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Trovati 19 documenti.
Torino : Bollati Boringhieri, 2022
Abstract: Il desiderio di felicità sembra essere un tratto congenito alla natura umana: è comune a ogni epoca e a tutte le culture. Ma se le parole ci permettono di comunicare e di comprenderci, sono al tempo stesso fonte di malintesi. La parola «felicità», infatti, nasconde una trappola semantica. Da un lato ha avuto per lungo tempo - dagli antichi greci al Medioevo e alla prima modernità - un connotato etico: di armonia civile, indissolubilmente legata alla sfera pubblica e al buon governo, o di beatitudine spirituale, inscindibile dal divino e dal sacro. Dall'altro lato, prima con la Rivoluzione francese e poi con l'emergere del liberalismo, la felicità diviene invece un obiettivo dell'individuo, materiale e «quantificabile» attraverso merci e denaro: qualcosa, dunque, di neutro dal punto di vista etico. La felicità moderna ha quindi sempre meno a che fare con una vita «buona» - in armonia con gli altri, con se stessi e con il proprio ambiente. Si identifica invece sempre più con il guadagno e la ricchezza. A questa «felicità» deviante e in ultima analisi tossica, scrive Latouche in queste pagine, è oggi indispensabile contrapporre una frugalità sobria e serena, un'autolimitazione conviviale e gioiosa, veicolata, in maniera decisiva, dal nostro rapporto con il cibo e con l'alimentazione. Contro gli eccessi dell'iperconsumo e dello spreco promossi dall'agricoltura produttivista e dalla grande distribuzione, ma anche contro il cibo spazzatura tipico dell'alimentazione globalizzata che con essa va di pari passo, Latouche sostiene il ritorno a un'agricoltura rispettosa del suolo e della vita, alle gastronomie tradizionali - legate agli ingredienti locali - e a una fruizione del cibo integrata, in armonia con l'ambiente circostante. L'obesità, la fame, la malnutrizione, le carestie raccontano infatti una stessa contraddizione: quella di una società intossicata dalla crescita e che sta fagocitando la vita. A tutto ciò è necessario rispondere rallentando, riducendo e ridistribuendo, attraverso la costruzione di una società dell'abbondanza che sia al contempo felice e frugale.
Torino : Bollati Boringhieri, 2021
Abstract: «Decrescita»: che cosa si intende esattamente con questa parola? Un'inversione della curva di crescita del prodotto interno lordo, indice statistico che dovrebbe misurare la ricchezza? La fine dell'ideologia della crescita, ovvero del produttivismo? Se la crescita è una fede nel progresso, allora la decrescita può sembrare la cifra di una perdita. Serge Latouche ci spiega che non è così. Mentre l'idea di una crescita infinita è negata in modo sempre più evidente dai limiti del pianeta, il mito della ricchezza e della produttività svela ogni giorno di più il suo lato oscuro. È infatti sempre più probabile che, al di là di una certa soglia, l'aumento del PIL implichi una diminuzione del benessere. Nella società della produttività illimitata non aumentano solo le disuguaglianze, anche la felicità promessa ai «vincenti» si rivela un'illusione. All'aumento dei consumi corrisponde il degrado della qualità della vita (l'acqua, l'aria, l'ambiente), il ricorso sempre maggiore a strategie di compensazione (medicine per lo stress e altre patologie, i viaggi, lo svago), l'aumento dei prezzi di beni essenziali ogni giorno più scarsi (acqua, energia, spazi verdi). La soluzione per Latouche è la decrescita. Che significa rompere con la società della crescita, con l'economia capitalistica, con il produttivismo e con l'occidentalizzazione del mondo. Ma anche recupero di quanto in questi anni è andato perduto: un senso del sacro che restituisca legittimità alla dimensione spirituale dell'uomo, in forme anche completamente laiche. La decrescita come arte di vivere. Un'arte sobria e dalle forme variegate, di volta in volta da inventare e da costruire, un'arte, soprattutto, volta a vivere bene: in accordo con se stessi e con il mondo.
Torino : Bollati Boringhieri, 2016
Abstract: Gli sbandieratoci del produttivismo e dello sviluppismo - anche nella versione contrabbandata per "verde" o sostenibile - vorrebbero accreditare un'immagine settaria e marginale degli obiettori di crescita: un manipolo di utopisti tardomoderni con l'ossessione recessiva di far cambiare rotta alla civiltà. Ma la logica trionfante del "cresci o muori" non può certo invocare maggior realismo, proprio quando si profila lo schianto del pianeta sotto il peso ecologicamente e socialmente funesto di iperproduzione, iperconsumo e iperscarto. Quell'insensatezza che oggi è diventata sinonimo di catastrofe viene da lontano, come chi in ogni tempo ne ha denunciato le storture che già si annunciavano mortifere. Si tratta di filosofi, poeti, economisti, romanzieri, politici, teologi, di cui Serge Latouche fa qui l'appello in quanto precursori, pionieri e compagni di strada. Tutt'altro che gracile, l'albero genealogico della decrescita vanta il fior fiore del pensiero critico e della sapienza di diversi continenti, configurando una storia delle idee alternativa. In felice promiscuità vi prendono posto cinici, epicurei e buddhisti zen, decrescenti di città e decrescenti di campagna, mistici e anarchici naturisti, oppositori dell'industrialismo agli albori e antiglobalisti attuali
La scommessa della decrescita / Serge Latouche ; traduzione di Matteo Schianchi
Milano : Feltrinelli, 2015
Abstract: Il termine decrescita suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell'incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. L'oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di una società che decresce è una scommessa che vale la pena di essere tentata per evitare un contraccolpo brutale e drammatico. Bisogna ripensare la società inventando un'altra logica sociale. Ma come costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo? Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l'economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, bisogna garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una Società della decrescita. Tutti temi questi che già a vario titolo compaiono nell'agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico. Questo libro ne è il manifesto teorico
Torino : Bollati Boringhieri, 2015
Abstract: Secondo le aziende costruttrici, quella della vita a termine degli oggetti di consumo, soprattutto elettrici ed elettronici, sarebbe soltanto una triste leggenda, un sospetto infondato perché privo di riscontri fattuali. Sfidano a dimostrare l'esistenza di una difettosità deliberata, l'introduzione di qualcosa di simile a geni di mortalità in grado di far inceppare, a tempo debito, stampanti e lavatrici, televisori e computer, accorciandone la durata e costringendo gli acquirenti a sostituirli in modo sempre più compulsivo. Arrivano a negare ogni plausibilità all'idea stessa di obsolescenza programmata, fenomeno - consustanziale alla nostra società della crescita illimitata - che invece è accertato e quantificato da ricerche indipendenti, testimoniato da progettisti che iniziano a parlare, combattuto da associazioni di consumatori, e sulla cui realtà tutt'altro che leggendaria Serge Latouche ci ha aperto gli occhi. Anche grazie al suo saggio, nei pochissimi anni trascorsi dalla prima edizione si sono smosse le acque in un ambito che coinvolge interessi colossali, e hanno preso consistenza iniziative a diversi livelli: rapporti conoscitivi, commissioni comunitarie, progetti di legge europei per proibire o scoraggiare la commercializzazione di prodotti tecnologici a scadenza occulta, e insieme azioni dal basso, siti dedicati e forme di resistenza conviviale. Latouche ce ne informa ampiamente in questa nuova edizione riveduta e ampliata.
La fine del sogno occidentale : saggio sull'americanizzazione del mondo / Serge Latouche
Nuova ed.
Milano : elèuthera, 2015
Abstract: Globalizzazione è un termine entrato prepotentemente nel nostro linguaggio che ben esprime lo spirito dell'epoca. Ma in realtà questa sottomissione senza precedenti delle nostre vite al predominio del mercato rientra in un movimento per occidentalizzare e uniformare il mondo in atto da alcuni secoli. Con una lucida analisi delle illusioni e dei limiti della modernità, Latouche suggerisce alcuni modi per resistere a questo "nuovo ordine" (non solo economico) che stende la sua ombra sull'intero pianeta. E lo fa indicandoci le tante modalità informali con le quali gli esclusi del mondo, sempre più numerosi tanto al Nord quanto al Sud, riescono a sfuggire ai criteri e ai valori del pensiero unico. Resistenze che lasciano presagire come la morte dell'Occidente non sia necessariamente la fine del mondo.
Torino : Bollati Boringhieri, 2015
Abstract: L'insostenibilità congiunta di pessime pratiche e mezzi fittizi per contrastarle ha trovato in Serge Latouche un analista affilato e conseguente, determinato a snidare l'impostura economica ovunque si rintani, nelle parole e nelle cose. Latouche addita il nostro vizio capitale nel vivere irresponsabilmente all'insegna dell'eccesso. Troppo di tutto: troppa produzione, troppo consumo, troppa rotazione dei prodotti, troppa obsolescenza, troppo scarto; e, insieme, troppa disuguaglianza, troppa disoccupazione, troppo saccheggio di risorse naturali, troppo inquinamento di ogni genere (biochimico, mentale, visivo, acustico). Ma a essere tossica, senza appello, è la nozione stessa di crescita ovunque si sia incarnata, nell'ultraliberismo del capitale globalizzato o nel produttivismo del socialismo reale. Dopo il fallimento delle politiche sviluppiste, anche nella versione cosiddetta sostenibile - ultimo, pericoloso abbaglio, secondo Latouche -, ci resta un'unica alternativa, ossia l'utopia concreta di una società governata da una logica di decrescita, che alleggerisca l'impronta ecologica, metta fine alla predazione, stringa un rapporto di parternariato con il Sud del mondo, rivitalizzi gli aspetti conviviali dell'esistenza. Un vagheggiamento irrealizzabile? Nient'affatto. Fino a che non imboccheremo la strada della decrescita serena, l'eccesso di benessere continuerà a coincidere con l'eccesso di malessere.
Milano ; Udine : Mimesis, 2014
Abstract: La crisi innescata dai mutui subprime nel 2008 non dà alcun segno di rallentamento. Non si tratta però solo di una crisi economica: essa si sta sempre più rivelando una crisi di portata generale, che coinvolge aspetti sociali, ecologici, culturali e anche psicologici. La “Decrescita” e la “Critica del valore sono due fra le poche correnti di pensiero oggi capaci di analizzare coerentemente i motivi e i meccanismi di fondo della crisi stessa, e di abbozzare risposte convincenti e proposte coinvolgenti.L’inedito dialogo fra le due correnti, presente in questo libro, offre sicuramente un’occasione importante per fare il punto sulla devastazione in corso, e sulle possibilità di uscirne superando il sistema che l’ha generata.
Bologna : Emi, 2014
Abstract: Ci hanno detto che per occuparci della nostra società, del nostro futuro, bisogna essere economisti o giù di lì. Ma prendere la nostra vita nelle nostre mani significa semplicemente assolvere alle nostre funzioni di cittadini sovrani come prescrive l'articolo 1 della Costituzione. In realtà non bisogna essere economisti per capire che crescita, produttivismo, mercantilismo, gigantismo, individualismo, conducono a iniquità, guerre, sopraffazione, infelicità, esaurimento delle risorse, degrado ambientale e planetario. Al contrario, più si è impregnati di concetti economici, meno si vede. Perché l'economia mercantilista è il problema. Non si vede con gli occhi, ma col cervello, e per vedere veramente bisogna avere la mente sgombra dai condizionamenti. Decolonizzare il nostro immaginario significa fare pulito nella nostra testa, liberarsi dalle scorie mercantiliste per permettere ai nostri sensi di vedere e sentire ciò che veramente succede, e soprattutto per permettere ai nostri valori di uscire in libertà per costruire un'altra società.
Torino : Bollati Boringhieri, 2013
Abstract: Stampanti bloccate a orologeria, dopo diciottomila copie, o computer fuori uso allo scadere dei due anni: non siamo di fronte a una strana moria elettronica degna della fantascienza, bensì alla manifestazione più recente di un fenomeno che è parte integrante della società della crescita. Si chiama obsolescenza programmata e fa sistema con il nostro modo di produrre, di consumare, di pensare, di vivere. Significa che gli oggetti messi in vendita hanno una fragilità calcolata, tanto che la durata della garanzia coincide spesso con la loro vita effettiva. Impossibile ripararli. Vanno gettati e subito sostituiti con altri, ancora e ancora. Di questa illimitatezza malata, che ci avvolge sempre più nella spirale di iperproduzione, turboconsumo e immane scarto, Serge Latouche è l'oggi l'accusatore più conseguente. Con la sua capacità di infilzare le storture di un'economia di catastrofe, mette in sequenza gli antecedenti storici e fraudolenti dell'usa e getta, ne smaschera la logica simbolica e indica una via d'uscita: una prosperità senza crescita, prospettiva frugale ma non pauperista che sappia decolonizzare la mente dall'imperialismo delle merci, e riprenda il passo umano della durevolezza, della riparabilità e del riciclaggio.
La scommessa della decrescita / Serge Latouche ; traduzione di Matteo Schianchi
Milano : Feltrinelli, 2007
Abstract: Il termine decrescita suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell'incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. L'oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di una società che decresce è una scommessa che vale la pena di essere tentata per evitare un contraccolpo brutale e drammatico. Bisogna ripensare la società inventando un'altra logica sociale. Ma come costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo? Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l'economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, bisogna garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una Società della decrescita. Tutti temi questi che già a vario titolo compaiono nell'agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico. Questo libro ne è il manifesto teorico.
Come si esce dalla società dei consumi / Serge Latouche
Torino : Bollati Boringhieri, c2011
Abstract: Latouche riprende qui tutti i principali temi e le argomentazioni della sua riflessione sulla necessità di abbandonare la via della crescita illimitata in un pianeta dalle risorse limitate. Non si tratta, a suo giudizio, di contrapporre uno sviluppo buono a uno cattivo, ma di uscire dallo sviluppo stesso, dalla sua logica e dalla sua ideologia. Per questo è anzitutto necessario decolonizzare l'immaginario, un compito di portata storica in cui si rivela essenziale il dialogo con i maestri della tradizione libertaria, da Ivan lllich ad André Gorz e Cornelius Castoriadis. La stessa crisi attuale può essere vista, secondo Latouche, come una buona notizia, se servirà ad aprire gli occhi sulla insostenibilità del progresso che l'Occidente ha realizzato fin qui. Per Latouche, infatti, la via della decrescita serena passa in primo luogo per una presa di coscienza del fatto che lo sviluppo è un'invenzione dell'uomo, e che il rapporto tra uomo e natura può essere rimodellato in una dimensione conviviale, nel rispetto della legge dell'entropia e all'insegna di quella che egli chiama opulenza frugale: meno consumi materiali e più ricchezza interiore, meno ben essere e più ben vivere.
Il tempo della decrescita : introduzione alla frugalità felice / Serge Latouche, Didier Harpagès
Milano : Elèuthera, 2011
Abstract: Da due secoli abbiamo sviluppato una civiltà materiale e una potenza produttiva mai prima conosciute. Questa civiltà si scontra oggi con i limiti al suo sviluppo: sono i limiti del pianeta stesso. Il pianeta è in pericolo e gli scenari più pessimistici sembrano superati da processi irreversibili di distruzione dell'ambiente. L'emergenza ecologica esige trasformazioni radicali dei nostri modi di vita, ma questi mutamenti non possono concepirsi che in un nuovo rapporto con il tempo. Reintrodurre la vicinanza e la lentezza nei processi di produzione e di consumo, ridurre i tempi di lavoro, disalienarci dalla nostra condizione di lavoratori e consumatori forsennati... queste sono le poste in gioco essenziali. Bisogna trasformare i nostri ritmi sociali per ritrovare il tempo di vivere.
La fine del sogno occidentale : saggio sull'americanizzazione del mondo / Serge Latouche
Nuova ed.
Milano : Elèuthera, 2010
Abstract: Globalizzazione è un termine entrato prepotentemente nel linguaggio comune che ben esprime lo spirito dell'epoca. Ma in realtà questa sottomissione delle vite umane al predominio del mercato rientra in un movimento per occidentalizzare e uniformare il mondo in atto da alcuni secoli. Con una lucida analisi delle illusioni e dei limiti della modernità, Latouche suggerisce alcuni modi per resistere a questo nuovo ordine che stende la sua ombra sull'intero pianeta. Attraverso questo volume l'autore indica molteplici modalità informali con le quali gli esclusi del mondo, sempre più numerosi tanto al Nord quanto al Sud, riescono a sfuggire ai criteri e ai valori del pensiero unico. Resistenze che lasciano presagire come la morte dell'Occidente non sia necessariamente la fine del mondo.
Breve trattato sulla decrescita serena / Serge Latouche
Torino : Bollati Boringhieri, 2008
Abstract: La decrescita - sostiene l'autore - non è la crescita negativa. Sarebbe meglio parlare di acrescita, così come si parla di ateismo. D'altra parte, si tratta proprio dell'abbandono di una fede o di una religione (quella dell'economia, del progresso e dello sviluppo). Se è ormai riconosciuto che il perseguimento indefinito della crescita è incompatibile con un pianeta finito, le conseguenze (produrre meno e consumare meno) sono invece ben lungi dall'essere accettate. Ma se non vi sarà un'inversione di rotta, ci attende una catastrofe ecologica e umana. Siamo ancora in tempo per immaginare, serenamente, un sistema basato su un'altra logica: quella di una società di decrescita.
La scommessa della decrescita / Serge Latouche ; traduzione di Matteo Schianchi
Milano : Feltrinelli, 2007
Abstract: Il termine decrescita suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell'incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. L'oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di una società che decresce è una scommessa che vale la pena di essere tentata per evitare un contraccolpo brutale e drammatico. Bisogna ripensare la società inventando un'altra logica sociale. Ma qui si pone la questione più difficile: come costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo? Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l'economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, bisogna garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una Società della decrescita. Tutti temi questi che già a vario titolo compaiono nell'agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico. Questo libro ne è il manifesto teorico.
Altri mondi, altre menti, altrimenti / Serge Latouche
Soveria Mannelli : Rubbettino, 2004
Abstract: L'economista Serge Latouche avanza in queste pagine una tesi clamorosa: l'economia è un'invenzione moderna e la sua costruzione avviene in una dimensione semantica, storica e sociale, così radicata nella società da giustificare una situazione come quella esistente, così fortemente informata dal processo di globalizzazione. La naturalità dell'ordine economico e sociale è il presupposto implicito sul quale viene costruita la scienza economica ed è proprio quest'assioma che lo studioso intende smascherare.
Bologna : EMI, 2004
Abstract: Nuovi progetti e nuovi stili di vita per creare un'alternativa all'assurdo modello di sviluppo occidentale che promette ricchezza ma genera solamente povertà, disastri ambientali e sociali. L'economia deve essere rimessa al suo posto come semplice mezzo della vita umana e non come fine ultimo. Bisogna rinunciare a questa corsa folle verso consumi sempre crescenti. Ciò non è solamente necessario per evitare la distruzione definitiva delle condizioni di vita sulla Terra, ma anche e soprattutto per far uscire l'umanità dalla miseria psichica e morale.
La fine del sogno occidentale : saggio sull'americanizzazione del mondo / Serge Latouche
2. ed. ampliata e aggiornata
Milano : Elèuthera, 2002
Abstract: I termini di mondializzazione e di globalizzazione sono ormai entrati nel linguaggio comune per designare una sottomissione senza precedenti delle nostre vite al predominio del mercato. In realtà, con forme inedite simbolizzate dal trionfo di nuove tecnologie e di tratti culturali riconducibili all'armerican way of life si ritrova quello stesso movimento che da alcuni secoli opera per occidentalizzare e uniformare il mondo. Ma il sogno perseguito dall'universalismo occidentale è oggi diventato, per buona parte del pianeta, un incubo, in particolare per quei Quarti Mondi prodotti proprio dal fallimento dell' utopia modernista.