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Prima che vi uccidano
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Fava, Giuseppe

Prima che vi uccidano

Milano : Bompiani, 2009

Abstract: Non ci sono vinti, in questo romanzo, e neppure vincitori. Non esiste una soluzione e nemmeno una verità. La verità, in Prima che vi uccidano, è solo quella della violenza e della ribellione. Si ribella Turi Scirpu, il padre di Stellina, che lavora come un mulo per pagare i debiti contratti per comprare da un latifondista la terra che lavora. Si ribella Possano, il predicatore pazzo che dice verità incomprensibili e finisce sgozzato. Si ribella Michele alla miseria della propria esistenza diventando brigante per riaffermare il diritto a sperare. Si ribella Alfio, il fratello di Stellina, che lascia tutto, col cuore straziato, per cercare fortuna in Venezuela. Si ribella perfino Stellina: ed è, la sua, la ribellione più sofferta e silenziosa, la ribellione contro la malattia e la morte. In tutti, sotto la ribellione, la passione di vivere, il disperato bisogno di avere speranze. Prefazione di Roberto Saviano.

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"Prima che vi uccidano" è un romanzo storico e verista.
Storico perché - sulla scia del lombardo Manzoni - narra una storia principale di fantasia (ma ben intrecciata con mille altre piccole e grandi storie solo in apparenza secondarie) all'interno di un preciso contesto storicamente riconoscibile (nel caso di specie, la provincia contadina e feudale siciliana dei primi anni della Repubblica italiana, con i suoi tormentati sommovimenti sociali e politici).
Verista perché - sulla scia del siciliano Verga - i protagonisti, appartenendo ai ceti sociali più umili, sono inevitabilmente e costantemente impegnati in una lotta contro/per qualcuno/qualcosa; lotta che - per trovare la sua sempiterna e predestinata reiterazione - non può che essere sempre perdente.
Tuttavia è bene rammentare che l'autore di questo intenso romanzo (di cui è interessante cogliere anche i frequenti passaggi di narrativa erotica) è colui il quale, in una commedia teatrale intitolata "Foemina ridens", scrisse:
"E' così difficile continuare a lottare...talvolta mi sento sfinito, mi tremano le mani...tu li vedi attorno a te con quegli occhi pieni di collera, per un momento sembra che essi siano disposti con te a capovolgere il mondo e ti senti centuplicare la forza e la passione...Ma improvvisamente essi si disperdono...Tu li chiami a raccolta ma non ti risponde nessuno
[...] Ma come è possibile? Come è possibile che essi non vedano il dolore, la povertà...milioni di esseri umani che muoiono nel mondo per il bisogno e la violenza...Ma davvero è possibile che in ogni angolo di mondo non ci siano uomini disposti a lottare...? ...a lottare! Altrimenti" - conclude Pippo Fava - "a che serve essere vivo...?
Ma dov'è la vostra dignità di esseri umani?
Com'è possibile che gli uomini non vedano il dolore degli altri uomini...?".
Dunque il principale insegnamento - una volta si sarebbe detto la "morale" - lasciatoci in eredità dall'opera di Fava e dalla sua stessa vita vissuta è che bisogna riscoprire (perché sì, l'abbiamo perduto da tempo, ammesso che mai l'abbiamo avuto) quell'obbligo tanto spirituale, quanto terribilmente umano di agire e ribellarsi a tutte le ingiustizie, le prepotenze e le violenze.
Quelle di ieri e quelle di oggi.
Sempre, indipendentemente dall'esito fallimentare delle battaglie passate e future.
Sempre!
Ogni giorno!
Perlomeno, "prima che vi uccidano"...

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