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Abstract: Paul Dirac (1902-1984), detto il taciturno, era una figura dalle mille contraddizioni, che dovevano fare di lui l'uomo più strano del secolo: impacciato nella conversazione e mirabile nell'esposizione scientifica, timido con le donne e insieme capace di lasciarsi attrarre dal fascino femminile, rigoroso con colleghi e studenti e intanto appassionato di Topolino, freddo come un ghiacciolo, ma anche pronto a battersi fino all'ultimo in difesa dei propri amici. Questo era il fisico più bizzarro del mondo, colui che ha ricostruito l'intero edificio della meccanica quantistica, ha inventato l'antimateria prima di qualsiasi conferma sperimentale, ha ripensato insieme la fisica del molto grande e del molto piccolo aprendo nuovi orizzonti nella comprensione dell'Universo. E tutto ciò, come lui stesso amava ripetere, lasciandomi prendere per mano dalla matematica.
Titolo e contributi: L'uomo più strano del mondo : vita segreta di Paul Dirac, il genio dei quanti / Graham Farmelo
Pubblicazione: Milano : R. Cortina, 2013
Descrizione fisica: 698 p., [4] carte di tav. : ill. ; 23 cm
ISBN: 9788860305695
Data:2013
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
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Se si potesse associare un’immagine a questa biografia, sceglierei la foto di gruppo della Conferenza Solvay del 1927 a cui parteciparono i più grandi fisici del Novecento tra cui lo stesso Dirac, Einstein, Schrodinger, Born, Bohr, Heisemberg, Pauli ed in cui l’unica donna presente fu Marie Curie, che lavorava in Francia. Infatti Dirac, fisico teorico inglese, uno dei fondatori della fisica quantistica, fu amico e collega di molti degli scienziati che parteciparono alla conferenza stessa e di cui si discorre nel testo.
Nella biografia l’autore, Farmelo, mette in risalto alcune peculiarità che hanno costituito le premesse per l’affermarsi di Dirac, vincitore nel 1933 a soli 31 anni del Nobel per la Fisica: l’inflessibile etica del lavoro inculcatagli dal padre, gli studi giovanili da ingegnere, il successivo amore per la matematica, l’applicazione della geometria alla fisica quantistica, il cercare equazioni che fossero soprattutto belle perché, come diceva Dirac, “Dio è un matematico di primissimo livello”.
Dirac riuscì a prevedere l’esistenza dell’elettrone positivo, chiamato positrone, considerato antiparticella del normale elettrone; l’esistenza dei positroni fu poi confermata sperimentalmente; oggi i positroni vengono prodotti in impianti in tutto il mondo e la PET, tomografia ad emissione di positroni, è ampiamente usata nella diagnostica medica strumentale.
Nel libro si trovano molte altre informazioni interessanti su Dirac uomo e scienziato, privato e pubblico, tra cui il fatto che Dirac non volle partecipare al progetto anglo-americano detto Manhattan poiché non voleva che il suo nome venisse accostato alla produzione di una bomba nucleare e poiché riteneva che la guerra potesse essere vinta dagli anglo-americani anche senza un’altra strage di civili.
Dirac lasciò anche molti spunti embrionali che furono poi sviluppati dopo la sua morte da altri fisici come ad esempio la teoria delle stringhe.
Il libro scritto da Farmelo è bellissimo e si legge con estremo gusto; contenendo però concetti di fisica è adatto a chi ha propensione e curiosità per questo ambito o perlomeno per le scienze.
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