, apprezzate dai contemporanei ma che riuscissero anche ad attraversare i tempi per acquisire una sorta di fruizione assoluta ed universale.

Chiudo la porta e urlo - Paolo Nori

Nonostante apprezzi molto le traduzioni dei testi russi ad opera di Paolo Nori e la sua profonda conoscenza della filologia e della letteratura russa, non posso esprimere un commento positivo su questo romanzo dato che non mi è piaciuto e mi ha anche un pò annoiata; mi e' sembrato infatti dispersivo, spesso ripetitivo, senza una struttura, un dedalo di citazioni.

Ricordi di suoni e di luci - Renato Martinoni

Un romanzo di altissimo livello, di cui si fa fatica ad interrompere la lettura per lo stile coinvolgente, giovane ed attuale con cui l'autore, Renato Martinoni, racconta la vita del poeta Dino Campana; ma anche per la particolarità e la straordinarietà degli argomenti trattati ovvero la grandezza artistica di un poeta che non riuscì ad affermarsi, un outsider, osteggiato ed isolato dall'establishment letterario fiorentino dei tempi, che visse da vagabondo, in solitudine e che morì in manicomio e, frammisto a questo, il sottile confine che divide la capacità creativa, la genialità dalla follia.
Un poeta Dino Campana che ha lasciato un'unica raccolta di versi "Canti Orfici" che la critica letteraria contemporanea considera il punto più alto della poesia del periodo precedente la prima guerra mondiale.

Ed è subito sera - Salvatore Quasimodo

Salvatore Quasimodo a me è sempre sembrato il più ermetico degli Ermetici e per tale motivo forse il più difficile da comprendere e da interpretare.
Versi brevi, compatti, ellittici in cui la parola è bifronte: è significato ma anche suono.
Versi pregni di sogno e di morte, di vulcani e di luce lunare, di pianeti e cattedrali, di alberi e di fiumi, di uccelli e di cavalli, creati per cercare di restare vivi nonostante il dolore, la fatica, il lutto: nella poesia una forza titanica, terrestre ma nello stesso tempo sovrannaturale.

Un eroe dei nostri tempi - Michail Lermontov

I primi due capitoli del romanzo di Lermontov sono un chiaro esempio del fascino della letteratura russa: il linguaggio armonioso e lento s'accorda perfettamente con paesaggi e vicende fiabeschi ed il lettore ne assapora tutta la magia. Essi conducono gradualmente al cuore del romanzo ovvero all'incontro con Pecorin, ironicamente un eroe, che eroe non è per nulla. Ci viene così presentato un uomo che resta alla superficie della vita, che non si riesce a disprezzare poiché racchiude in sé le mille facce di un'umanita' mediocre ed individualista che appartiene a tutti i tempi.
La tradizione di Paolo Nori è ancora una volta una garanzia per l'accuratezza e l'abilità con cui vengono resi non solo i vocaboli ed i concetti ma soprattutto lo stile, il respiro ed il senso complessivo dell'opera originale.

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