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Giorno di vacanza
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Cagnati, Inès

Giorno di vacanza

Milano : Adelphi, 2023

Abstract: Non si può crescere in un paese di paludi, di piogge, di nebbie, di terre livide dove tutto muore, senza rimanerne segnati per sempre: di più, senza assomigliare a quel paesaggio inamabile. Né vivere in una casa fatiscente, sperduta fra boschi, malerbe e acque solitarie, dove anche l’amore è intollerabile violenza, senza desiderare che il mondo intero esploda «in una girandola di sangue». Nera come una zingara, taciturna come uno strano fiore selvatico, traboccante di rancore e di disprezzo per se stessa, Galla vorrebbe solo andarsene via, lontano dai troppi lutti, dal peso delle innumerevoli sorelle, da un padre abbrutito dal lavoro, dalla madre che ama troppo per sopportarne la dolente presenza. Ma l’unica possibilità di fuga, oltre ai sogni, è la vecchia e fragile bicicletta dal lamento di salamandra morente, e l’unica meta la scuola dov’è interna, a trentacinque chilometri, in città. Un tragitto che separa due vite e due mondi inconciliabili – la pietraia che non dà frutti e le terre miracolate dalla fertilità –, e che un sabato Galla decide di percorrere per rivedere la madre: sarà un giorno di vacanza sinistro e fatale, dove tutto precipiterà, rivelandole il senso di ogni cosa. Perché il malevolo, straziante paese da cui proveniamo – sembra dirci Inès Cagnati con la sua prosa di insolente intensità – è la carne stessa di cui siamo fatti, e possiamo, se non sbarazzarcene, almeno intravedere nel ricordo le meraviglie di cui era fiorito.

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Utente 10129
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È un libro molto potente, straziante, tragico: un colpo al cuore... È un libro in prima persona che caratterizza alla perfezione la protagonista, con il suo intercalare ripetitivo, come se Galla volesse rimembrare le poche certezze positive e rafforzarle o, al contrario, esternare tutto l'odio che certe persone suscitano in lei. Galla è sola, ha un'unica amica, ama la madre e la sorellina, la sua cagnolina ed odia tutti gli altri. È consapevole di non essere amata e, quindi, pensa di non poter essere nemmeno bella, viene continuamente derisa ed idealizza spesso la morte. Galla sprigiona un immenso bisogno di essere amata e la sua condizione non può che intristire e commuovere. La trama abbraccia un arco di tempo ridotto, di due soli giorni, ampliato dai continui ricordi della protagonista. Al centro vi sono i sentimenti, la famiglia e la sua assenza, la povertà che condiziona enormemente la vita, la morte ed anche la natura. A proposito di quest'ultima vi sono continue descrizioni di questa terra inospitale, infertile, piena di paludi, piovisco e foschia, che sembra rispecchiare lo stato d'animo di Galla. Vi sono immagini molto forti, di violenza, anche sugli animali, che non possono che turbare. Vi sono riferimenti anche ad alcuni personaggi conosciuti: la maschera di Arlecchino, a cui sono particolarmente affezionata perché di Bergamo come me, Tristano e Isotta, Galileo. È un libro intenso e struggente nella sua semplicità, tristissimo... Anche qui la penna di Ines Cagnati non può che lasciare il segno, con le sue frasi taglienti. E quando leggi frasi come "allora provo compassione per me perché nessuno mi vuole, nemmeno io", ditemi come può non stringersi il cuore. E a Galla, anima infelice, desiderosa di lasciare il suo cupo paese per uno pieno di sole e luce, non si vorrebbe fare altro che regalarglielo questo posto felice... Non fatevi trarre in inganno dal titolo del libro, perché il dolore che racchiude questa storia è tutt'altro che un giorno di vacanza...

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