Rete Bibliotecaria Bergamasca

Abstract: Il walkman, oggetto simbolo degli anni Ottanta, ha permesso per la prima volta di portarci ovunque andassimo la nostra musica preferita nelle orecchie, inaugurando una nuova antropologia urbana consolidatasi nei decenni attraverso i suoi aggiornamenti tecnologici, con la sostituzione di CD e mp3 alle audiocassette, fino alla fruizione della musica (e di qualsiasi altro contenuto audio) direttamente in streaming con smartphone e auricolari bluetooth. Ma come qualsiasi innovazione tecnologica che ha un profondo impatto sulle nostre vite, contribuendo in questo caso alla formazione delle nostre stesse identità, anche il walkman ha potuto affermarsi grazie a un cambiamento culturale epocale, che ha ridisegnato l’intero assetto economico e quindi sociopolitico dell’Occidente, un cambiamento che vede come spartiacque simbolico lo stesso anno di lancio del walkman, il 1979, anno zero di neoliberismo applicato, postfordismo e diagnosi dei sintomi della postmodernità. Filosofia del walkman racconta da dove viene questo cambiamento e quali sono state le sue conseguenze, con un’attenzione particolare al mondo della musica, che come sempre si fa espressione privilegiata dei sentimenti sociali – e non a caso il walkman serve per ascoltare musica, la “nostra” musica, quella che ci definisce – per poi analizzare il mutamento antropologico di cui il walkman si è fatto promotore.