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Milano : Garzanti, 2014
Abstract: Sono andata a scegliermi un'eroina che nessuno tranne me potrebbe amare...: così diceva, della protagonista, la sua creatrice. Emma Woodhouse è una giovane donna intelligente, indipendente, che ha sviluppato una forte individualità e una decisa coscienza della propria posizione sociale. E tuttavia è straordinariamente cieca di fronte ai sentimenti: propri e altrui. Jane Austen costringe la sua eroina a una tardiva quanto autoironica presa di coscienza, attraverso la quale prende forma anche la sua sottile critica dei costumi, della vanità e dell'egoismo, visti alla luce di una profonda comprensione dell'animo umano. Introduzione di Attilio Bertolucci.
27 dicembre 2018 alle 12:42
Jane Austen scriveva: "Sto per descrivere un'eroina che non potrà piacere a nessuno, fuorché a me stessa" ed aveva assolutamente ragione! Emma è impicciona, superba, classista, ipocrita, voltafaccia, immatura, provincialotta e un sacco di altre belle qualità.
Se ci ho messo 3 mesi per leggere questo libro, riuscendoci a leggere 9 libri di mezzo, un motivo c'è: questo libro è di una noia mortale!
E' troppo lungo per quel che vuole raccontare e lo è perché è carico di dialoghi e aneddoti inutili alla trama e ci sono troppi personaggi. In merito a quest'ultimo punto la Austen ha deciso di rendere la lettura più ardua decidendo di chiamare quasi tutti personaggi per cognome, considerando che ci sono casi di fratelli, coniugi (e in Regno Unito le mogli prendono il cognome dei mariti) e figli, potete immaginare quanto ragionamento si doveva fare per capire esattamente chi fosse il personaggio trattato.
Consapevole di star dicendo una cosa molto grave per alcune lettrici, dico che la scrittrice ha avuto la fortuna di vivere nel 19esimo secolo dove i libri stampati non erano molti; perché ritengo questo libro una diretta versione vittoriana e con personaggi e storie fittizie di un qualsiasi numero di Novella 2000, niente di più, niente di meno.
Il finale è pure prevedibile, fate voi.
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