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Milano : Baldini & Castoldi, 2017
Abstract: Milano, 2014. Valerio ha ventisette anni e una vita vuota. Abita in un monolocale su cui aleggia la presenza del precedente proprietario, suo zio Willy, morto in odore di satanismo, che si dice avesse accumulato un tesoro mai ritrovato. Per guadagnare qualcosa, Valerio affitta l’appartamento per brevi periodi e va a dormire da un amico. Ha però un vizio: entrare in casa di nascosto dai suoi ospiti, per curiosare fra i loro oggetti e immergersi con la fantasia in esistenze diverse dalla sua. Una di loro, l’enigmatica Viola, lo colpisce al cuore. Fra i due sembra nascere qualcosa, ma Viola scompare e un detective privato che lavora per suo marito rivela a Valerio la verità: la donna è in fuga e forse il suo passaggio da quella casa non è stato casuale. Valerio e il detective si alleano per cercare Viola insieme, ed è l’inizio di un viaggio che dalle ombre che circondano la casa milanese trova il suo drammatico finale in una palude del Rio delle Amazzoni. Finché, fra scoperte dolorose e squarci di inattesa felicità, la vita di Valerio cambierà per sempre. Un libro dove i fondamenti della narrazione romanzesca (il denaro, l’amore, l’avventura, il mistero, la comicità) catturano il lettore e si fondono nel ritratto di un personaggio vero e tenerissimo. E di una generazione derubata del proprio futuro e costretta a inventarsi il presente ogni giorno, con rabbia, ma anche con ironia.
24 marzo 2017 alle 16:18
"Doveva avere una fame antica di carezze che lo consumava, una fame nata dal gelo che sua madre e suo padre gli avevano fatto intorno..." .
In questa frase è racchiuso quasi tutto il libro, secondo me, la solitudine di Valerio, la mancanza d'affetti che lui cerca in qualche modo di trovare nell'amico Simon (che poi non sappiamo se sarà un vero amico), negli inquilini a cui affitta il suo appartamento, nell'investigatore ...
E un altro argomento del libro è l'affittare il suo appartamento a sconosciuti, un lavoro che il giovane s'inventa per rimpiazzare un lavoro che non ha se non quello saltuario dal padre, un suo modo per costruirsi il futuro che altrimenti non riuscirà mai a fare solo con lo studio, un futuro incerto non solo per lui ma per tutti i giovani di oggi.
In mezzo a tutto questo la ricerca di un tesoro sempre più vicino ai suoi occhi e introvabile fino all'ultimo, perchè se non sai cosa cercare difficilmente trovi quello che cerchi...
9 maggio 2017 alle 10:57
I giorni scivolano via per Valerio tra la tesi della seconda laurea, quel che c’è da fare nell’ufficio del padre e la condivisione con Simon del comune destino di chi non sa bene se può aspettarsi di meglio dal futuro o deve semplicemente ringraziare perché riesce in qualche modo a stare a galla. “Poteva andare peggio. Non nascere nemmeno o morire subito, non avere neanche il tempo di illuderci. A volte mio padre dice che tutto quello che abbiamo è un regalo, che siamo come dei morti in libera uscita. Potevano non darci il permesso e tenerci dentro, nel…nel nulla“.
Ma cosa può succedere se sulla casa dello zio Willy aleggia ancora l’ombra della leggenda del tesoro nascosto? A questo Valerio non dà peso, non ci crede, suo padre l’ha cercato in lungo e in largo ma non ha mai trovato nulla. Il vero tesoro per Valerio sono gli ospiti dell’appartamento. Uomini e donne che soggiornano per breve tempo a Milano per lavoro, turismo o strani affari. Valerio infatti ha il vizio di entrare in casa quando l’ospite non c’è e rovistare nelle sue cose provando a fantasticare su una vita diversa alla sua.
E in questo andirivieni anche la sua vita inizia a farsi più interessante e movimentata.
Trovi l'intera recensione e la presentazione del libro alla Fiera dei Librai di Bergamo sul mio blog https://ilblogdellasere.it/lesereneredellasere/sempre-piu-vicino-di-raul-montanari/
30 dicembre 2023 alle 11:57
Compito: scrivi una storia avvincente protagonista uno sfigato che vive tra un monolocale in subaffitto, una mansarda a Milano ed un giro in motorino a Spino d'Adda (Spino d'Adda non so se mi spiego....il nulla)
Eppure la storia è adrenalinica, e come nei migliori gialli non ti stacchi fin quando è finita.
Autore bergamasco scoperto per caso, Romano de Marco lo ringrazia nel libro "Nero a Milano" per avergli permesso di usare il suo improbanile Ric Velardi...
È stata una bella scoperta.
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