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Trovati 4 documenti.
Vij / Nikolaj Gogol ; traduzione a cura di Kollektiv Ulyanov
Milano : Abe, 2021
Abstract: Un giovane e sventurato seminarista, una vecchia fattucchiera, una graziosa fanciulla defunta, tre notti di litanie, i demoni e lui, il Vij. Una fiaba dell'orrore, una mistura di ingredienti realistici, fantastici e grotteschi nella pura tradizione gogoliana già sperimentata nelle Veglie alla fattoria presso Dikan'ka, l'abilità di mescolare il tutto con sapiente maestria, di attirare il lettore in una spirale di emozioni, dopo avergli fatto sorseggiare l'intruglio magico della lingua russa ottocentesca. Vij, apparso per la prima volta nel 1835 all'interno della raccolta Mirgorod, è tutto questo. È una serie di situazioni rocambolesche che il giovane Chomà Brut si trova ad affrontare dall'arrivo in una fattoria maledetta fino alla veglia del corpo di una giovane cosacca. È la contrapposizione tra il realismo diurno e il fantastico della notte. È un breve affresco della perenne battaglia tra la luce e le tenebre. Vij, come si trovò a dire lo stesso Gogol', «Codesta storia è tutta una leggenda popolare. Mutarla in alcunché non ho voluto e pressoché con la stessa semplicità con cui l'ho udita, la racconto».
Morte di un pensionato / Vladimir Kantor ; a curad i Emilia Magnanini
Venezia-Mestre : Amos, 2013
Abstract: L’approccio di Vladimir Kantor al tema della vita e della morte si avvicina alla sensibilità e alla poetica di Dostoevskij. Morte di un pensionato ci presenta una situazione di degrado sociale nella Russia di oggi: una persona anziana, ormai abbandonata da tutti, benché nella sua vita sia stata professore universitario e autore di molti libri, si lascia morire nella più assoluta indifferenza, essendo ormai considerato uno «scarto sociale». Kantor affronta il tema della morte come abbandono: dal punto di vista di chi abbandona la vita e di chi è abbandonato.
Milano : Bompiani, 2009
Abstract: Anche se il titolo ha suggerito sovente dei concetti fuorvianti, L'Idiota di Fëdor Dostoevskij è un'opera enigmatica, percorsa da una tensione religiosa e da domande assolute. La sua stesura si trasformò in una terribile lotta contro il tempo, scandita da un ritmo asfissiante: la rivista Russkij vestnik, il Messaggero russo, che la pubblicò a puntate, costrinse Dostoevskij a consegne periodiche senza possibilità di deroga. Siamo negli anni 1867-68; nel 1869 le parti saranno raccolte in volume. [...] Dostoevskij stesso lascia una preziosa indicazione da tutti ripresa che vale la pena comunque rileggere: l'idea principale del romanzo è rappresentare in uomo positivamente buono. Non c'è nulla di più difficile al mondo, e specialmente adesso; tutti gli scrittori, non solo i nostri, ma anche tutti quelli europei che hanno affrontato a rappresentazione di un uomo positivamente buono, hanno fatto fiasco. Perché questo è un compito smisurato. Il bello è un ideale, ma l'ideale non è nostro né la civile Europa l'ha minimamente elaborato. Nel mondo c'è una persona positivamente buona - Cristo, così che l'apparizione di quest'uomo smisuratamente, sconfinatamente buono è naturalmente un miracolo sconfinato. Ma io sono andato troppo lontano. Ricorderò soltanto che di uomini buoni nella letteratura cristiana il solo compiuto è Don Chisciotte. Ma egli è buono esclusivamente perché nello stesso tempo è anche comico. (Dall'introduzione di Armando Torno)
Il vij / Nikolaj V. Gogol' : a cura di Eridano Bazzarelli
Milano : BUR, 2007
Abstract: Lo studente di filosofia Choma Brut, caduto sotto l'incantesimo di una vecchia strega, riesce a liberarsene battendo a morte la donna con un ceppo. Non molto tempo dopo Choma viene a sapere che la strega era in realtà la giovane figlia di un capo cosacco, il quale esige che sia lo studente ad officiare le esequie e a recitare le litanie accanto alla defunta per tre notti consecutive, volendo con ciò esaudire il desiderio espresso dalla ragazza in punto di morte.