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Trovati 33 documenti.
Opere erotiche / Publio Nasone Ovidio ; a cura di Adriana Della Casa
Novara : UTET, 2023
Abstract: «Brucio di passione e nell'animo, rimasto senza altri sentimenti, regna solo l'Amore.» Così Ovidio inizia a cantare negli Amores, destreggiandosi con i suoi precetti tra fedeltà, gelosia, frivolezza e volubilità, e lo fa con una tale leggerezza e maestria da rivoluzionare l'esperienza stessa dell'amore: nessun pathos e nessuno struggimento, amare è un passatempo in cui perdersi con distacco e ironia, con eleganza e malizia. Sempre sotto l'egida di Cupido, torna poi al tempo del mito, accarezzando con i versi delle Heroides le spine degli amori imperfetti e impartendo una lezione: l'amore devoto, soffocato dalla possessività e dalla nostalgia, è destinato ad appassire nell'infelicità di chi ama ciecamente. Per fuggire a questa sorte serve dunque padroneggiare l'Ars amatoria, un armamentario di regole, un vero e proprio catechismo del corteggiamento: dai luoghi più appartati di Roma all'abbigliamento più adatto all'occasione, Ovidio si fa maestro dei numerosi aspetti da considerare per padroneggiare quest'arte. E se nell'ispirato prontuario non si dimentica di istruire le giovani amanti su come sedurre e ammaliare a loro volta, a loro sono dedicate anche le ricette dei Medicamina faciei, in cui il poeta le invita a esplorare l'arte della cosmesi. Infine, per tutti coloro che, pur avendo seguito i precetti, non sono stati corrisposti, i Remedia amoris costituiscono la cura efficace al mal d'amore, così da spezzare le ferree catene di Cupido.
Torino : Einaudi, 2022
Abstract: Nell'incipit delle Metamorfosi Ovidio dichiara con lucida concisione l'argomento del poema: «L'animo mi spinge a cantare le forme mutate in nuovi corpi...» Subito dopo, nel corso dello stesso v. 2, si saggia lo spettro semantico di mutare. Invocando l'ispirazione divina sui suoi progetti (coeptis) il poeta insinua, con un rapido slittamento metalinguistico («avete mutato anche quelli»), che di origine divina sia anche il mutamento della propria attività e della propria carriera poetica. Sarà bene ricordarsi di questo lampo polisemico, quando nel libro XV si approssima il termine del carmen perpetuum, che dai primordi del caos giunge fino all'impero di Augusto, e proprio la categoria del mutamento è collocata al centro del discorso di Pitagora, che ne fa il puntello di due forti posizioni ideologiche, tra loro collegate: la metempsicosi, o rinascita dell'anima dopo la morte novis domibus (XV, 159), cioè in un nuovo corpo, proprio come recitava l'incipit, e il vegetarianismo, misura prudenziale contro il rischio che il nuovo corpo sia quello di un animale. Ma nel potente respiro di un linguaggio indebitato con Lucrezio, ancorché divergente per molti contenuti, il principio che omnia mutantur (XV, 165) si allarga alla struttura globale dell'universo: nel tempo, inarrestabile come un fiume, cuncta novantur (XV, 185), a cominciare dall'alternanza tra notte e giorno e tra sole e luna e dalla successione delle stagioni, per poi proseguire con le epoche della vita umana, nel suo processo di sviluppo e successivo declino. (...) Non sembra ragionevole dubitare che il discorso di Pitagora costituisca nel suo insieme l'attribuzione di un senso unitario all'insieme delle metamorfosi della persona in animale, vegetale o minerale, che sono oggetto del discorso poetico, inquadrandole nel genere prossimo del mutamento; quello che manca è invece il riferimento alla differenza specifica, consistente nel fatto che, mentre il sistema descritto da Pitagora è governato da un ritmo fisiologico (o a questo assimilabile), che consente di trarre conseguenze certe da premesse dotate di valore complessivo, la trasformazione che i personaggi di Ovidio subiscono rappresenta una rottura, un evento inatteso e saliente rispetto a vicende di vita ordinaria, che viene spesso veicolato dal ricorrere della parola mirum, «che suscita meraviglia». Ciò potrebbe far pensare al profilo del poema come un insieme di situazioni polarizzate fra un linguaggio neutro, connettivo, interlocutorio o al massimo preparatorio, e un'esplosione di senso, o forse di nonsenso, un profilo piatto intercalato da punte che si ripresentano a intervalli non regolari. Quello che abbiamo di fronte nell'affascinante lettura è qualcosa di molto diverso, che fa onore alla definizione di carmen perpetuum: un'unità insieme fusa e fluida che fa appena avvertire le giunture episodiche, che scavalca con macro-enjambement la stessa partizione in libri, che esplora il gusto inesauribile del narrare in tutte le sue pieghe, comprese quelle ritagliate nelle scatole cinesi del racconto nel racconto. Credo che questo risultato discenda soprattutto dalla riduzione, o traduzione, della metamorfosi da alterità assoluta a un rapporto di mutua comprensibilità e comunicazione col quotidiano. (dall'Introduzione di Guido Paduano).
Milano : Feltrinelli, 2023
Abstract: “Se fra il popolo qualcuno non conosce l’arte di amare, saggio diventi leggendo i miei versi, e ami così.” Una vera e propria didattica erotica. A questo sono consacrate le opere qui raccolte – l’Ars amatoria, il poemetto incompleto sui cosmetici femminili Medicamina faciei femineae e i Remedia amoris. Esse rappresentano anche, in un certo senso, un atto di ribellione nei confronti della politica augustea: in pieno contrasto con lo slancio moralizzatore e austero di Augusto, infatti, Ovidio si abbandona a un’indagine ardente e giocosa dell’erotico. Per l’imperatore l’amore era quello coniugale, che nulla aveva a che fare con la passione e molto con gli interessi economici o politici. L’amore cantato da Ovidio è invece un gioco che allieta la vita, e un’arte da apprendere con meticolosa dedizione. Il poeta si fa carico di insegnarla: suggerisce ai suoi allievi e alle sue allieve strategie e tattiche per ottenere il successo, che consiste nella soddisfazione del desiderio, scevra di complicazioni sentimentali. Con questo trittico di opere Ovidio assurse a nuova fama, fino a diventare il beniamino della società raffinata di Roma. Un trionfo che però lo avrebbe reso inviso all’imperatore e sarebbe stato causa della sua successiva caduta in disgrazia e della condanna al confino.
Milano : Mondadori, 2020
Abstract: Figlio di una capitale immensa, colta e corrotta, Ovidio ci appare come il poeta latino più moderno ed elegante, il più congeniale ai nostri tempi alessandrini. L'arte di amare è, forse, il suo libro più irresistibile. Fin dai primi versi, Ovidio ci informa che l'amore non è una passione tragica né un destino: è un gioco psicologico, un'attrazione erotica, un ricamo dell'intelligenza, un continuo inganno. Il suo libro vuole trasformarlo in un'arte e in una tecnica, come quelle del cacciatore, del mercante e del marinaio; anche se, alla fine, quella di amare si rivela la più impossibile delle arti, e l'unico consiglio che Ovidio può darci è di conservare l'animo flessibilissimo e proteiforme, adattandoci alla molteplicità del mondo umano.
Milano : BUR, 2016
Roma : Newton Compton, 2015
Abstract: Il far bene l'amore, il saper sedurre, conquistare e poi trattenere a sé la persona desiderata è per Ovidio un'arte vera e propria, al pari di quella oratoria o di quella militare. Autentico breviario della raffinatezza e della frivolezza di una società gaudente e mondana, giunta ormai all'apice della sua potenza, i tre poemetti proposti nel volume sono un esempio di erotismo elegante, un repertorio di casistica amorosa, un catechismo del corteggiamento e dell'atto amatorio che, insegna Ovidio, con sapiente indugiare e repentino affrettarsi deve compiersi con la totale soddisfazione di entrambi i partner. Il genio di Ovidio si rivela in una serie vivacissima e colorata di scene maliziose e brillanti, inno a una giovinezza che sta fuggendo, tra teneri sussurri, grida e dolcezze.
Milano : Mondadori, 2015
Scrittori greci e latini. Paperback
Abstract: Ovidio sembra il poeta più congeniale ai nostri tempi alessandrini. "L'arte di amare" è, forse, il suo libro più irresistibile. Fin dai primi versi, Ovidio ci informa che non conosce l'ispirazione divina; e che l'amore non è una passione tragica né un destino. L'amore è un gioco psicologico, un'attrazione erotica, un ricamo dell'intelligenza, un continuo inganno. Il suo libro vuole trasformarlo in un'arte e in una tecnica, come quelle del cacciatore, del mercante e del marinaio (sebbene, poi, quella di amare sia la più impossibile delle arti, perché l'unico consiglio che Ovidio può darci è di conservare l'animo flessibilissimo e proteiforme, adattandoci alla molteplicità del mondo umano). Nessun poeta, nemmeno gli eleganti poeti della "decadenza" francese e inglese, è più moderno di Ovidio, figlio di una capitale immensa, colta e corrotta. Quale capolavoro è questo finto-vero poema didascalico. Quale mescolanza di intelligenza, ironia, irriverenza, oscenità, eleganza preziosa, senso del particolare e del colore, sapienza costruttiva.
Le Metamorfosi / di Ovidio ; [traduzione] Vittorio Sermonti
Milano : Rizzoli, 2014
Abstract: Che cos'hanno da dire all'uomo del ventunesimo secolo le storie di Narciso che si consuma nell'amore di sé, di Aracne ragnificata per la propria superbia, di Dafne trasformata in alloro per sottrarsi alle brame di Apollo, di Mirra innamorata di suo padre e Bìblide di suo fratello, di Progne e di Medea che, assetate di vendetta, si fanno assassine dei propri figli? Perché dovrebbero interessargli due alluvioni universali, una trentina di stupri e quasi altrettanti stupri mancati, più di un caso di transessualità, tre incesti e due tentati incesti, circa sedici fiumi innamorati, quattro isole e otto cani che cominciano con la lettera 'L'... per non dire delle centinaia di alberificazioni, uccellificazioni, pietrificazioni, stellificazioni che si tamponano, si abbinano, si contaminano, si mescolano, si inquinano senza pudore nelle Metamorfosi di Ovidio? Per rispondersi, l'uomo del ventunesimo secolo farà bene a sgranare gli occhi su questo libro e affacciarsi su una incredibile raffica di mutazioni, scandite da scarti di timbro, aritmie, modulazioni, tracciate talora da un'ironia micidiale, sull'orlo talora del gossip; dove però ad ogni passo può spalancarsi il crepaccio della tragedia. Se saprà riconoscersi nel delicato nonsenso di essere sempre chi è diventando continuamente un altro, e nel suo segreto bisogno di incantesimi e di mostri, si potrà permettere la libertà di perdersi fra gli esametri di questo libro, lasciandosi accompagnare dalla traduzione di Vittorio Sermonti.
L'arte di amare / Ovidio ; cura e traduzione di Cesare Vivaldi
Ed. integrale
Roma : Newton Compton, 2014
Metamorfosi / Publio Ovidio Nasone ; a cura di Nino Scivoletto
Novara : UTET, 2013
Abstract: Con grazia, maestria e immaginazione fervente lo scultore Pigmalione, scontento della realtà imperfetta che lo circonda, plasma una donna tanto bella da prendere vita. Con gesto simile Publio Ovidio Nasone, poco prima d'essere costretto all'esilio, nei primi anni dell'era cristiana, scrive un poema di oltre dodicimila versi, in cui rielabora centinaia di miti, favole delicate e drammatici intrecci: storie inverosimili ma più vere del vero. È così che, nell'universo imprevedibile raccontato dal poeta, le pietre di Deucalione e Pirra si trasformano in uomini, fanciulle e semidei mutano, a volte, in minerali e uccelli, l'invidia di una dea determina la sorte dell'abile Aracne, la gelosia di Giunone prende corpo in una punizione esemplare. E ancora, i vascelli di Enea assumono la forma di ninfe marine. La statua di Pigmalione si anima al calore delle sue carezze. Il leggiadro Narciso si strugge d'amore per se stesso, fino a consumarsi e divenire un fiore. Eroi e sovrani, divinità e mostri inquietanti - ma anche esuli, combattenti e umile gente - sono i protagonisti dei quindici libri che compongono le Metamorfosi, opera dal respiro universale che spazia dall'origine del mondo agli anni mutevoli e lacerati della Roma imperiale. Tra dèi furiosi e innamorati, eroine appassionate, aiutanti magici e comprimari ignari, Ovidio mette in scena uno spettacolo grandioso e cangiante come la vita: a volte comico, a volte tragico, invariabilmente umano.
L'arte di amare / Ovidio ; traduzione e note di Ettore Barelli ; prefazione di Eva Cantarella
Milano : BUR : Corriere della sera, 2012
Il trucco delle donne / Ovidio ; a cura di Francesca Focaroli
Milano : La vita ferlice, 2012
Abstract: Nel terzo libro dell'Ars amandi, dedicato all'arte femminile della seduzione, Ovidio rimanda le sue lettrici alla consultazione di un'altra opera da lui composta: il libellum dei Medicamina faciei femineae, di cui oggi rimane un solo frammento di cento versi. In questo poemetto, Ovidio consacra i suoi distici all'esaltazione della bellezza femminile e alla cura di essa, ai raffinati espedienti e ai trucchi che permettono di tener desto l'amore. Il termine medicamina si riferisce appunto ai prodotti di bellezza, ai trucchi e ai preparati cosmetici che donne e fanciulle devono imparare a confezionare. Ma al di là delle ricette artigianali e dei consigli di bellezza, Ovidio si fa qui portavoce di una civiltà raffinata e colta, dedita alla cura dell'eleganza e alla ricercatezza delle forme, e questo manuale di arte cosmetica diventa specchio della ricca società augustea.
Edizioni integrali
Roma : Newton Compton, 2011
Abstract: Il far bene l'amore, il saper sedurre, conquistare e poi trattenere a sé la persona desiderata è per Ovidio un'arte vera e propria, al pari di quella oratoria o di quella militare. Autentico breviario della raffinatezza e della frivolezza di una società gaudente e mondana, giunta ormai all'apice della sua potenza, i tre poemetti proposti nel volume sono un esempio di erotismo elegante, un repertorio di casistica amorosa, un catechismo del corteggiamento e dell'atto amatorio che, insegna Ovidio, con sapiente indugiare e repentino affrettarsi deve compiersi con la totale soddisfazione di entrambi i partner. Il genio di Ovidio si rivela in una serie vivacissima e colorata di scene maliziose e brillanti, inno a una giovinezza che sta fuggendo, tra teneri sussurri, grida e dolcezze.
Le metamorfosi / Publio Ovidio Nasone ; cura e traduzione in versi di Mario Scaffidi Abbate
Ed. integrale
Roma : Newton Compton, 2011
Abstract: È uno dei classici dell'antichità più amati non solo da grandi poeti e scrittori ma anche da un pubblico vastissimo di lettori: Ariosto ne era innamorato, Dante lo cita più volte, ha ispirato Shakespeare, D'Annunzio e Montale, commuove con le sue tragiche storie d'amore, diverte con la sua ironia. Le Metamorfosi è un libro che affascina perché racconta duecentoquarantasei bellissime favole, tutte dedicate al gioco, tanto caro ai Greci che ne riempirono il loro mondo magico, del cambiamento improvviso e totale, della trasformazione, Sorprende e fa riflettere scoprire che protagoniste di questi ultimi e definitivi esiti di passioni, di offese mortali e follia sono soprattutto donne, dai nomi fatali: Europa, Armonia, Medea, Medusa, Filomela, Arianna, Tisbe, Eco, come a testimoniare la sensibilità di Ovidio - poeta romano esiliato, cacciato e abbandonato come qualcuna delle sue eroine - per l'universo femminile. Con la profondità del sentire e la potenza dell'invenzione poetica, ci trascina attraverso i quindici libri del suo capolavoro come attraverso un mare di immagini, dove prendono vita i personaggi più diversi, ma dove soprattutto è la voce delle donne a modulare la paura, l'amore, l'odio e la disperazione a fronte di un universo maschile che è già di pietra.
Amores / Ovidio ; a cura di Fabio Varieschi
Milano : Mondadori, stampa 2010
Abstract: Il romanzo d'amore fra Ovidio e Corinna, nucleo centrale di questo libro, è fra i più particolari della letteratura romana. Ripreso dall'esempio di altre celebri raccolte di liriche erotiche e sentimentali, gli Amores si rivelano quasi come una parodia del genere, evidenziando tutti gli aspetti umoristici e satirici delle relazioni amorose. Il poeta, ben lungi dall'esaltare la fedeltà, si vanta di poter amare due donne insieme, di poter beffare mariti gelosi e persino di poter dividere la stessa donna con altri.
Milano : Rizzoli, 2009
17. ed.
Milano : BUR, 2008
Lettere di eroine / Publio Ovidio Nasone ; introduzione, traduzione e note di Gianpiero Rosati
5. ed.
Milano : BUR, 2008
Tristezze / Publio Ovidio Nasone ; introduzione, traduzione e note di Francesca Lechi
4. ed.
Milano : BUR, 2008
Eroidi / Publio Ovidio Nasone ; introduzione, traduzione e note di Emanuela Salvadori
3. ed.
Milano : Garzanti, 2008
Abstract: Ventuno eroine del mito classico, da Elena a Briseide, da Penelepe a Didone, scrivono una lettera accorata e straziante al loro amante per convincerlo a non lasciarle. Di fronte a questi uomini lontani, insensibili e assenti, si stagliano con poetica drammaticità altrettante donne poste di fronte a un destino che si compie loro malgrado. Ogni epistola è una storia a sé stante, eppure, lette tutte d'un flato, tracciano un meraviglioso ritratto collettivo dell'universo femminile, scandagliato con sorprendente profondità fino nei recessi più oscuri dell'anima, dove risiedono le spinte primigenie dell'amore.