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Abstract: Villaggio di montagna che vive di estrazione di calcare. Arriva uno straniero. In silenzio, lo straniero volta le pietre che stanno in cima al muro della piazza. In silenzio, lo straniero innesca la rivolta. È stato incaricato dal proprietario della cava di verificarne la produttività. Ma la cava è esaurita, il villaggio è condannato. L'orologio della stazione ticchetta. Un incidente, poi scompare una ragazza. La ritrovano nel bosco, cadavere stuprato. Sguardi sospettosi, sguardi minacciosi, lo straniero diventa il capro che deve espiare tutte le colpe di tutte le generazioni: quella dei padri padroni violenti; quella delle nonne e delle madri che l'hanno sempre accettato; quella delle figlie che madri ancora non sono ma inesorabilmente lo diventeranno. A meno che il treno non scenda finalmente verso valle, verso le città del mondo, verso un altro destino. Siamo vissuti qui dal giorno in cui siamo nati è la fiaba nera di una storia eterna, la storia della ferinità umana che si dà un ordine e poi è ferinità lo stesso, mascherata da società civile, col suo teatrino delle apparenze da salvare e le regole che fanno bene solo a chi comanda. È la storia dell'asfissiante brutalità fisica e psicologica del villaggio in cui tutti viviamo, resa da una polifonia di voci di ragazze, uomini e animali che si intrecciano e creano un rarefatto e doloroso canto universale. È la storia di uno spaziotempo indivisibile, infrangibile, monolitico, contro cui l'essere può solo schiantarsi - o da cui, al più, fuggire per esplorare l'alterità, assecondare la voglia di conoscenza, la speranza che non cessa
Titolo e contributi: Siamo vissuti qui dal giorno in cui siamo nati / Andreas Moster ; traduzione di Silvia Albesano
Pubblicazione: Milano : Il saggiatore, 2018
Descrizione fisica: 200 p. ; 22 cm
EAN: 9788842824268
Data:2018
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
Sono presenti 1 copie, di cui 0 in prestito.
| Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
|---|---|---|---|---|---|
| ALBINO | 833.92 MOS | ALB-146742 | Su scaffale | Prestabile |
Ultime recensioni inserite
È un libro sicuramente impegnativo, brutale, violento, crudo con una scrittura altrettanto faticosa, "pesante", ricca di metafore e significati nascosti. Una scrittura diretta, con frasi spesso brevi, lapidarie, che sono solo la punta di un iceberg di malessere, costrizione, male, sofferenza, da scavare, in profondità. Ne risulta un libro tutt'altro che immediato, ma da analizzare, e dove non sempre risulta facile comprendere a pieno il significato. La tematica è forte e colpisce come uno schiaffo in faccia, provocando tanta rabbia. Andreas Moster presenta una società patriarcale in cui la donna non ha voce in capitolo, in cui le mogli vivono sottomesse ai mariti, che possono prenderle quando vogliono per soddisfare i propri bisogni carnali, in cui le figlie vivono terrorizzate da padri che le percuotono, le castigano e che non permettono loro nemmeno di guardarli negli occhi. La voce narrante è quella di Ay, una ragazza che manifesta solo il desiderio di fuggire, di lasciare questo paese prigione che non lascia scampo, che priva di ogni libertà, costringendo tutti, la donna in particolar modo, alla stessa spaventosa quotidianità. Alla voce narrante in prima persona si alternano poi capitoli in terza persona che presentano la storia dal punto di vista dello straniero, un pesce fuor d'acqua, il capro espiatorio di ogni situazione grave... un uomo che viene demonizzato dai veri diavoli della storia. Il libro è molto introspettivo, riflessivo, con poca azione, anche se presenta un filone più mistery. Vi sono anche diverse parentesi oniriche. La trama è cronologicamente lineare e ci sono pochissimi salti temporali, solo nel rievocare il passato di alcuni personaggi. Ciò che sicuramente non manca, anzi, sovrabbonda, è la violenza, sia sulle persone che sugli animali. Ammetto di aver faticato a portarlo a termine e a caldo ho avuto un attimo di repulsione, ma piano piano lo sto rielaborando, perché è un libro che ti scava dentro, ti urta in modo irruento e, forse, necessito di più tempo per cogliere la bellezza in tutto questo orrore. Non posso però non riconoscere la bravura di questo scrittore e la sua potenza.
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