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Trecento giorni di sole
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Chinnici, Giovanni

Trecento giorni di sole

Milano : Mondadori, 2023

Abstract: Il 29 luglio 1983 un terrificante boato irrompe in casa Chinnici. Giovanni ha diciannove anni e una vita intera davanti; ma in quella giornata di sole, una delle trecento di cui gode ogni anno la Sicilia, ancora non sa che dovrà viverla senza quel padre amato, forte e rispettato che risponde al nome di Rocco Chinnici. Ucciso sotto casa con la prima auto-bomba della mafia, il giudice Chinnici, il «maestro» di Falcone e Borsellino, fu colui che alla fine degli anni Settanta capì l'importanza di lavorare affinché le istituzioni riconoscessero l'esistenza del fenomeno mafioso e lo affrontassero con gli strumenti adeguati; colui che istituì quello che, qualche mese dopo il suo omicidio, divenne noto come il Pool antimafia di Palermo. Giovanni Chinnici riannoda il filo della propria esistenza e di una parte fondamentale del nostro Paese, mettendo in luce le gioie e i timori di un giudice consapevole del proprio tragico destino, ma deciso a spendersi fino all'ultimo. Lo fa rievocando momenti di vita personale – dalle estati spensierate a San Ciro alle ore trascorse in tribunale osservando suo papà lavorare – e attraverso i momenti più delicati e significativi della carriera del padre, dalle indagini sul rapporto tra mafia e poteri economico-politici agli omicidi di Piersanti Mattarella e Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sullo sfondo, una Palermo dapprima felice, poi tormentata dalla Seconda guerra di mafia e addolorata per le morti dei ragazzi a causa dell'eroina, attraversata da una profonda trasformazione urbanistica e sociale, ma sempre sovrastata da un cielo azzurrissimo e illuminata da una luce accecante. "Trecento giorni di sole" è il racconto di un figlio che non ha avuto il tempo di parlare da uomo a uomo con suo padre, è il racconto di un magistrato che ha lottato per squarciare il velo su un fenomeno, quello mafioso, di cui pochi – allora – erano disposti a riconoscere l'esistenza; è il racconto di un uomo che, a costo della vita, ha lottato per rendere l'Italia un Paese migliore.

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Utente 84575
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L'autore presenta in quest'opera autobiografica la figura del padre, Rocco Chinnici, giudice antimafia ucciso da Cosa Nostra con un'autobomba mentre usciva di casa a Palermo nel 1983.
"Vedi, Giovanni, lo Stato, le istituzioni sono sacri...Non devi confondere le istituzioni con gli uomini che le rappresentano". Questa frase, detta da Rocco al figlio, è la più emblematica del libro perché, guardato in tale ottica, il lavoro del magistrato antimafia non può avere ripensamenti o battute d'arresto, dettati da valutazioni sull'operato di altri, ma risulta avere nel rispetto e nella crescita dello Stato la sua molla propulsiva, la sua motivazione e la sua tenacia.
Nello sviluppo del libro l'autore pone l'accento sulla "rivoluzione copernicana" operata dal padre nell'ambito della lotta alla criminalità mafiosa, sul suo isolamento professionale colmato solo alla fine con la creazione del pool antimafia di cui facevano parte anche Falcone e Borsellino e sulle sue intuizioni investigative sviscerate e verificate tramite un lavoro instancabile.
Il libro è molto interessante anche in considerazione del fatto che non ci sono molte pubblicazioni sulla figura di Rocco Chinnici.

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