Questo sito non utilizza cookie di profilazione ma solo cookie tecnici ai fini del corretto funzionamento delle pagine. Per maggiori informazioni clicca qui.

Puoi trovare moltissimi documenti, libri e materiale multimediale riguardanti:
Utilizza i filtri per selezionare ulteriormente i documenti.
Se hai bisogno di informazioni o assistenza contattaci:
035 0900226
Trovati 12045 documenti.
Bergamo : Grafica & Arte, 2019
[Bergamo] : Fondazione per la storia economica e sociale di Bergamo, 2019
Dalmine : Parrocchia e oratorio San Giuseppe, 2019 (stampa Clusone : Equa)
[S.l. : s.n.], 2019 (Terno d'Isola : Tipografia dell'Isola)
Piario : Cumpagnia del Fil de Fer, 2019
[S.l. : s.n., 2019?]
Bergamo : Sestante, 2019
Abstract: Abbiamo una lingua madre brusca, scontrosa e laconica. Le sue parole spesso tronche sanno d’infanzia, di calore e di casa. E abbiamo una lingua padre più elegante, scorrevole e levigata. Che ci ricorda la scuola, il servizio militare e il mondo del lavoro. Siamo cresciuti così, con i suoni aspri e dolci che ci chiamavano al cibo, al sonno, allo studio. E gli altri suoni più neutri scambiati con la maestra, il commilitone e il collega. Càpita di dimenticarla, la lingua madre, di trascurarla per lungo tempo. Ma tornare a Bergamo e ricominciare a parlarla, dopo un viaggio per dovere o per piacere, è come rimettersi una vecchia e comoda tuta, calzare le pantofole e togliersi le scarpe che fanno male. E ci sembra di poter dire più cose, e a volte dirle meglio, perché smicià, per fare un esempio, non è semplicemente sbirciare, ma è farlo di sottecchi, socchiudendo gli occhi, e la smorfia che si fa pronunciandola è la stessa che si assume nell’atto stesso. Il codeghì è molto più buono del cotechino, forse perché è nostrano, e quando dici föch ti sembra di sentirlo scoppiettare. Per le cose che contano davvero ci bastano due sillabe, e spesso ne serve una sola. La cà, òl pà. L’essenziale per la vita è l’essenziale per la lingua. Nostra madre così ci ha educati, a pretendere poco e di quel poco farne tesoro. Nemmeno il fiato va sprecato, perché la nostra non è una terra generosa. E non importa se non coltiviamo più i campi e la miseria l’abbiamo dimenticata. Il nostro animo contadino pensa ancora a tutti gli inverni che verranno. Ma che supereremo, come abbiamo superato tutti gli altri. Perché è nel nostro carattere, che magari non ha fiammate, ma ha la brasca. E la brasca, lo sanno tutti, non la spegni mai
[Milano]: Gallerie d'Italia ; Milano : Skira, 2019
Abstract: Uno studio monografico approfondito dedicato a un capolavoro del grande maestro della pittura del Rinascimento. Il volume è dedicato alla "Madonna di Alzano", opera capitale di Giovanni Bellini, appartenente alla collezioni dell'Accademia Carrara. Questo straordinario dipinto è il simbolo di quel rapporto di dare e avere tra Venezia e la Terraferma, coltivato dalla Repubblica veneta anche con i territori più lontani. Se per i pittori maggiormente dotati, compresi quelli d'origine bergamasca, era d'obbligo formarsi in Laguna, più raramente i dipinti dei maestri veneziani raggiungevano le terre di confine, come Bergamo ultima propaggine occidentale della Serenissima. Salvato dalla dispersione grazie a Giovanni Morelli, colto conoscitore di profilo europeo, tra i maggiori mecenati dell'Accademia Carrara, il dipinto s'impone non solo per la considerevole dimensione sottolineata della monumentale cornice, ma per la suggestiva naturalezza con la quale avviene uno dei dialoghi più umani della storia dell'arte rinascimentale. Il rapporto tra la Madonna e il Bambino viene interpretato da Giovanni Bellini con estrema naturalezza, con quella pacata serenità di cui l'artista fu insuperato maestro e una delle ragioni del suo grande successo. Nella sua assorta bellezza, la Madonna di Alzano incarna quel crocevia culturale, di storia e di collezionismo come poche altre opere della pinacoteca riescono a testimoniare. Il volume contiene i saggi di Caroline Campbell e Giovanni Valagussa.
Il Santo Crocifisso di Telgate : una devozione tra passato, presente e futuro / [Giuseppe Carminati]
Telgate : Parrocchia di Telgate, 2019
Dalle De Marchi : una scuola per la vita / Mina Bonetti
Azzano San Paolo : Bolis, 2019
Possessione Castel Cerreto-Treviglio : [s.n.], 2019
Bergamo : Archivio bergamasco centro studi e ricerche, 2019
Abstract: Attorno al Sessantotto. Alle radici del movimento di protesta degli anni Sessanta nel Bergamasco. Atti del Convegno, Bergamo, 17 novembre 2018 Archivio Bergamasco nella giornata di studi Attorno al Sessantotto ha presentato i risultati di una prima ricostruzione d’insieme di tale periodo nella realtà bergamasca, finora mancante, recuperando le fonti scritte e orali disponibili. L’arco cronologico coperto dall’indagine è il quadriennio 1967-1970, nel quale sono ricon-ducibili l’incubazione, l’esordio e i primi sviluppi del movimento. Nonostante differenze anche cospicue al suo interno, esso mantenne fino al 1970 un profilo sostanzialmente unitario, una sua organizzazione autonoma rispetto a gruppi e partiti politici e un saldo riferimento ai contenuti e alle tematiche tipici del ‘Sessantotto globale’. Senza inseguire letture riduttive o demonizzanti, si è cercato di analizzare, in un ambiente come quello bergamasco permeato dal rinnovamento giovanneo la complessità della protesta studentesca e operaia degli anni sessanta e il progetto di un mondo nuovo, evitando di abbracciare interpretazioni deformanti di un 1968 riletto a posteriori tramite le lenti di ingrandimento degli ‘anni di piombo’, anni che negarono molte delle istanze di un Sessantotto che fu anzitutto antiautoritario, libertario e pacifista e non l’anticamera del terrorismo (Ellelibri)
Noir bergamasco : l'ombra dei disciplini : romanzo / Marco Carminati
Bergamo : Grafica & arte, 2019
Abstract: Bergamo medievale rivive in un moderno thriller dove passato e presente si intrecciano in una storia a tinte fosche che lascia col fiato sospeso
Bergamo : Lubrina Bramani, 2019
Abstract: Bergomum è la prima, grande mostra che ricompone in un racconto complessivo le tracce di una storia millenaria che l’archeologia ha riportato in luce sotto la pelle della città. Il visitatore, come un antico romano, percorre il tragitto che conduce nel cuore di Bergomum, con i suoi suoni e i suoi abitanti, il foro monumentale, l’anfiteatro per i giochi gladiatori, il teatro, le botteghe, le terme pubbliche e le ricche domus. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo e dalla Soprintendenza Archeologia di Bergamo e Brescia,e curata da Stefania Casini e Maria Fortunati, Bergomum è una mostra diffusa che dal Palazzo della Ragione prosegue nelle aree archeologiche urbane.
Pessano con Bornago : Mimep-Docete, 2019
Abstract: Quattro storie di giovani che, di fronte all' insorgere di malattie mortali hanno saputo offrire la loro vita e le loro sofferenze a Gesù: Beata Chiara Luce Badano di Sassello (SV), Carlo Acutis di Milano, Angelica Tiraboschi di Treviglio (BG), Matteo Farina di Avellino. Il libro contiene una breve biografia di ciascuno e una selezione di brani dei loro scritti a modo di diario. Seguono testimonianze e rimandi a siti di approfondimento. Il libro è la testimonianza di come la fede abbia trasformato in questi quattro giovani una tragedia che sembra inspiegabile in una offerta di sé che diventa fecondità di vita. Per tutti e quattro sono aperte le cause di beatificazione o canonizzazione.
Bergamo : Fondazione Credito Bergamasco, 2019
S. Pellegrino : a tasteful italian story / [Tarcisio Bottani]
[S.l. : s.n., 2019] (Vilminore di Scalve : Graphicscalve)
[S.l.] : Insieme con Don Aldo, 2019
Abstract: Don Aldo Nicoli (1934-2009) era soprattutto un prete, un dono di Dio alla comunità per la comunità. La straordinaria intelligenza, il dinamismo irrefrenabile, la sapiente concretezza, l'ardita lungimiranza, unite alla sua fede cieca nella Provvidenza facevano di lui l'uomo giusto al posto giusto e al momento giusto, quando c'erano problemi amministrativi o progetti da realizzare nella sua diocesi e al di fuori. Per questo suo essere sempre in prima linea, al confine con la mentalità del mondo, a volte era oggetto di malignità, ma don Aldo ha continuato a rivestire pazientemente un ruolo che realizzava nella carità, pur preferendo sempre il contatto vivo con la comunità parrocchiale. Ha offerto con amore tutto se stesso, consumandosi per gli altri.
Crespi d'Adda : la centrale idroelettrica / Giorgio Ravasio
Ed. ampliata
Capriate San Gervasio : Tessere Memoria, 2019
Abstract: L'energia come motore dell'industria e dello sviluppo. A Crespi d'Adda, la centrale fu il primo edificio ad essere progettato e costruito poiché, senza di essa, nulla avrebbe avuto senso. Questa è la storia di questo edificio e della importanza che rivestì per la costruzione del villaggio operaio modello voluto da Cristoforo Benigno Crespi. Il villaggio operaio inserito dall'Unesco nel 1995 nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità, vive oggi una rinascita culturale che lo pone ad esempio per tutto il nostro Paese. La centrale idroelettrica, meticolosamente ristrutturata nel 2015, è un gioiello di archeologia dell'industria ed è, da due anni, attiva e aperta al pubblico. www.crespidadda.it