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Lo straniero
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Camus, Albert

Lo straniero

Milano : Bompiani, 2015

Abstract: Pubblicato nel 1942, Lo straniero è un classico della letteratura contemporanea: protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto - il processo e la condanna a morte - senza cercare giustificazioni, difese o menzogne. Meursault è un eroe assurdo, e la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e di sentire. Un romanzo tradotto in quaranta lingue, da cui Luchino Visconti ha tratto nel 1967 l'omonimo film con Marcello Mastroianni. Introduzione di Roberto Saviano.

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Utente 10129
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È un classico della letteratura francese che non lascia sicuramente indifferenti, a differenza di tutta l'apatia e l'insensibilità che sprigiona il suo protagonista. Si tratta di un personaggio decisamente inusuale, fuori dalle righe, incapace di manifestare emozioni e coinvolgimento, anche in una relazione, indifferente a qualsiasi avvenimento, anche un importante lutto, che antepone le proprie esigenze fisiche ad ogni altra cosa, interferendo con i sentimenti. Un individuo freddo, impassibile, che subisce gli eventi senza reagire, che è perennemente spettatore della propria vita. Eppure è proprio questo suo "difetto" che lo rende forte, deciso, irremovibile. Albert Camus sa tratteggiare alla perfezione questo personaggio, che diventa irritante, scomodo, antipatico e che si vorrebbe scuotere per suscitare in lui una minima risposta. Gli unici elementi che sembrano infastidirlo, tanto da portarlo a gesti estremi ed incontrollabili, sono il caldo e Dio. La scrittura è incisiva, diretta, arida di sentimenti e costituita per lo più da frasi brevi, e bene si addice all'indole del protagonista. Il libro è in prima persona e l'unico punto di vista è quello di Meursault e proprio quella che dovrebbe essere la voce narrante più intima, finisce per creare un abisso tra il lettore ed il personaggio. Anche i discorsi vengono riportati in forma indiretta, allontanandolo da qualsiasi legame, quasi a voler sottolineare il fatto che si lasci scivolare qualsiasi considerazione o richiesta. Che dire, se lo scopo dell'autore era quello di scuotere il lettore, Camus ci è riuscito benissimo. Emerge sicuramente una visione negativa della vita, dal momento che per il protagonista, condannato per omicidio, ogni persona finirà per essere un condannato... alla morte. Risulterò impopolare ma, benché non possa fare a meno di riconoscere la grande capacità di Camus, il libro non è stato così di mio gradimento.

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