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Il canto dei cuori ribelli
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Umrigar, Thrity

Il canto dei cuori ribelli

Milano : Pienogiorno, 2024

Abstract: Aveva quattordici anni Smita quando con la sua famiglia ha dovuto lasciare l’India in circostanze drammatiche. Una volta al sicuro in America, ha scacciato dal cuore la nostalgia per i crepuscoli aranciati e il profumo inebriante dei cibi che il padre le comprava dai venditori ambulanti e giurato a se stessa che mai più sarebbe tornata in quei luoghi che l’avevano così profondamente ferita. Ma anni dopo si ritrova a dover accettare con riluttanza l’incarico di coprire una storia di cronaca a Mumbai, per il suo giornale. Seguendo il caso di Meena – una giovane donna sfigurata brutalmente dai suoi fratelli e dai membri del suo villaggio per aver sposato un uomo di un’altra religione – Smita si ritrova di nuovo faccia a faccia con una società che appena fuori dallo skyline luccicante delle metropoli le pare cristallizzata in un eterno Medioevo, in cui le tradizioni hanno più valore del cuore del singolo, e con una storia che minaccia di portare alla luce tutti i dolorosi segreti del suo passato. Eppure, a poco a poco le sue difese cominciano a vacillare, i ricordi a riaffiorare e la passione a fare nuovamente breccia in lei… Sullo sfondo di un meraviglioso Paese sospeso tra modernità e oscurantismo, in un crescendo di tensione, due donne coraggiose e diversamente ribelli si confrontano con le conseguenze di due opposti concetti di onore e di libertà, in una storia indimenticabile di tradimento, sacrificio, devozione, speranza e invincibile amore.

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Utente 10129
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È un bellissimo e commovente romanzo che tratta temi delicati ed importanti: l'onore familiare che viene spesso anteposto all'umanità, il conservatorismo ed i conflitti religiosi, il trattamento riservato alle donne nelle piccole comunità indù. L'autrice Thrity Umrigar, per la sua storia di totale finzione, prende però spunto da un fatto raccontatole al telefono dal padre: l'incendio della palazzina di fronte alla propria abitazione da parte di un gruppo indù per il semplice fatto che a pianterreno abitasse una famiglia musulmana. La scrittrice si lascia anche ispirare dagli articoli sull'India scritti dalla corrispondente Ellen Barry per il New York Times, incentrati sul trattamento riservato alle donne nell'India rurale. Quindi, benché si tratti di una storia frutto della fantasia dell'autrice, non risulta così difficile quanto possa essere verosimile per tanti aspetti. Il prologo introduce subito il tema, mostrando l'orrore e la disumanità di antiche tradizioni indù. L'ambientazione è veramente ben fatta e balzano continuamente all'occhio le caratteristiche di una città cosmopolita, raffinata, ma non ancora al passo con il resto del mondo come Bombay: il caldo soffocante, gli abiti modesti delle donne indiane, il caos e l'intenso traffico, l'atteggiamento servile delle persone più modeste verso i più benestanti, in una società dove la divisione in caste è ancora fortemente sentita. Ma anche la grande ospitalità di questa gente ed i piatti della tradizione. La trama è molto ben articolata ed alterna alle vicende del presente i ricordi del passato sia di Smita che di Meena, e quest'ultima lo fa in modo ancora più incisivo in prima persona. La storia di Meena è straziante e decisamente toccante, e ci si continua a chiedere come l'uomo possa arrivare a tanta malvagità. Non da meno la storia di Smita, su cui per parecchio tempo l'autrice è brava a mantenere un alone di mistero, e che diventa una storia nella storia. Altra nota dolente che emerge dal racconto è la corruzione del sistema giudiziario indiano, in un mondo dove continua a dominare il "dio soldo". Meena in maggior misura, ma anche Smita, diventano quei cuori ribelli alle tradizioni ed alla continua ricerca della giustizia, nella speranza di un mondo migliore, che tarda ancora ad arrivare. Loro ne sono consapevoli, ma non per questo rinunciano, perché alle loro voci possa unirsi quella di qualsiasi altra donna privata di dignità e rispetto. La scrittura è molto scorrevole e si avvale anche di espressioni in hindi, debitamente spiegate. L'epilogo risulta un po' troppo scontato, ma visto l'immenso dolore raccontato in precedenza diventa una nota positiva, quasi una carezza. Una lettura che mi è piaciuta molto e che mi sento di consigliare.

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