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Trovati 23 documenti.
L'idiota / Fëdor Dostoevskij ; traduzione e a cura di Serena Prina
Vicenza : Pozza, 2024
Abstract: Due giovani uomini, seduti l’uno di fronte all’altro, con le ginocchia che si toccano, nello spazio limitato di un vagone in corsa. Uno biondo, mite, luminoso; l’altro bruno, cupo, febbricitante. Comincia così, in uno spazio ristretto e in movimento, con due personaggi che si rispecchiano l’uno nell’altro, uno dei testi più misteriosi, inattesi, davvero enigmatici della letteratura mondiale, l’«esperimento» di Dostoevskij, un’opera che disgrega i limiti del romanzo della sua epoca e si proietta in avanti a testa bassa, senza freni, verso la modernità, andando però nel contempo a prendere energia e struttura in un passato letterario antichissimo. «L’idea principale del romanzo è raffigurare un uomo positivamente bello. Al mondo non c’è nulla di più difficile» scriveva Dostoevskij. Il principe Myškin, l’«idiota», diventa dunque una sorta di simbolo vivente capace di evocare la figura di Cristo, l’unica positivamente bella per Dostoevskij, che tuttavia quasi non è nominata nel romanzo, pur pervadendolo. Il mondo in cui si muovono il protagonista, le figure comprimarie e le complesse relazioni d’amore che li intrecciano è privo di ogni salvifica bellezza, è un mondo feroce, che gronda sangue, dove chi è indifeso (Nastas’ja bambina, in balia di un adulto depravato; Aglaja giovanetta, prigioniera di convenzioni sociali che le fanno orrore; persino Rogožin, travolto da una passione priva di limiti), o chi si porta nel cuore la mitezza, la grazia, la compassione, si muove a tentoni, cercando di indovinare le regole della sopravvivenza, sempre fallendo, sino al colpo di coltello finale.
Racconti / Fëdor Michajlovic Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2023
Universale economica Feltrinelli Classici
Abstract: Dalla penna di uno dei più straordinari romanzieri del diciannovesimo secolo sono uscite anche queste dodici piccole gemme. Nei racconti, in particolar modo in quelli scritti prima del processo, della finta condanna a morte e dei lavori forzati, l’artista affina le sue armi e comincia a esplorare i temi che poi diventeranno centrali nelle sue opere maggiori. Soprattutto, sorprendentemente, mettendosi alla prova su registri che all’interno dei grandi romanzi troveranno meno spazio, come quello comico. Non mancano infatti povertà, furti, truffe, donne crudeli, matrimoni calcolati attorno ad alberi di Natale e ricconi che decidono di morire indigenti pur di preservare il proprio denaro, ma queste pagine sono anche colorate di cartomanti imbroglione, improbabili eventi che si frappongono nell’amicizia di uomini d’affari ed esilaranti disavventure di mariti gelosi. La finissima abilità di Dostoevskij di scrutare l’animo umano è già tutta in queste pagine. Le accompagnano, per la prima volta in Italia, quelle parti dei racconti giovanili che lo stesso autore tagliò in occasione dell’edizione del 1860.
Il sosia / Fedor Dostoevskij ; traduzione e cura di Serena Prina
Vicenza : Pozza, 2022
Abstract: È una notte di tregenda a San Pietroburgo, una terribile notte novembrina. Il consigliere titolare Goljadkin avanza a piccoli passi rapidi e minuti. Incurante della neve, dell'aria gravida di ascessi, raffreddori e febbri, vorrebbe fuggire da sé stesso, distruggersi del tutto, ridursi in cenere. In casa di Olsufij Ivanovic, suo benefattore e padre della bella Klara, ha subìto la peggiore delle umiliazioni: è stato messo alla porta come il più spregevole degli esseri umani. Non c'è anima viva in giro, eccetto un passante che, vestito e imbacuccato come il consigliere titolare, sgambetta a passi corti lungo il marciapiede della Fontanka e sparisce poi lontano, procurando a Goljadkin una vaga inquietudine. Il consigliere titolare si affretta allora a raggiungere casa, ma, una volta messo piede nel suo appartamento, una terrificante sorpresa lo aspetta: seduto sul suo letto, il suo conoscente notturno gli fa un cenno amichevole col capo. Goljadkin si accascia al suolo in preda al terrore. L'uomo infatti non è altri che lui stesso, un altro Goljadkin, il suo sosia sotto tutti gli aspetti. Così, con questo espediente carnevalesco comincia quest'opera. Ai contemporanei seguaci della scuola naturale, quando fu pubblicata per la prima volta nel 1846, apparve in tutto e per tutto come un racconto alla Gogol', in cui il fantastico viene piegato in chiave comico-grottesca. Sbagliavano. Il sosia è lontano dalla dimensione gogoliana della scrittura, poiché annuncia l'essenza stessa, la verità più profonda di tutta l'opera di Dostoevskij: l'idea che l'uomo è un essere fondamentalmente doppio, un vivente capace di essere costantemente altro da ciò che è, l'unico in grado di arrivare persino alla negazione di sé («Di tutto si può discutere all'infinito, ma da me s'è riversata fuori soltanto negazione» afferma Stavrogin nei Demonî). Come scrive Serena Prina nella postfazione a questa edizione, da lei curata e ritradotta dal russo, dell'uomo del sottosuolo, di Raskol'nikov, di Stavrogin, dei Karamazov, di tutti i personaggi che, nell'universo dostoevskiano, sono afflitti da «violente pulsioni contrapposte», Goljadkin rappresenta l'avanguardia, l'«ineludibile punto di partenza dell'esplorazione dei mondi interiori».
Delitto e castigo ; in appendice Diario di Raskòl'nikov / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Ed. rinnovata
Milano : Mondadori, 2021
Abstract: Spinto da considerazioni teoriche, oltre che dalla miseria, Rodiòn Romànovic Raskòl'nikov, ex studente, massacra a colpi di scure un'anziana usuraia e la sorella di lei: un delitto orribile che lo condanna al rimorso e alla nevrosi, ma che è anche l'inizio di un percorso di perdizione e redenzione nel quale è centrale l'amore per la dolce Sonja. Questa la vicenda di "Delitto e castigo", un romanzo nel quale confluiscono le grandi questioni che agitavano la Russia di metà Ottocento e tormentavano l'animo di Dostoevskij: problemi sociali (la fame, l'alcolismo, la prostituzione, l'usura, l'inurbamento), così come grandi temi etici (il bene e il male, l'autorità e la giustizia, la libertà, il potere dell'uomo sull'uomo...). Tutti questi argomenti si intrecciano, tra le pagine di "Delitto e castigo", su un piano onirico e malato. Una dimensione visionaria, popolata di fantasmi, che è ben rappresentata anche nel cosiddetto "Diario di Raskòl'nikov", qui aggiunto in appendice: alcune pagine della tormentata prima stesura del romanzo, in cui il protagonista rievoca in prima persona il momento del delitto.
Memorie del sottosuolo / Fedor Dostoevskij ; introduzione e traduzione di Serena Prina
Vicenza : Neri Pozza, 2021
Biblioteca
Abstract: «Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo». Così comincia quest'opera che, come scrive Serena Prina nella postfazione a questa nuova edizione, annuncia «uno dei libri più sconvolgenti della letteratura mondiale, destinato a segnare indelebilmente l'intero processo della scrittura occidentale». Un incipit che, nei tre puntini che separano le due frasi, in quello «iato iniziale tra malattia e malvagità, tra richiesta di comprensione e brusco respingimento», mostra subito l'oggetto delle sue pagine: la vita interiore di una nuova specie d'uomo, l'uomo del sottosuolo, l'«antieroe» della modernità in cui si dissolve ogni appartenenza e identità. Dostoevskij pubblicò le "Memorie dal sottosuolo" nel 1864. È molto probabile, però, che il progetto dell'opera sia nato prima, negli anni in cui, tornato dai lavori forzati e dal confino, lo scrittore russo decise di andare a vedere con i propri occhi quell'Occidente di cui tutti parlavano. Quarantenne «malato», appunto, incattivito dalla prigionia, convinto che l'umanità avesse ormai smarrito il proprio cammino, Dostoevskij viaggiatore non è lontano dall'uomo senza nome protagonista delle pagine delle "Memorie dal sottosuolo". La radice autobiografica dell'opera, però, non ne spiega certo l'universalità. L'apparizione di questo libro segna, infatti, una data fondamentale nella letteratura occidentale non soltanto perché descrive un individuo che, irrimediabilmente separato dalla società, da un mondo che non riconosce più come suo, trova riparo nella propria interiorità. «Il personaggio dell'antieroe nel quale è privilegiata non già la vita sociale ma la vita interiore» (Alberto Moravia) non è, insomma, il solo tratto fondamentale di quest'opera. Il suo cuore vero sta nel fatto che il suo protagonista, l'uomo del sottosuolo, l'«antieroe» della modernità, appare come un individuo che non può trovare in realtà alcun riparo nella propria interiorità, poiché è indelebilmente separato anche da sé stesso. In «una sorta di danza» delle parole, come scrive Serena Prina, del loro rincorrersi e delle loro contorsioni, l'uomo del sottosuolo rovescia su di sé tutte le contraddizioni possibili, sino al punto da sottoporsi a quella continua, spietata interrogazione del Sé che caratterizzerà poi le pagine migliori della letteratura del secolo successivo.
Milano : Feltrinelli, 2021
Abstract: Arkadij Dolgorukij ha diciannove anni, propugna convinzioni assolute e nutre un'ambizione sconfinata, pari solo alla propria ingenuità. Figlio illegittimo di un dissoluto proprietario terriero, è combattuto fra il desiderio di denunciare le malefatte del genitore e il bisogno di esserne amato, ed è sotto la spinta di queste opposte pulsioni che raggiunge il padre a San Pietroburgo per prendere servizio nel posto che questi gli ha procurato. In realtà, però, Arkadij ha un piano - un delirio di grandezza che ha trovato terreno fertile nell'isolamento in cui il ragazzo è cresciuto - ed è entrato in possesso di un misterioso documento, che dovrebbe assicurargli un infallibile ascendente sui suoi interlocutori, se solo fosse sicuro di come esercitarlo e di quale risultato intenda ottenere. Nato dall'intenzione di scrivere un'opera ideologica sul tema delle "famiglie casuali", terreno di coltura per una gioventù inquieta e sradicata, L'adolescente trascende il progetto iniziale dell'autore riuscendo a toccare corde molto intime, temi che ci hanno sfiorati tutti nel percorso verso l'età adulta. A completare il testo, questo volume presenta Vita di un grande peccatore, il primo abbozzo di un'opera da cui sarebbero poi scaturiti tre fra i più importanti romanzi di Dostoevskij: I demonî, L'adolescente e, in parte, I fratelli Karamazov.
Netocka Nezvanova / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2020
Abstract: Anna, Anneta, Netocka: è così che nasce il nome della protagonista, come un tenero diminutivo creato da una povera madre disperata per vezzeggiare la figlioletta in un raro slancio affettuoso, in una misera stanza pietroburghese. Ma in Netocka domina, e diventa a sua volta diminutivo, il net della negazione, rafforzato dal cognome, Nezvanova, formato da un "ne" ("non") e dal participio passato passivo di "zvat'", "chiamare". Noina Lanonchiamata, è questa la traduzione approssimativa che fin dal titolo pone la piccola protagonista sotto il segno potente del "no": Netocka è l'esclusa, è colei che non è invitata al banchetto della vita, e che dal suo cantuccio è destinata a scrutare il mondo, degli adulti di casa prima, degli estranei di fuori poi. Un Dostoevskij al femminile, dunque, che però intreccia all'analisi del mondo interiore della bambina le tematiche tipiche del suo primo periodo, quello a suo modo "romantico", nel quale ragiona sul ruolo e sul senso dell'artista, e sul rapporto con le proprie opere. Le prime tre parti di Netocka vennero pubblicate all'inizio del 1849: a fine aprile Dostoevskij fu arrestato, condannato a morte, graziato mentre già si trovava sul patibolo. A ciò seguirono la deportazione, i lavori forzati, il confino: dieci anni nel buio della steppa, a cercare la luce; dieci anni dai quali Dostoevskij fece ritorno profondamente mutato, colmo di nuove idee, nuove passioni, nuove profondissime intuizioni. La quarta, quinta e sesta parte di Netocka non vennero mai scritte, in quanto l'aprile del 1849 segnò davvero la cesura fondamentale della creatività dostoevskiana: dopo, nulla sarebbe più stato lo stesso.
Milano : Mondadori, 2020
Abstract: "Umiliati e offesi" (1862) narra la storia di una ragazza, Natasa, che si innamora di un giovane, figlio di un principe privo di scrupoli. Per vendicarsi di quello che reputa un affronto personale, il principe cerca in tutti i modi di rovinare il padre di Natasa, un piccolo possidente, riuscendo a rompere l'idillio fra i due giovani. Il romanzo è narrato in prima persona da Vanja, anch'egli innamorato di Natasa, personaggio nel quale è riconoscibile lo stesso Dostoevskij. La singolare architettura dell'opera, dalle improvvise svolte dell'intreccio all'andamento nervoso e mutevole, già anticipa il futuro autore di "Delitto e castigo" e dei Fratelli Karamàzov, con la sua straordinaria capacità di rappresentare la complessa gamma di sensazioni, pensieri e sentimenti dei protagonisti. Introduzione di Serena Prina. Con un saggio di Vladimir Solov'e?v.
Milano : Feltrinelli, 2019
Abstract: Il triangolo amoroso è il protagonista di questo piccolo capolavoro dove la farsa del beato cornuto e dell'astuto amante si tramuta nello scontro-incontro tra due crisi morali. Velcàninov, affascinante Don Giovanni alle soglie della mezza età, incontra a Pietroburgo Pavel Pàvlovic Trusockij, la cui moglie, morta da poco, era stata sua amante nove anni prima. Ha così inizio una sorta di lotta tra i due, con continui colpi di scena, fino a una conclusione al limite del grottesco
Umiliati e offesi / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2018
Abstract: Quando, nel 1859, Dostoevskij ottenne il permesso di rientrare dalla deportazione nella Russia europea, aveva bisogno di qualcosa di clamoroso per riaffermare la propria posizione nel panorama letterario dell'epoca. Fu così che nella primavera del 1860 si dedicò alla stesura di un roman-feuilleton pieno di situazioni estreme, spregiudicate, delle quali si parlava con relativa disinvoltura, incentrate sul tema della fanciulla offesa e vittima di individui senza scrupoli. Sedotte e abbandonate: questo è il destino delle donne in "Umiliati e offesi". Ma anche maledette dai propri padri. L'occhio di Dostoevskij si sofferma ad analizzare la relazione padre/figlia, e lo fa tramutandola nel nucleo portante della narrazione: sono ben tre le coppie di padri e figlie che si avvicendano nelle pagine del romanzo, portando avanti ciascuna una linea narrativa e una modalità esistenziale che conducono a una conclusione differente. Le vicende sono tenute assieme dalla presenza del narratore Ivan Petrovic, che per tutto il romanzo si sposta frenetico da una casa all'altra, fungendo da testimone oculare e, alla fine, da vero e proprio deus ex machina. In questa figura si manifesta il tormento di Dostoevskij, giunto al punto di svolta della propria creatività e alla ricerca di un nuovo modello di narratore.
Le notti bianche ; La cronaca di Pietroburgo / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
8. ed.
Milano : Feltrinelli, 2018
Abstract: Un giovane sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, incontra una misteriosa fanciulla e vive la sua "educazione sentimentale", segnata da un brusco risveglio con conseguente ritorno alla realtà. Un Dostoevskij lirico, ispirato, comincia a riflettere sulle disillusioni dell'esistenza e dell'amore nell'ultima opera pubblicata prima dell'arresto e della deportazione, esperienze che modificheranno in maniera radicale e definitiva la sua concezione dell'uomo e dell'arte. In questa edizione, al celebre racconto viene affiancata la visione "diurna" di Pietroburgo contenuta nei feuilletons che compongono la Cronaca di Pietroburgo, vero e proprio laboratorio per la scrittura dostoevskiana. Lo stretto legame tra pubblicistica e letteratura, che accompagnerà Dostoevskij negli anni della maturità, viene così a manifestarsi fin quasi dal suo esordio. Il racconto Le notti bianche ha ispirato il film omonimo di Luchino Visconti (1957), con Marcello Mastroianni e Maria Schell, e il film Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson (1971).
Milano : Mondadori libri, 2016
Abstract: Spinto da considerazioni teoriche, oltre che dalla miseria, il giovane Raskòl'nikov uccide un'anziana usuraia e si condanna così al rimorso e alfa nevrosi; trova infine pace nell'espiazione è nell'amore per la dolce Sonja. "Delitto e castigo" è dunque il romanzo della perdizione, ma dì una perdizione, che, proprio nel suo momento più oscuro, trova una luce che la redime. E in ognuno dei molteplici personaggi sopravvive una scintilla di bontà, soffocata dall'orrore eppure ancora palpitante di speranza. Intessuto di una grande complessità di temi, il romanzo riflette i principali motivi che agitarono la Russia di metà Ottocento e l'animo dell'autore: dagli ideali protosocialisti a un superomismo quasi nietzschiano, fino al misticismo messianico tipicamente slavo.
Povera gente / Fedor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2016
Abstract: È particolare l'emozione che ci guida quando ci accingiamo a leggere "Povera gente" di Dostoevskij perché tutto, in quest'opera, accade per la prima volta: la prima scala pietroburghese, sporca e cadente, la prima fanciulla umiliata e offesa, il primo sognatore innamorato e disilluso dalla vita, il primo sordido individuo pronto a sottrarre l'innocenza a chi gli sta intorno. Dostoevskij non aveva infatti mai scritto nulla in precedenza, e questo esordio è considerato uno dei più clamorosi della storia della letteratura mondiale. Il principale critico del tempo, Vissarion Belinskij, si entusiasmò al punto di parlare della comparsa dell'erede diretto di Puskin e Gogol', e per il ventiquattrenne Dostoevskij si spalancarono, anche se per breve tempo, le porte della fama. Povera gente è un romanzo epistolare che si svolge nell'arco di quasi sei mesi e che unisce nello scambio di lettere un modesto funzionario di mezza età e una graziosa fanciulla, orfana e senza protezione: povera gente, appunto, in una miserabile Pietroburgo, senza speranze o vie d'uscita, dove l'insulto e l'umiliazione sono parte integrante della vita quotidiana. Ma oltre al realismo sociale, "naturale", all'epoca così di moda, Dostoevskij fin da questa sua prima opera comincia a sperimentare le tecniche della scrittura che lo porteranno a rivoluzionare il romanzo dell'Ottocento, raccontando al lettore il tormento di essere scrittore.
Notti bianche ; La cronaca di Pietroburgo / Fëdor M. Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2015
Abstract: Un giovane sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, incontra una misteriosa fanciulla e vive la sua educazione sentimentale, segnata da un brusco risveglio con conseguente ritorno alla realtà. Un Dostoevskij lirico, ispirato, comincia a riflettere sulle disillusioni dell'esistenza e dell'amore nell'ultima opera pubblicata prima dell'arresto e della deportazione, esperienze che modificheranno in maniera radicale e definitiva la sua concezione dell'uomo e dell'arte. In questa edizione, al celebre racconto viene affiancata la visione diurna di Pietroburgo contenuta nei feuilletons che compongono la Cronaca di Pietroburgo, vero e proprio laboratorio per la scrittura dostoevskiana. Lo stretto legame tra pubblicistica e letteratura, che accompagnerà Dostoevskij negli anni della maturità, viene così a manifestarsi fin quasi dal suo esordio. Il racconto Le notti bianche ha ispirato il film omonimo di Luchino Visconti (1957), con Marcello Mastroianni e Maria Schell, e il film Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson (1971).
Il giocatore / Fedor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2014
Abstract: Quella che Dostoevskij tratteggia nel Giocatore è una vera e propria radiografia letteraria del vizio del gioco, un'istantanea dei modi in cui il demone dell'azzardo può possedere uomini e donne di età ed estrazione sociale diversa. Un'istantanea così vivida da spingere Sergej Prokofiev a trasformarla in un'opera omonima, caposaldo della lirica novecentesca. Nella fittizia cittadina tedesca di Roulettenburg va in scena, attorno a un totem fatto di fiches e casinò, un vero e proprio carosello di figure, dal giovane precettore Aleksej al vecchio generale, dall'anziana, ricchissima nonnina al cialtronesco marchese des Grieux, dalla graziosa Polina alla misteriosa mademoiselle Blanche. Succede di tutto, eppure nulla cambia e chi, come Aleksej, è posseduto dal gioco potrà guarire e redimersi, sì, ma solo da domani.
I fratelli Karamazov / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2014
Abstract: I fratelli Karamazov si configura come la cronaca di una qualsiasi famiglia della provincia russa, contrassegnata dall'acerrimo contrasto tra la figura del padre, Fëdor, tirannico libertino, e i suoi quattro figli: Alesa, profondo conoscitore dell'animo umano, Dmitrij, un tenentino impulsivo, oscillante tra slanci di generosità e bassezze crudeli, Ivan, raffinato cultore dell'ateismo, e Smerdjakov, figlio epilettico e illegittimo e per questo condannato ai lavori più servili in casa. Quattro diverse personalità che trovano come punto di convergenza l'odio comune verso il padre.
4. ed.
Milano : Feltrinelli, 2014
Abstract: Queste note, pubblicate nel 1863, sono l'amaro resoconto del primo viaggio in occidente di Dostoevskij: colonia, Parigi, Londra, un'Italia visitata in fretta, nella quale si fa un gran parlare di Garibaldi. La borghesia europea occidentale e la sua cultura sono il principale richiamo per lo scrittore russo. Dostoevskij tornerà deluso: le grandi idee di cui si sono nutriti i suoi sogni hanno prodotto mediocrità e ingiustizia. Le metropoli e le nuove società sono prive del primo elemento necessario all'uomo: la libertà di coscienza. Il racconto del viaggio si trasforma così in un esperimento di filosofia dell'Europa.
Il giocatore / Fëdor Dostoevskij ; traduzione e cura di Serena Prina
Milano : Feltrinelli, 2012
Abstract: Quella che Dostoevskij tratteggia nel Giocatore è una vera e propria radiografia letteraria del vizio del gioco, un'istantanea dei modi in cui il demone dell'azzardo può possedere uomini e donne di età ed estrazione sociale diversa. Un'istantanea così vivida da spingere Sergej Prokofiev a trasformarla in un'opera omonima, caposaldo della lirica novecentesca. Nella fittizia cittadina tedesca di Roulettenburg va in scena, attorno a un totem fatto di fiches e casinò, un vero e proprio carosello di figure, dal giovane precettore Aleksej al vecchio generale, dall'anziana, ricchissima nonnina al cialtronesco marchese des Grieux, dalla graziosa Polina alla misteriosa mademoiselle Blanche. Succede di tutto, eppure nulla cambia e chi, come Aleksej, è posseduto dal gioco potrà guarire e redimersi, sì, ma solo da domani.
Milano : Mondadori, 2012
2. ed.
Milano : Feltrinelli, 2008
Abstract: Queste note, pubblicate nel 1863, sono l'amaro resoconto del primo viaggio in occidente di Dostoevskij: colonia, Parigi, Londra, un'Italia visitata in fretta, nella quale si fa un gran parlare di Garibaldi. La borghesia europea occidentale e la sua cultura sono il principale richiamo per lo scrittore russo. Dostoevskij tornerà deluso: le grandi idee di cui si sono nutriti i suoi sogni hanno prodotto mediocrità e ingiustizia. Le metropoli e le nuove società sono prive del primo elemento necessario all'uomo: la libertà di coscienza. Il racconto del viaggio si trasforma così in un esperimento di filosofia dell'Europa.