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Milano : Mondadori, 1998
Abstract: Scoprire la ricchezza di significati nascosta nei 214 caratteri radicali tanti sono i segni fondamentali della scrittura cinese - è il gioco che in questo libro ci propongono gli autori guidandoci attraverso i meccanismi di una lingua viva di seimila anni, parlata da oltre un miliardo di uomini. Questi 214 segni di raffinata eleganza, che ancor oggi trattengono nelle loro forme il riflesso dei primitivi pittogrammi, sono la chiave di lettura dei cinquemila caratteri del dizionario cinese e soprattutto l'espressione tangibile di una civiltà millenaria. In ciascuno di essi è racchiuso un messaggio, un brano di storia, una briciola di saggezza, una nota di costume.
15 ottobre 2020 alle 20:07
Ho letto il libro preso in biblioteca, edizione 2010 (premetto che ricerco assiduamente la filologia dei caratteri e sono Dottore Magistrale in lingua cinese) e ho notato che grossomodo metà dei caratteri (vado a memoria) sono sbagliati o imprecisi. Alcuni sembrano copiati dallo Shuowen Jiezi 说文解字 di Xu Shen 许慎, che ha degli errori perché l'autore di epoca Han (100 d.C.) non ha potuto consultare le ossa oracolari (1250 a.C.), che non erano state ancora scoperte. Altre descrizioni sembrano inventate o prese da chissà dove, sennò sono errori ricopiati. I caratteri più scontati hanno un'interpretazione in generale corretta, salvo delle imprecisioni qua e là. Il libro contiene pure i disegni presi dalle ossa oracolari laddove attestati, ma siccome contiene questi errori, questa trovata molto tipica di libri di filologia (sia seria che di mnemotecnica o filologia folk, a volte spacciata per seria) sembra una cosmesi scollegata all'intepretazione corretta. Tra gli errori e imprecisioni si contano 一, 乙, 辰, 黑, 黄, 入, 卩, 士, 己, 辵 ma in parte vado a memoria e non mi metto a fare l'inventario completo e contarli. Con 214 semplici pittogrammi si conoscerà la scrittura, ma non la Cina: un cinese con alfabetizzazione media conosce 3000 o più caratteri (il dato in descrizione, "6000", non mi risulta). Sull'autore, un giornalista che ha svolto un qualche studio di sinologia (basta fare una comune ricerca su Google), non mi esprimo eccetto per il fatto che urge una riscrittura del libro (la seconda, visto che ce n'è già una). Esistono dizionari filologici più precisi. Che sia chiaro: chi vuole comprarlo, leggerlo e citarlo è liberissimo di farlo ignorando quelle che sono impressioni altrui.
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