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Abstract: Piccole donne, piccole creature, piccoli gorghi in cui affondano esistenze che non hanno nemmeno la forza di gridare (G.A. Borgese) Il libro è una raccolta di novelle pubblicata per la prima volta nel 1911, quando non le mancava il favore del pubblico e della critica; sempre Borgese, suo grande estimatore, scrisse: La vita siciliana, quale essa la espone, non ha né pompa di paesaggio né drammaticità sanguinaria. E' tutta in tono minore. Sono 'piccoli gorghi' in un'acqua paludosa, ove silenziosamente scompaiono vite cui manca perfin la forza di gemere...
Titolo e contributi: Piccoli gorghi / Maria Messina
Pubblicazione: Palermo : Sellerio, 1997
Descrizione fisica: 133 p. ; 17 cm
ISBN: 8838913854
Data:1997
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
Sono presenti 2 copie, di cui 0 in prestito.
| Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
|---|---|---|---|---|---|
| SAN GIOVANNI BIANCO | 853.9 MES | SGI-9139 | Su scaffale | Prestabile | |
| CHIUDUNO | 853.9 MES | CHD-12273 | Su scaffale | Prestabile |
Ultime recensioni inserite
È una raccolta di racconti pubblicata nel 1911 ed evidente risulta il linguaggio d'altri tempi, con l'utilizzo di termini ricercati, a volte dialettali, che non sempre facilitano la comprensione, vista anche l'assenza di un glossario e la difficoltà di reperimento degli stessi online. Ciò che caratterizza le storie raccontate da Maria Messina è l'ambientazione popolare, con personaggi e vicende quotidiane nella cerchia ristretta del paese. Balzano all'occhio le condizioni, gli stili di vita ed i valori del tempo, tra amori segreti, dichiarati ancora in forma cartacea, miseria e speranza di trovare un forestiero danaroso per migliorare la propria vita, il desiderio di emigrare in America in cerca di fortuna e la conseguente disperazione delle donne rimaste sole alla partenza del marito. Emerge la condizione di una donna sottomessa, inferiore all'uomo e spesso sovraccaricata di responsabilità legate alla famiglia, con sacrifici, rassegnazioni e rinuncia ai propri desideri e sogni. L'autrice è molto brava ad investigare l'aspetto interiore di contadini, tessitrici, ricamatrici, pecorai, pastori, calzolai, falegnami, al punto che sembra di sentirne i sospiri di infelicità. E non mancano i giudizi e le derisioni di un paese che mormora, lasciando pochissimo spazio alla vita privata di ognuno. Quello che purtroppo si respira è un sentimento di negatività, come dimostrano tutti gli epiloghi tragici e drammatici. Sicuramente un buon spaccato della vita del tempo, ma in una forma che non risulta così scorrevole ed immediata.
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