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Trovati 78 documenti.
Milano : BUR : Corriere della sera, 2012
Le Filippiche / Marco Tullio Cicerone ; a cura di Giovanni Bellardi
3. ed.
Milano : Rizzoli, 2012
Abstract: Tra il 44 e il 43 a. C. la lotta politica civile che in Roma era scoppiata dopo l'assassinio di Cesare raggiunse il suo culmine. Nella capitale del mondo si giocavano doppi e tripli giochi, in cui tutti erano contro tutti e dominavano il campo veri e propri signori della guerra come Marco Antonio, Bruto e Cassio, Ottaviano. Per gli idealisti la Repubblica e la sua legalità erano ancora incarnate dal Senato, divenuto però un'assemblea incapace di portare avanti una politica decisa. Cicerone continuò a credere nell'autorità senatoria e si scagliò con ferocia, in queste 14 orazioni, contro Marco Antonio, reo di attentare a un potere che ormai era inesistente.
Milano : BUR : Corriere della sera, 2012
Milano : BUR : Corriere della sera, 2012
L'arte di saper invecchiare / Marco Tullio Cicerone ; cura e versione di Bartolomeo Rossetti
Ed. integrale
Roma : Grandi tascabili economici Newton, 2012
Abstract: Scritto nel 44 a.C. e composto da ventitré capitoli, il Cato Maior de senectute ha la forma di un dialogo. L'argomento della conversazione immaginata da Cicerone tra Catone il Censore, Gaio Lelio e Publio Cornelio Scipione Emiliano è la vecchiaia: l'anziano Catone, che al tempo del colloquio ha già 83 anni, servendosi di folgoranti esempi tratti dalla storia greca e romana, spiega ai suoi interlocutori i motivi per i quali l'età senile non è da considerarsi un male. Se da una parte l'avanzare degli anni comporta infatti il decadimento fisico e l'impossibilità di godere di alcune delle gioie della vita, gli anziani hanno maturato quell'esperienza e acquisito quell'autorità che permettono loro di vivere una vita operosa, attiva e consapevole e di dedicarsi all'educazione dei più giovani. Per coloro poi che hanno vissuto in maniera saggia e onesta, l'avvicinarsi della fine non è un evento temibile, corrisponde piuttosto al trapasso a un'esistenza ancor più serena: le parole del filosofo latino trascendono il tempo e si rivelano ancor oggi di grande attualità.
Torino : Einaudi, 2012
Abstract: Nell'accezione ciceroniana, gli officia sono regole di comportamento. Per condurre bene, virtuosamente, sia la vita pubblica sia quella privata. Con il De officiis, l'anno prima di morire, Cicerone si rivolge al figlio Marco e cerca di organizzare un sistema di trasmissione della memoria fra generazioni. Una specie di Etica spiegata a mio figlio, come si intitolerebbe oggi, che è poi diventata uno snodo fondamentale per la cultura latina, medievale e moderna. Nata in tempi difficili per riassumere e tramandare l'identità culturale di una comunità in un passaggio storico cruciale, nel momento di massima discontinuità dell'organizzazione statuale romana, l'opera ha trovato lettori e cultori molto in là nel tempo. Questo passaggio di consegne, elaborato nella e per la guerra civile, è stato ripreso soprattutto quando la latinità era solo un ricordo o un modello. Con modalità prescrittive, Cicerone ha trasmesso il suo munus alle generazioni successive, proponendo quello che, nella ricezione, è divenuto un paradigma per chi si proponeva di riorganizzare altri tipi di società, sui fondamenti della sapientia, della iustitia, della magnitudo animis, del decorum. Si tratta di virtù che non potevano più essere, né concettualmente né politicamente, quelle che Cicerone aveva messo a punto ma che alla sua teorizzazione si rifacevano, reinterpretandola, adattandola, in una trasmissione di valori che ha permeato la cosiddetta cultura occidentale fino ai giorni nostri.
Milano : BUR : Corriere della sera, 2012
L'amicizia / Cicerone ; introduzione di Isabella Vilardi ; traduzione e note di Federico Biddau
Siena : Barbera, 2011
Abstract: Il Lelius de amicitia, fortunatissimo dialogo ciceroniano risalente al 44 a. C. e dedicato ad Attico, s'immagina condotto da tre illustri interlocutori, Fannio, Scevola e Lelio, che disquisiscono sul tema dell'amicizia: cos'è, da cosa nasce e a quali fini tende. Mentre l'amicizia per i Romani è anzitutto la creazione di legami personali a scopo di sostegno politico, la tesi di Cicerone espressa per bocca di Lelio e ispirata soprattutto a fonti di orientamento platonico e stoico, è assai innovativa: la vera amicizia è un sentimento del tutto disinteressato, un rapporto insostituibile che, dopo la sapienza, rappresenta il massimo bene cui l'uomo possa aspirare. Sforzandosi di allargare la base sociale dell'amicizia al di là della ristretta cerchia della nobilitas, ponendo come sue fondamenta valori come virtus e probitas, l'amicizia viene sdoganata dall'ambito esclusivamente politico per diventare una sorta dì spinta al miglioramento individuale.
7. ed.
Milano : Rizzoli, 2010
Abstract: Il reato di concussione è il primo per cui si conosca l'istituzione di un apposito tribunale nella legislazione romana. Dinanzi a questo tribunale si celebrò nel 70 a. C. uno dei processi più clamorosi della vita pubblica romana. Imputato un senatore di nobile famiglia e di dubbia fama: Gaio Verre che, come governatore della Sicilia aveva angariato i provinciali con ogni genere di soprusi, fino a ridurre allo stremo l'economia dell'isola e la miseria degli abitanti. A sostenere l'accusa fu Cicerone che, ottenuta la condanna dell'imputato, pubblicò un'ampia trattazione in cui sviluppò gli argomenti dell'accusa.
Torino : UTET libreria, 2010
Fa parte di: Cicero, Marcus Tullius. Opere politiche e filosofiche / di M. Tullio Cicerone
Abstract: Le due opere, entrambe dedicate a Marco Giunio Bruto, esaminano il punto fondamentale dell'etica ellenica. In quest'opera, più che in ogni altra, l'autore ha sfruttato i suoi test con grande libertà, conferendo al lavoro quel carattere divulgativo che risale a una sua concezione originale. L'ispirazione è manifestamente stoica: l'austera morale di Zenone, seppur edulcorata e filtrata dagli eclettici, ebbe sempre una grande attrattiva per Cicerone. Perciò, le idee esposte, anche se non sono sue, sono profondamente rivissute, tanto da conferire all'opera un'impronta inconfondibile; e la dipendenza da fonti greche non può infirmarne la validità intrinseca. Infine, sia nel De finibus che nelle Tusculanae, alle qualità educative delle parole di Cicerone filosofo si uniscono i pregi dell'esposizione, sempre sorretta da un gusto raffinato per la retorica intesa nel suo significato più genuino, sì da offrire due modelli di prosa d'arte latina che mettono in luce ancora e soprattutto le doti di Cicerone scrittore. (dall'Introduzione)
Dei doveri / Marco Tullio Cicerone; a cura di Dario Arfelli
Milano : Mondadori, 2010
Opere politiche e filosofiche / di M. Tullio Cicerone
Torino : UTET libreria, 2010
5. ed.
Milano : Garzanti, 2009
Abstract: Il poeta Aulo Licinio Archia nel 62 a.C. dovette affrontare il processo intentatogli da un certo Grazio, che lo accusava di essersi illegalmente impossessato della cittadinanza romana. Cicerone assunse la difesa e vinse la causa. L'arringa occupa una piccola parte dell'orazione; la parte più significativa è dedicata all'elogio delle lettere e in particolare della poesia. Con Difesa di Milone (52 a.C.) Cicerone non ebbe uguale fortuna; la sua lunga arringa non riuscì a persuadere i giudici. Del resto l'orazione, dal punto di vista giuridico non era gran cosa. Il suo pregio risiede nella grande importanza storica dell'opera, giacché contiene uno dei ritratti più efficaci della società romana nel momento in cui la repubblica andava declinando.
Milano : Rizzoli, 2009
Abstract: Testo latino a fronte. La più spiritosa e divertente fra le orazioni ciceroniane lascia affiorare un sinistro retroscena: i capi d'imputazione accumulati contro Celio vanno dalle dicerie sulla scarsa integrità di costumi all'accusa di complicità con Catilina, a più concreti sospetti di omicidio a sfondo politico. Difendendo Celio, Cicerone si sforza soprattutto di recuperare l'egemonia su una frazione della gioventù romana particolarmente esposta alle tentazioni dei piaceri e di una falsa gloria, che rischiano di precipitare nel partito della sovversione. Suo intento è mostrare come nella politica d'ordine vi sia spazio non solo per i giovani più integerrimi e morigerati: egli addita una via di ravvedimento e di 'riconversione' anche ad 'adulescentes' di taleno, che il desiderio di bruciare le tappe del 'cursus honorum' spinge abbastanza spesso a inoltrarsi sulla via della corruzione e dell'agitazione demagogica. La linea difensiva che egli adotta lascia in ombra l'insidiosissimo retroscena politico per insistere soprattutto sui rancori personali di Clodia, l'amante abbandonata da Celio, che a dire dell'avvocato sarebbe la vera e unica regista dell'attacco contro di lui. L'arma cui Cicerone ricorre contro Clodia è soprattutto quella della comicità e del ridicolo: il tono arguto e vivace che egli scelse per la propria arringa difensiva fa della Pro Caelio uno dei capolavori della sua oratoria.
6. ed.
Milano : BUR, 2009
Abstract: Con testo latino a fronte. Pro murena pro sestio.
1: Lo stato, le leggi, i doveri / M. Tullio Cicerone ; a cura di Leonardo Ferrero e Nevio Zorzetti
Torino : UTET libreria, 2009
Fa parte di: Cicero, Marcus Tullius. Opere politiche e filosofiche / di M. Tullio Cicerone
Abstract: Le professioni in cui si trova maggior opera d'ingegno o grande vantaggio, come la medicina, l'architettura, l'insegnamento delle arti liberali, sono decorose per coloro alla cui condizione si addicono. Il commercio poi, se esercitato alla spicciola, è da considerarsi indecoroso; se poi lo è in grande, importando moltissime merci da ogni dove e distribuendole a molti senza ricorrere a frode non è affatto da biasimare. (Marco Tullio Cicerone)
1: Libri 1.-8. / Marco Tullio Cicerone ; introduzione di Emanuele Narducci
Milano : Rizzoli, 2009
Milano : Rizzoli, 2009
L'arte di saper parlare / Marco Tullio Cicerone ; cura e traduzione di Mario Scaffidi Abbate
Ed. integrale
Roma : Grandi tascabili economici Newton, 2008
Abstract: Opera fondamentale nella storia dell'eloquenza, l'Arte di saper parlare (Orator), composto fra il luglio e l'ottobre del 46, riprende i concetti già espressi nel De Oratore (l'oratore, dice Cicerone, deve possedere dottrina, scuola ed esercizio) e affronta per la prima volta la questione relativa al ritmo prosastico, un fenomeno acustico e naturale ma da cui i greci (da Trasimaco, che l'aveva scoperto, a Isocrate, che ne era stato il perfezionatore) non avevano ricavato le leggi che lo governano. Cicerone fu il primo a sviluppare la teoria del ritmo (numerus), fissando la legge che determina la combinazione delle parole più convenienti alla cadenza del discorso, e divenne a tal punto padrone dell'arte di saper parlare, da essere considerato tra i più grandi oratori dell'antichità.
8. ed.
Milano : BUR, 2008