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Abstract: Il ritorno di Trump certifica la "stanchezza imperiale" degli Stati Uniti e la sopraggiunta ritrosia dell'America a fungere da soggetto ordinatore del mondo. I fronti di instabilità che si moltiplicano sono il sintomo più evidente di un ordine mondiale in tumultuosa e violenta trasformazione. Di questo tratta il primo volume del 2025, che fa da sfondo al Festival di Limes in programma dal 7 al 9 febbraio al Palazzo Ducale di Genova.La prima parte, "Ordinarie follie", fa il punto teorico e pratico sul processo di destrutturazione degli equilibri emersi dalla guerra fredda. Tra i temi qui affrontati: il riacutizzarsi della proliferazione nucleare, la crescente competizione tecnologica, il ritorno della guerra negli orizzonti di dibattito e pianificazione occidentali, le sfide al dollaro e al sistema commerciale-finanziario su di esso incentrato.La seconda parte, "Occidenti in confusione", si concentra sulle faglie che la crisi dell'egemonia statunitense apre in ciò che definiamo "Occidente". Sono qui discussi, tra l'altro, i problemi aperti dall'incerto destino dell'impegno americano nella Nato, la sopraggiunta crisi tedesca, lo smarrimento strategico britannico e l'offensiva della Casa Bianca verso i vicini nordamericani – soprattutto il Messico.La terza parte, "Guerra grande a caos unificati", passa in rassegna i principali fronti di crisi aperti e le loro interconnessioni. Particolare attenzione è dedicata in questa sede a Ucraina e Medio Oriente, ma anche alla postura cinese e agli sviluppi balcanici, di particolare impatto per l'Italia.In appendice, la consueta rubrica "La storia in carte" a cura di Edoardo Boria.Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista. Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili. L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.
Titolo e contributi: L'ordine del caos
Pubblicazione: Limes, 08/02/2025
EAN: 9788836152742
Data:08-02-2025
Il ritorno di Trump certifica la "stanchezza imperiale" degli Stati Uniti e la sopraggiunta ritrosia dell'America a fungere da soggetto ordinatore del mondo. I fronti di instabilità che si moltiplicano sono il sintomo più evidente di un ordine mondiale in tumultuosa e violenta trasformazione. Di questo tratta il primo volume del 2025, che fa da sfondo al Festival di Limes in programma dal 7 al 9 febbraio al Palazzo Ducale di Genova.La prima parte, "Ordinarie follie", fa il punto teorico e pratico sul processo di destrutturazione degli equilibri emersi dalla guerra fredda. Tra i temi qui affrontati: il riacutizzarsi della proliferazione nucleare, la crescente competizione tecnologica, il ritorno della guerra negli orizzonti di dibattito e pianificazione occidentali, le sfide al dollaro e al sistema commerciale-finanziario su di esso incentrato.La seconda parte, "Occidenti in confusione", si concentra sulle faglie che la crisi dell'egemonia statunitense apre in ciò che definiamo "Occidente". Sono qui discussi, tra l'altro, i problemi aperti dall'incerto destino dell'impegno americano nella Nato, la sopraggiunta crisi tedesca, lo smarrimento strategico britannico e l'offensiva della Casa Bianca verso i vicini nordamericani – soprattutto il Messico.La terza parte, "Guerra grande a caos unificati", passa in rassegna i principali fronti di crisi aperti e le loro interconnessioni. Particolare attenzione è dedicata in questa sede a Ucraina e Medio Oriente, ma anche alla postura cinese e agli sviluppi balcanici, di particolare impatto per l'Italia.In appendice, la consueta rubrica "La storia in carte" a cura di Edoardo Boria.Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista. Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili. L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.
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