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Trovati 198 documenti.
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Adelphi, 23/04/2012
Abstract: "Un attimo dopo l'inverosimile accadde. L'uomo era di nuovo lì, curvo su una lunga massa che trascinava nel fango". "Doveva essere pesantissima. Fatti quattro metri si fermò a riprendere fiato. La porta di casa era rimasta aperta. Mancavano ancora venti o trenta metri al mare". ""Ah..."". "Intuirono quel gemito e lo sforzo di tutti i muscoli. La pioggia continuava a cadere. Aggrappata alla manica di Maigret, la mano del doganiere tremava in modo convulso". ""Vede!...". "Eh sì! Era andata proprio come aveva detto la donna e come il doganiere aveva previsto. L'ometto era senz'altro il giudice Forlacroix. E quello che trascinava nel fango era certamente il corpo inerte di un uomo!".(Le inchieste di Maigret 19 di 75)
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Adelphi, 28/05/2012
Abstract: In mezzo al brulichio della folla, l'impiegato fissa la cartella che gli sta aperta davanti. Con gesto meccanico ha posato l'occhialetto sulla carta assorbente e lo guarda con i suoi grossi occhi da miope. È allora che si verifica il fenomeno. Una delle lenti, fungendo da specchio, riflette le tracce di inchiostro che si sono asciugate sulla carta. Lui riesce a distinguere una parola: ucciderò. Osserva più attentamente e vede per intero la scritta originaria: "Domani, alle cinque di pomeriggio, ucciderò l'indovina. Firmato Picpus". (Le inchieste di Maigret 24 di 75)
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Adelphi, 25/06/2012
Abstract: Povera Cécile! Eppure era ancora giovane! Maigret aveva avuto per le mani i suoi documenti: ventott'anni appena. Ma era difficile immaginare una donna che avesse un'aria più da zitella di lei, che fosse meno aggraziata, malgrado tutta la buona volontà che ci metteva per rendersi attraente. Quei vestiti neri che sicuramente si confezionava da sé usando pessimi modelli... Quel ridicolo cappello verde sotto il quale era impossibile scorgere alcuna grazia femminile... Un volto pallidissimo e, come se tutto ciò non bastasse, un leggero strabismo... Arrivava alle otto del mattino, già rassegnata alla lunga attesa. "Il commissario Maigret, per favore...". "Non so se verrà stamattina... Potrebbe parlare con l'ispettore Berger che...". "No, grazie... Aspetterò...". E aspettava tutta la giornata, senza muoversi, senza mostrare il benché minimo segno di impazienza, alzandosi di scatto, come in preda all'emozione, appena il commissario spuntava su dalle scale.(Le inchieste di Maigret 28 di 75)
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Adelphi, 25/06/2012
Abstract: Era ridicolo quel piede senza scarpa, lì sul marciapiede, accanto all'altro con la scarpa di capretto nero. Era nudo, intimo. Non pareva appartenere a un morto. Maigret si allontanò e andò a raccogliere la seconda scarpa, rimasta a sei o sette metri dal corpo. Dopo non disse più niente. Aspettava fumando. Altri curiosi si avvicinarono al gruppo, commentando a voce bassa. Poi il furgone si fermò vicino al marciapiede e due uomini sollevarono il cadavere. Sotto, il suolo era pulito, senza tracce di sangue. "Lei ha finito, Lequeux, aspetto il suo rapporto". Fu allora che Maigret prese possesso del morto. Salì sul furgone accanto all'autista e piantò in asso tutti. Si comportò così per tutta la notte, e per tutta la mattina seguente: si sarebbe detto che il corpo gli appartenesse, che quel morto fosse il suo morto.(Le inchieste di Maigret 29 di 75)
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Adelphi, 25/06/2012
Abstract: "Si era messo in testa di capire e avrebbe capito. Proprio così! Tanto per cominciare aveva scoperto il motivo per cui Harry Cole gli faceva perdere le staffe. L'uomo dell'FBI era persuaso che Maigret fosse un tipo in gamba nel suo paese, ma che lì, negli Stati Uniti, non potesse cavar fuori un ragno dal buco. "Più Cole lo vedeva rimuginare più si divertiva. Maigret, invece, era convinto che gli uomini e le loro passioni fossero uguali dappertutto. "Doveva smetterla di restare a bocca aperta davanti alle differenze, di stupirsi dei grattacieli, del deserto, dei cactus, degli stivali e dei cappelli da cow-boy, delle macchine per spedire le bilie in buca e dei grammofoni automatici".(Le inchieste di Maigret 30 di 75)
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Adelphi, 25/06/2012
Abstract: ... nel frattempo Maigret non fece che pensare a Little John. Lo aveva visto per pochi istanti, si erano scambiati solo qualche banalità, eppure a un tratto si rese conto con una sorta di stupore che quell'uomo gli aveva fatto una grande impressione. Se lo rivedeva davanti, piccolo e magro, vestito in modo fin troppo inappuntabile, con quella faccia quasi insignificante. Ma allora, che cosa poteva averlo colpito tanto? Incuriosito, si sforzò di ricordare ogni minimo gesto di quell'omino asciutto e nervoso. E improvvisamente ricordò i suoi occhi, e in particolare lo sguardo che Maura gli aveva rivolto all'inizio, quando, non sapendo ancora di essere osservato, aveva socchiuso la porta del salotto. Little John aveva gli occhi freddi!(Le inchieste di Maigret 26 di 75)
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Adelphi, 23/07/2012
Abstract: "La matassa era ingarbugliata, senza dubbio. Ernest Malik aveva ragione a guardare Maigret con quel sorrisetto tra il sarcastico e lo sprezzante. Quella faccenda non faceva per lui. Si sentiva a disagio. Era un mondo a lui estraneo, che stentava a ricostruire."Anche l'ambiente gli dava ai nervi per quel tanto di artificioso che vi avvertiva. Ville imponenti con parchi deserti e persiane chiuse, giardinieri che andavano e venivano per i viali, e il pontile, le barche minuscole dalla vernice impeccabile, le auto lucide come specchi ferme nei garage..."E quei tipi pieni di sussiego, quei fratelli e quelle cognate che probabilmente si detestavano ma che, fiutato il pericolo, facevano quadrato contro di lui".(Le inchieste di Maigret 35 di 75)
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Adelphi, 27/08/2012
Abstract: In fondo Maigret non era poi così arrabbiato come voleva far credere. Pozzo era un osso duro, e la cosa non gli dispiaceva. Non gli dispiaceva neppure doversela vedere con dei tizi contro i quali la polizia americana si era rotta le corna. Veri duri, che giocavano pesante. MacDonald non aveva forse detto che Cinaglia era un killer? Non sarebbe stato male, di lì a qualche giorno, telefonare a Washington e dire, con aria distaccata: "Hello, Jimmy!... Li ho incastrati!".(Le inchieste di Maigret 39 di 75)
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Adelphi, 24/09/2012
Abstract: Nel corso della sua carriera Maigret aveva interrogato migliaia, decine di migliaia di persone: alcune occupavano posizioni di prestigio, altre erano famose per la loro ricchezza e altre ancora figuravano tra i più intelligenti criminali internazionali.Eppure attribuiva a quell'interrogatorio un'importanza che non aveva mai attribuito a nessun altro, e non per la posizione sociale di Gouin né per la fama di cui godeva in tutto il mondo.Capiva che Lucas fin dall'inizio del caso si chiedeva perché non andasse direttamente a fare delle domande precise al professore, e che ancora adesso il brav'uomo era sconcertato dal malumore del capo.Maigret non poteva confessare la verità né al suo ispettore né ad altri, e nemmeno a sua moglie. A essere sinceri, non osava formularla chiaramente neanche a se stesso.(Le inchieste di Maigret 42 di 75)
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Adelphi, 24/09/2012
Abstract: A mano a mano che il tempo passava, tutti cominciavano a dar segni di nervosismo e perfino Maigret perdeva un po' la sua sicurezza. Niente lasciava supporre che proprio quella sera sarebbe successo qualcosa. Anche se l'assassino avesse deciso di uccidere di nuovo per far sapere di essere sempre in libertà, avrebbe benissimo potuto agire la sera seguente, o quella dopo ancora, oppure otto o dieci giorni più tardi. Ed era impensabile tenere mobilitati a lungo tutti quei poliziotti. Altrettanto impensabile era riuscire, per un'intera settimana, a mantenere un segreto condiviso da tante persone. E se invece l'uomo avesse deciso di agire subito?...Quando gli sarebbe scattato il raptus? In quel momento, mentre loro erano occupati a tendergli una trappola, per tutti quelli che avevano a che fare con lui era un uomo come gli altri. C'era chi gli parlava, o lo serviva a tavola, o gli stringeva la mano. E lui rispondeva, sorrideva, forse rideva anche.(Le inchieste di Maigret 45 di 75)
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Adelphi, 22/10/2012
Abstract: Sui giornali del mattino non c'era nulla. Si accontentavano di riproporre, con minori dettagli, quanto pubblicato il giorno prima sui fogli della sera. Improvvisamente si era creato un vuoto, come se il caso fosse giunto a un punto morto. Si sentiva frustrato. Il suo primo pensiero fu: "Ma che diavolo fanno?". Pensava a Janvier e agli altri del Quai des Orfèvres: risolvere il problema era il loro mestiere, no? Passarono diversi minuti prima che il suo senso dello humour riprendesse il sopravvento e lui riuscisse a farsi beffe di se stesso. Aveva reagito da lettore medio: non gli avevano servito la sua sbobba biquotidiana e ne era indispettito. Per un momento, al pari del grande pubblico, aveva avuto l'impressione che la polizia non facesse il suo dovere...(Le inchieste di Maigret 50 di 75)
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Adelphi, 26/11/2012
Abstract: "D'improvviso ci si trovava immersi in un universo spersonalizzato, dove le parole di tutti i giorni erano come monete fuori corso, dove i fatti più quotidiani si traducevano in formule oscure. La toga nera dei giudici, l'ermellino, la toga rossa dell'avvocato generale accentuavano ancor più quell'impressione di rituale immutabile dove l'individuo veniva annullato". "Eppure il presidente Bernerie conduceva i dibattimenti con la massima pazienza e umanità. Non metteva fretta ai testimoni, non li interrompeva quando sembravano dilungarsi in dettagli inutili". "Con altri magistrati, più rigidi, a Maigret era capitato di stringere i pugni per la stizza e l'impotenza". "Anche oggi sapeva di aver dato solo un riflesso spento, schematico, della realtà. Tutto ciò che aveva appena detto era vero, ma non era riuscito a far sentire il peso delle cose, la loro intensità, il loro fremito, il loro odore".(Le inchieste di Maigret 53 di 75)
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Adelphi, 26/11/2012
Abstract: "E se quella sera Maigret aveva iniziato di colpo a parlare era per distogliere l'amico dai suoi pensieri, certo, ma soprattutto perché la telefonata ricevuta da Pardon aveva risvegliato in lui sentimenti non dissimili da quelli che agitavano il dottore. Non era senso di colpa: Maigret, del resto, detestava quell'espressione. Ma neppure rimorso. Entrambi erano a volte costretti, in virtù del mestiere che avevano scelto, a prendere una decisione da cui dipendeva il destino degli altri. Nel caso di Pardon un destino di vita o di morte. Nel loro atteggiamento non c'era nulla di romantico. Né sconforto, né ribellione. Solo una certa serietà venata di malinconia".(Le inchieste di Maigret 55 di 75)
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Adelphi, 24/12/2012
Abstract: Aveva gli occhi spalancati, come persi nel nulla, la schiena curva e il passo lento e pigro.In quei momenti, le persone intorno a lui e soprattutto i suoi collaboratori pensavano che si stesse concentrando. Niente di più falso. Maigret aveva un bel dire, ma nessuno gli credeva. In realtà, ciò che faceva era un po' ridicolo, addirittura infantile. Prendeva un briciolo d'idea, un pezzettino di frase e se lo ripeteva come uno scolaro che cerca di farsi entrare in testa la lezione. Gli capitava anche di muovere le labbra, di parlare a bassa voce, da solo nel bel mezzo dell'ufficio, sul marciapiede, dovunque. E quello che diceva non sempre aveva senso. A volte sembrava una battuta. "Ci sono stati casi di avvocati uccisi da un cliente, ma non ho mai sentito parlare di clienti uccisi dal loro avvocato...".(Le inchieste di Maigret 60 di 75)
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Adelphi, 28/01/2013
Abstract: "Leggi..." disse mettendo davanti a Janvier la deposizione della ragazza.Alla ventesima riga Janvier arrossì, così come era arrossito Maigret al mattino in questura. "Chi mai si è permesso di...". Bravo Janvier! Lui e Lucas erano i più vecchi collaboratori di Maigret e fra loro tre non servivano tante parole per capirsi. Subito, senza bisogno di pensarci sopra, Janvier era arrivato alla stessa domanda, quella che Maigret, essendo direttamente coinvolto, ci aveva messo più tempo a formulare. "Chi c'è dietro?". "È proprio quello che vorrei sapere... Chi c'è dietro...".(Le inchieste di Maigret 62 di 75)
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Adelphi, 28/01/2013
Abstract: "Maigret si sentiva meno leggero di quando si era svegliato quel mattino nell'appartamento inondato di sole, o di quando, sulla piattaforma dell'autobus, assaporava le immagini di una Parigi variopinta come le illustrazioni di un libro per bambini". "La gente aveva la mania di interrogarlo sui suoi metodi. Alcuni sostenevano addirittura di saperli analizzare, e allora li guardava con una sorta di beffarda curiosità, visto che lui, il più delle volte, improvvisava, basandosi semplicemente sull'istinto".(Le inchieste di Maigret 63 di 75)
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Adelphi, 28/01/2013
Abstract: "Fece per voltarsi, e intravide un giovane sul cui volto si leggeva un'emozione che, lì per lì, non riuscì a capire". "Doveva avere meno di venticinque anni ed era senza cappello, con i capelli scuri in disordine, mal rasato. Aveva l'aria di uno che non ha dormito, che è reduce da ore difficili o penose". "Sgusciando verso il predellino, saltò giù dall'autobus in corsa. In quel momento erano all'angolo di rue Rambuteau, non lontano dalle Halles, di cui si percepiva l'odore intenso. Il giovane si mise a camminare svelto, voltandosi come se avesse paura di qualcosa, e imboccò rue des Blancs-Manteaux". "D'un tratto, senza una ragione precisa, Maigret portò la mano alla tasca posteriore dei pantaloni, dove teneva il portafoglio". "Per poco non si precipitò anche lui giù dall'autobus: il portafoglio era sparito".(Le inchieste di Maigret 65 di 75)
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Maigret e l'omicida di rue Popincourt
Adelphi, 25/03/2013
Abstract: "Sporgendosi dalla ringhiera, la signora Maigret guardava il marito scendere le scale con passo pesante un po' come avrebbe guardato uno scolaro che andava ad affrontare un esame difficile. Lei non ne sapeva molto di più dei giornali, ma quel che i giornali ignoravano era con quanta energia suo marito si sforzava di capire, con quanta concentrazione affrontava certe inchieste. Era come se si immedesimasse con quelli a cui dava la caccia e soffrisse i loro stessi tormenti".(Le inchieste di Maigret 72 di 75)