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Capire e scrivere il cinese
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Wong, Lilo M. Y.

Capire e scrivere il cinese

Novara : UTET università, 2020

Abstract: "I caratteri cinesi sono l'aspetto più difficile nell'apprendimento del cinese. Non solo per i discenti di madrelingua non cinese, ma anche per i cinesi stessi. Quante volte vediamo persone scrivere caratteri sbagliati derivati da errori d'ortografia. Ci sono casi in cui una svista d'ortografia non compromette la comunicazione, come quando in italiano si usa 'o' senza la 'h' per dire 'ho' e 'o', oppure usare 'perchè' al posto di 'perché'. Altre volte, un banale errore ortografico può rendere impossibile capire cosa c'è scritto. Un giorno, forse cinque anni fa, indagando su come aiutare i miei studenti ad apprendere la scrittura del cinese, ho realizzato un metodo autentico per guidare questi ragazzi alla scoperta e conoscenza della lingua e della cultura della mia madre terra. Perché ci tengo che conoscano non solo il lato pratico di una lingua, ma anche la sua bellezza, come quella immensa del cinese scritto. Nasce da questo desiderio il manuale per il cinese scritto. Nella prima parte, ho introdotto la storia, l'evoluzione, l'aspetto artistico, i metodi di apprendimento, i glossari per la consultazione degli aspetti pratici, tabelle con informazioni dettagliate riguardo ai componenti e ai radicali. Nella seconda parte del volume, invece, sono illustrate informazioni sulla composizione dei caratteri inclusi per costruire un vocabolario di base. Sono presentati sotto forma di schede i centocinquanta vocaboli relativi all'esame HSK di primo livello, esempi rivolti a chi vuole approfondire uno studio accurato del cinese scritto." (L'autore)

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Ho preso il libro e, premesso che sono Dottore Magistrale in lingua cinese, devo ammettere che è molto approfondito in gran parte dei suoi aspetti. Solo i nomi di alcuni radicali Kangxi sono errati da p.131: il numero 6 sarebbe un contenitore in cui nascondere oggetti, il 9 non è "oracolo" ma "divinazione", il 15 è un cucchiaio/daga,, il 18 è ghiaccio, il 20 è una buca (se pronunciato in un altro modo , è "bocca aperta"), il 21 a sinistra indica una collina con alberi, il 26 indica una corda sinuosa, il 34 indica uno zoppo, il 35 indica un ceppo con un cartello, il 38 indica un recinto, il 42 andando a memoria non mi risulta che siano piume ma forse una ciocca di capelli, il 39 è una montagna, in 47 va specificato che è una porta a due battenti, il 50 è sì un muso di maiale ma di fatto in molti caratteri perché indica una mano destra che afferra un oggetto, il 56 non è "femmina" ma "donna", in 52 il terzo carattere viene dato come variante ma è il pittogramma di un feto, in 51 l'uomo non è sdraiato ma seduto, in 63 "pellame" è solo un prestito fonetico, in 62 manca la versione tradizionale, in 67 manca il significato "resti umani" legato a un'altra pronuncia, il 74 è un bastone in mano, in 87 è padre, in 92 che io sappia è alabarda, il 100 è "altare sacrificale", il 101 è dolce, il 111 è anche "cereale", il 127 è barba, il 129 sarebbe una freccia che colpisce un bersaglio in basso, il 133 è anfora, il 144 è riso, il 134 è lingua, il 154 sarebbe un attrezzo agricolo con una punta in conchiglia affilata, il 156 è sale/saliera, il 166 è parola, il 173 è rana (pronuncia arcaicheggiante "ming3"), il 176 è oro, il 178 è "afferrare" (una coda di peli), il 181 è porro/scalogno, il 189 è calderone, il 195 è tripode, nel 196 il secondo nome è un'etimologia errata risalente allo Shuowen Jiezi di Xu Shen (non ha potuto consultare le ossa oracolari e i bronzi Shang e Zhou) e il 201 è un flauto. Ma questo non demolisce il resto del libro, ben fatto e con etimologie piuttosto puntuali: come visione olistica, cinque stelle.

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