Questo sito non utilizza cookie di profilazione ma solo cookie tecnici ai fini del corretto funzionamento delle pagine. Per maggiori informazioni clicca qui.
Trovati 18 documenti.
Villa Adriana Tivoli / a cura di Andrea Bruciati ; testi di Benedetta Adembri e Andrea Bruciati
Milano : Skira, 2025
Abstract: Villa Adriana, la residenza suburbana dell'imperatore Adriano a Tivoli realizzata nel II secolo d.C. su un'estensione di circa 120 ettari, è costituita da un eccezionale complesso di edifici, costruzioni e apparati decorativi che combinano elementi architettonici egittizzanti di matrice greca e romana in una sintesi ædificatoria e hydraulica tale da racchiudere le più alte espressioni architettoniche e storico-artistiche della cultura classica. A fronte di tale eccezionalità è stata iscritta nel 1999 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, considerando anche tra i criteri il fatto di aver profondamente influenzato artisti ed architetti del XIX e XX secolo. La Villa rispecchia la personalità eclettica di Adriano, cultore di numerose arti, grande viaggiatore e sostenitore della missione universalistica dell'impero; animato da tale visione, egli aveva progettato personalmente il complesso edilizio, rappresentativo di un dialogo ininterrotto tra architettura, paesaggio, acqua e "natura artificiata". La presenza di una vasta superficie con uliveti e vigneti impiantati nei secoli successivi divenne parte integrante dell'imago della Villa e fu esemplare riferimento per i giardini rinascimentali. Attualmente, grazie alla gestione dell'Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d'Este-VILLÆ, il complesso archeologico costituisce un organismo dinamico e fortemente incline ai numerosi interessi di un pubblico internazionale, in forza di una ricca progettualità in ambito espositivo, editoriale, convegnistico, didattico, di promozione della cultura musicale, cinematografica e dell'arte contemporanea.
Milano : Gallerie d'Italia : Skira, 2024
Abstract: Nella prefazione della Storia di Milano, Pietro Verri nel 1783 scriveva "Abbiamo un buon numero di scrittori della storia e della erudizione patria; eppure pochi sono i Milanesi, anche scegliendo gli uomini colti, i quali abbiano un'idea della storia del loro paese. Questa generale oscurità ci dispiace." Ispirato alle parole del grande illuminista milanese, "Il genio di Milano" vuole idealmente e ambiziosamente raccontare, per episodi salienti e con un taglio specifico di indagine, la storia artistica della città dagli anni dell'inaugurazione della Fabbrica del Duomo verso la fine del Trecento fino alla metà del Novecento. Organizzato in sezioni tematiche e cronologiche, il volume parte dal Medioevo, quando l'attività del grande cantiere del Duomo era guidata da maestranze tedesche e d'oltralpe, e giunge fino al Novecento, quando un sistema di gallerie ed esposizioni unico in Italia e di respiro internazionale attraeva verso il capoluogo lombardo grandi personalità da tutto il mondo con nuove idee, decisive per aggiornare il gusto, le tradizioni locali e la realtà artistica milanese. Tale fervore creativo viene illustrato attraverso dieci episodi significativi che, nel corso della storia, hanno fatto di Milano un'officina privilegiata delle innovazioni: La cattedrale degli stranieri; Leonardo, un fiorentino a Milano; La Milano di Federico Borromeo; La Milano di Sebastiano Ricci; La nuova Milano di Piermarini; I maestri di Brera e Appiani; Romanticismo; Dal divisionismo al futurismo; Il Novecento; Wildt, Fontana e Melotti. Ne risulta non solo un originale viaggio nel tempo, ma un omaggio alla città di Milano e alla sua straordinaria vita artistica, vivace e articolata, caratterizzata da una dimensione multiculturale che è uno dei principali fattori della sua originalità.
Biblioteca Ambrosiana / a cura del Collegio dei Dottori della veneranda Biblioteca Ambrosiana
Milano : Skira : Ambrosiana, 2024
Abstract: Il visitatore che si addentra tra le sale della Pinacoteca Ambrosiana, quando giunge al termine del percorso espositivo, si ritrova in una grande sala di architettura seicentesca, austera e nel contempo solenne, con alte scaffalature in legno su cui si vedono allineati volumi antichi e moderni. Si tratta della Biblioteca Ambrosiana, quella che fu inaugurata e aperta al pubblico l'8 dicembre 1609 dal cardinale Federico Borromeo, e che per questo è giustamente definita Sala Federiciana, in onore e a ricordo del Fondatore. Federico Borromeo aveva infatti voluto donare a Milano e al mondo della cultura una vera biblioteca pubblica, una delle prime al mondo, che non fosse riservata a determinate categorie di studiosi, quali erano gli ecclesiastici, o gli appartenenti a famiglie aristocratiche, o i frequentatori delle università, ma aperta ad accogliere chiunque desiderasse accostare in maniera rigorosa le lettere, le scienze e le arti. Il nucleo originario del patrimonio librario dell'Ambrosiana era costituito dai volumi a stampa e soprattutto dai manoscritti che lo stesso Federico Borromeo aveva donato dalla sua collezione privata o aveva fatto appositamente acquistare con un piano di ricerca accuratamente progettato. Tale nucleo originario è andato progressivamente incrementandosi nei quattro secoli di storia della Biblioteca fino ad arrivare a oggi, quando l'Ambrosiana può vantare una raccolta ricchissima di circa un milione di volumi a stampa, soprattutto di fondo antico (incunaboli e cinquecentine), e trentacinquemila manoscritti. Questa Guida offre, in un agile volume, un'ampia selezione tra i manoscritti più preziosi che l'Ambrosiana possiede, in quanto connotati da un particolare pregio per il loro contenuto o per la loro decorazione, presentandone in maniera chiara e accessibile la storia e il soggetto trattato; particolarmente ricco e curato è il corredo di immagini, con la riproduzione delle miniature più raffinate e identificative di ogni manoscritto.
Milano : Skira ; Bergamo : Accademia Carrara, 2024
Abstract: Nel corso del Seicento Bergamo intrattiene strette relazioni con il Viceregno spagnolo in Italia meridionale soprattutto per il tramite di Venezia, dove numerosi bergamaschi commerciano e hanno rapporti con negozianti ivi residenti. È per tale via che nel 1682 giunge in città il Passaggio del mar Rosso di Luca Giordano, destinato a ornare la parete di fondo della basilica di Santa Maria Maggiore. Giordano non completa, come richiesto, la decorazione della navata centrale; al suo posto arriva nel 1693 l’allievo Nicola Malinconico, che nell’arco di quasi un anno realizza anche la pala principale per il duomo di Bergamo e alcune tele per chiese dei dintorni. Napoli a Bergamo indaga questo passaggio poco noto della storia dell’arte italiana alla luce di nuovi documenti e dipinti inediti, mappando con precisione le testimonianze napoletane nel territorio prima e dopo l’arrivo del grande telero giordanesco e situando gli episodi bergamaschi di Luca Giordano e della sua scuola all’interno di tutto lo svolgersi della pittura napoletana del Seicento, dagli inizi caravaggeschi alle esperienze barocche di fine secolo. Pubblicato in occasione dell’esposizione bergamasca, il volume offre uno sguardo sulla pittura partenopea del XVII secolo – tra naturalismo e barocco, eccessi e contraddizioni – attraverso oltre quaranta opere, alcune delle quali appositamente restaurate; all’importante nucleo di dipinti, provenienti dalla Fondazione De Vito vengono affiancate opere inedite dell’Accademia Carrara e tele in prestito da chiese cittadine e del territorio bergamasco. Un’occasione per ripercorrere il secolo d’oro della pittura napoletana attraverso una selezione di opere dei suoi principali protagonisti, dalle atmosfere caravaggesche di Battistello Caracciolo, precoce seguace napoletano di Caravaggio, al classicismo di Massimo Stanzione, dal tenebrismo di Jusepe de Ribera alla grandiosità della pittura barocca di Mattia Preti, Luca Giordano e del suo allievo Nicola Malinconico.
Milano : Skira, 2024
Abstract: A Brescia, Moretto, Romanino e Savoldo sono i protagonisti di una stagione pittorica che ebbe nella fedele rappresentazione della realtà la sua cifra caratteristica. Volendo però guardare oltre il dato di stile, di quale "spirito" sono portatrici le loro opere? Quali vicende, quali passioni, quali personalità animavano la città che vide fiorire, nella prima metà del Cinquecento, questi eccezionali talenti? Per raccontare tutto ciò, questo libro delinea un grande affresco intorno alla figura di Fortunato Martinengo, il malinconico gentiluomo raffigurato in un enigmatico ritratto di Moretto oggi conservato alla National Gallery di Londra. Poeta, amico di letterati, patrono di circoli e accademie, protagonista e ispiratore di libri, aristocratico raffinato e tormentato pensatore, Fortunato diviene - attraverso le vicende della sua biografia, la rete delle sue relazioni, le tracce dei suoi pensieri - la guida e la lente con le quali ricostruire e guardare un'epoca straordinaria. Nei quarant'anni che coincisero con la sua vita, dal 1512 al 1552, Brescia subì un tragico e violento Sacco a opera dell'esercito francese, coltivò e assimilò profonde inquietudini religiose, elaborò ideali di evasione e modelli di virtù, in una sorta di grande laboratorio di dottrine, aspirazioni, incertezze e visioni. Un fervore di idee che ha lasciato un segno importante nella cultura del Rinascimento, ben al di fuori dai confini della città, e che trova nei capolavori della pittura (e non solo) uno specchio capace di intrecciare racconti e significati. Pubblicato in occasione della mostra bresciana, il volume intende restituire la complessità e la ricchezza di Brescia nella prima metà del XVI secolo, un periodo di straordinario fermento che viene analizzato da un punto di vista non solo storico-artistico, ma anche culturale, letterario, devozionale, economico e sociale, ponendo a confronto le personalità che tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento hanno portato le espressioni culturali e artistiche locali a livelli di assoluta eccellenza.
Les portes du rêve 1924-2024 : il surrealismo attraverso le sue riviste / a cura di Franca Franchi
Milano : Skira, 2024
Abstract: Il progetto Les portes du rêve. 1924-2024: il surrealismo attraverso le sue riviste è stato pensato in occasione della ricorrenza del centenario della pubblicazione del primo Manifeste du surréalisme (15 ottobre 1924), proponendosi una rivisitazione delle varie componenti di carattere culturale (artistico, letterario, teatrale, fotografico e cinematografico, ma anche filosofico-politico e ideologico) che hanno contribuito a determinare uno specifico "spazio" della creatività occupato dall'esperienza surrealista. Un'esperienza che è stata percepita come particolarmente problematica e inquietante proprio per la ricchezza degli apporti che ha saputo catalizzare, e che ha determinato le reazioni più diverse: dall'adesione entusiastica e acritica alle polemiche più aspre fino alla condanna e al rifiuto, anche in termini politici. Il volume intende rileggere la parabola del movimento attraverso lo studio di alcune riviste animate dai suoi componenti, vale a dire i prodotti collettivi che più efficacemente ne hanno rivelato la complessità interdisciplinare e la forza teorica, ma anche le contraddizioni e i conflitti interni. Se la straordinaria mostra "Dada and Surrealism Reviewed" curata da Dawn Ades nel lontano 1978 (Arts Council of Great Britain, London) metteva a fuoco per la prima volta la centralità dei periodici nell'economia complessiva del movimento, Rosalind Krauss non esita a definire queste pubblicazioni "il vero oggetto surrealista", opere d'arte in sé stesse che sfidano le convenzioni e i confini disciplinari per mescolare i linguaggi e le forme espressive. Dai saggi riuniti in questo volume emerge d'altra parte il ruolo svolto dalle riviste in qualità di veri e propri laboratori del surrealismo.
Velázquez : un segno grandioso : [Napoli, Gallerie d'Italia, 23 aprile-14 luglio 2024]
Milano : Skira, 2024
Abstract: Questo nuovo capitolo della serie “L’Ospite illustre” è dedicato a due straordinari dipinti realizzati da Diego Velázquez (1559-1660) per il monastero dei Carmelitani Calzati di Siviglia: San Giovanni Evangelista sull’isola di Patmos e l’Immacolata Concezione. Eseguiti intorno al 1618, i dipinti rappresentano due interessanti opere giovanili di Velázquez (tra i suoi primi lavori conosciuti), eseguiti dal pittore sivigliano a circa vent’anni. Entrambe le opere sono dipinte con la tipica vocazione di Velázquez al naturalismo, presumibilmente da modelli dal vivo. L’umanità osservata da vicino di entrambe le figure, evidente a prima vista, non poteva che aumentare l’utilità devozionale dei dipinti per i carmelitani che li contemplavano. I dipinti rimasero nel monastero almeno fino al 1800. Successivamente acquistati da Manuel López Cepero, decano della cattedrale di Siviglia, e dal diplomatico britannico Bartholomew Frere, rimasero nella collezione della famiglia Frere per quasi due secoli prima di essere acquisiti rispettivamente nel 1956 e nel 1974 dalla National Gallery, dove insieme esemplificano la precoce abilità pittorica del giovane Velázquez. In queste due opere Velázquez unì il suo talento nel cogliere il naturale in pittura con il suo apprezzamento per gli esempi di pittura caravaggesca italiana che ebbe modo di vedere a Siviglia. La sua Inmaculada, bella e austera, rischiarata da una luce al tempo stesso naturale e soprannaturale, è all’origine di un nuovo modo di dipingere questo soggetto, che in Spagna divenne immensamente importante e influente. Partendo da queste due opere appartenenti alla prima produzione sivigliana di Velázquez, il volume – pubblicato in occasione dell’esposizione alle Gallerie d’Italia – ripercorre gli echi del naturalismo caravaggesco nella città andalusa (mediati anche dal rapporto dell’aristocrazia locale con Napoli), documentando i soggiorni del pittore nella capitale del Viceregno, che vantava una tra le più importanti scuole d’arte spagnola dell’epoca.
Atelier Picasso / Giulia Masia
Milano : Skira, 2024
Abstract: Atelier Picasso racconta una storia vera e senza tempo, la vicenda del sarto di Picasso, Michele Sapone, che si intreccia con quella del grande pittore spagnolo e di altri illustri artisti. Nato in un paesino vicino a Caserta, Michele aveva sempre respirato arte senza saperlo. Divenuto sarto, negli anni trenta decide di trasferirsi a Torino e dopo la guerra si sposta con la famiglia a Nizza dove scopre un mondo affascinante. Divenuto amico fraterno di Picasso, Giacometti e Hartung, condivide con loro l'amore per la vita e la pittura, scambiando abiti su misura con opere. Michele Sapone cuce i tessuti come i pittori dipingono le tele, indossando la vita come un abito su misura. La figlia Aika, che ha ereditato gli stessi interessi del padre ed è cresciuta circondata da grandi maestri suoi amici, apre con il marito Antonio una galleria d'arte che diventa una casa per gli artisti di famiglia. La prima mostra personale è dedicata proprio a Picasso, che però muore pochi giorni prima dell'inaugurazione, l'8 aprile 1973. Da allora sono passati molti anni eppure Picasso continua a insegnarci come reinventare la vita e osservarla con occhi nuovi.
[S.l.] : Skira, 2024
Abstract: Inserito nel contesto di grande attenzione e di rinnovati studi sull'opera e la figura di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666), il volume ripercorre l'attività e l'arte di questo grande protagonista del panorama artistico italiano della prima metà del Seicento e, parallelamente, approfondisce quella che fu la professione del pittore a quel tempo, le sfide del mestiere, i sistemi di produzione, le dinamiche del mercato e delle committenze, i soggetti più richiesti. Guercino, grazie a una strutturata bottega e alla ricchissima documentazione lasciata, alla rete di mentori e intermediari, ai rapporti con tanti e diversi committenti - richiesto come fu da borghesi, nobili, pontefici e prelati, ma anche dalle più prestigiose corti europee - diventa l'exemplum perfetto della vita, dell'iter creativo e del mestiere di ogni pittore. A partire dal significativo nucleo di dipinti e disegni appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, oltre cento opere del maestro emiliano e di artisti coevi come i Carracci, Guido Reni e Domenichino (provenienti dai più importanti musei e collezioni di tutta Europa) danno vita a un affascinante affresco del sistema dell'arte nel Seicento, guidati dal talento di quel "gran disegnatore e felicissimo coloritore; un mostro di natura e miracolo da far stupire chi vede le sue opere" che fu Guercino, secondo la definizione che ne diede Ludovico Carracci, annoverandolo fin dai suoi esordi entro la cerchia esclusiva degli artisti dotati di qualità fuori dal comune. Un racconto, articolato in dieci sezioni tematiche - tra confronti, parallelismi, testimonianze - che ripercorrono l'attività e l'arte di Guercino, dalla sua formazione alla piena maturità grazie a capolavori di primo piano, a dipinti inediti e alle tele che permettono lo straordinario ricongiungimento, dopo quattrocento anni, del celebre ciclo di dipinti commissionati a Bologna da Alessandro Ludovisi, futuro papa Gregorio XV.
Milano : Skira, 2024
Abstract: Nell’opera di Franco Fontana, dietro un tripudio di colori elettrizzante nel quale si rispecchia un ‘io’ traboccante di gioia di vivere e di energia, si cela un significato profondo: una riflessione, una ricerca instancabile, sul rapporto tra realtà, fotografia e fotografo. “Scattare è questione di pensiero. Bisogna fotografare quello che si sente, non quello che si vede. Attraverso il suo sguardo, il fotografo rende visibile l’invisibile, ed è allora che la fotografia diventa invenzione”, scrive Franco Fontana. Il volume raccoglie una selezione di 130 opere (realizzate dal fotografo dal 1961 al 2017) in cui si manifesta nitidamente un elemento caratteristico della grammatica di Fontana: la scelta totalizzante del colore, vero soggetto di ogni suo scatto. Ne emerge un’attitudine eclettica, sperimentale e soggettiva che abbraccia senza rigidità ideologica il piacere dell’immagine e che si dichiara tale sin dagli esordi. Da un mondo densamente popolato di umanità qui raccolto sotto il titolo People (con spiagge, piscine, scenari alla Hopper e una schietta comprensione delle ombre, intese come espressione dialettica di assenza e presenza della figura umana) si arriva ai Paesaggi urbani, in cui trionfano la bidimensionalità, la regolarizzazione del caos e la sapienza riorganizzativa. Anche nella serie Asfalti le pavimentazioni stradali sono indagate come paesaggi in cui ricercare l’equilibrio. È nei Paesaggi naturali, contraddistinti da una ricerca sulle dimensioni e sui volumi, sull’equilibrio tra le cose, che infine giunge all’apoteosi la ricerca della sintesi perseguita da Fontana, il cui ‘io’ si proietta nella creazione di ogni fotografia, tanto da plasmare poeticamente la realtà. Pubblicata in onore del novantesimo compleanno del maestro, narratore e pioniere della fotografia a colori, la monografia è corredata dei contributi di Caterina Mestrovich e Nicolas Ballario.
Milano : Skira ; [Brescia] : Fondazione Brescia musei, 2023
Abstract: Lorenzo Mattotti: Storie, ritmi, movimenti riunisce per la prima volta una larghissima selezione di quadri di grandi dimensioni, pastelli originali, schizzi preparatori, taccuini e affiche, realizzati dall’artista in relazione ai tre mondi della creazione artistica che da sempre ispirano il suo lavoro: il cinema, la musica e la danza. La monografia permette non solo di intraprendere un viaggio mozzafiato attraverso i colori materici e avvolgenti tipici dell’artista, ma anche di ripercorrere le tappe salienti della sua carriera, dagli esordi nella stampa underground italiana alle prestigiose collaborazioni internazionali. Suddiviso in tre capitoli principali, corrispondenti alle tre sezioni della mostra, il volume mostra anche la capacità di Mattotti nel trovare soluzioni originali e innovative per ogni ambito della creatività al quale si approcci, dimostrando il suo formidabile talento come illustratore, pittore, fumettista e regista. Questi tre capitoli sono presentati da un testo introduttivo della curatrice, Melania Gazzotti, seguito da un saggio dello scrittore e giornalista Marco Belpoliti che contestualizza l’opera di Mattotti dal punto di vista storico e artistico. Nella sezione dedicata al cinema (introdotta da un saggio di Charlotte Serrand, direttrice del Festival international du film La Roche-surYon) sono presentati oltre a illustrazioni e quadri anche i disegni degli storyboard realizzati da Mattotti come regista. La sezione dedicata alla musica analizza l’influenza della musica nel lavoro di Mattotti; è introdotta da un saggio di Emilio Varrà, direttore Associazione culturale Hamelin di Bologna, seguito da un testo del semiologo Daniele Barbieri sul rapporto tra musica e fumetto. La sezione dedicata alla danza è infine introdotta da un saggio di Gigi Cristoforetti, direttore Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, con il quale Mattotti ha più volte collaborato. Catalogo della mostra tenuta a Brescia, Museo di Santa Giulia, dal 14 settembre 2023 al 28 gennaio 2024 nel 2023
Milano : Skira, 2023
Abstract: L’originalissima e inconfondibile arte di Escher, uno dei più celebri artisti del XX secolo Olandese inquieto, riservato e indubbiamente geniale, Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è l’artista che, con le sue incisioni e litografie, ha avuto e continua ad avere la capacità unica di trasportarci in un mondo immaginifico e impossibile, dove si mescolano arte, matematica, scienza, fisica e design. Artista scoperto in tempi relativamente recenti, Escher è amato da chi conosce l’arte, ma anche da chi è appassionato di matematica, geometria, scienza, design, grafica. Nelle sue opere confluiscono una grande vastità di temi, e per questo nel panorama della storia dell’arte rappresenta un unicum. Nato nei Paesi Bassi nel 1898, dopo aver compiuto vari viaggi in Italia (visitando la Toscana, l’Umbria e la Liguria), Escher nel 1923 giunse a Roma, dove visse per dodici anni, fino al 1935. Il periodo romano ebbe una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo che lo vide prolifico nella produzione di litografie e incisioni soprattutto di paesaggi, scorci, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che lui amava indagare nella sua dimensione più intima, quella notturna, alla luce fioca di una lanterna. Pubblicata in occasione della mostra romana, la monografia ripercorre la poetica di questo artista visionario attraverso oltre trecento opere suddivise in otto sezioni: Gli inizi; Italia; Tassellature; Metamorfosi; Struttura dello spazio; Paradossi geometrici; Lavori su commissione; Eschermania. Opere che comprendono nuove acquisizioni e molti dei pezzi più significativi che hanno reso Escher famoso in tutto il mondo: dall’ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935) a Vincolo d’unione (1956), da Metamorfosi II (1939) e Giorno e notte (1938) alla celebre serie degli Emblemata e alla serie completa dei dodici notturni romani prodotta nel 1934.
Milano : Skira, 2023
Abstract: Anne Imhof (Gießen, Germania, 1978) è una delle voci più innovative della sua generazione. Le sue durational performances offrono un'espressione inedita all'esperienza del mondo contemporaneo. Articolata in dipinti, sculture, performance, elementi architettonici, musica e disegni, l'arte di Imhof manifesta le tensioni dell'esperienza contemporanea, nella quale la fisicità è fortemente mediata dalla comunicazione digitale. Le particolari espressioni del nostro tempo, tra cui narcisismo, alienazione, profonda malinconia e tormento emotivo, sono componenti essenziali del suo universo. Sviluppate secondo una precisa sequenza e attraverso importanti collaborazioni, le azioni di Imhof vedono i performer riunirsi e muoversi, mescolandosi a tratti con il pubblico secondo un immaginario riconducibile anche alla cultura musicale underground. Pubblicato in occasione della mostra e della performance Sex, 2019-2021, una collaborazione tra Tate Modern, The Art Institute of Chicago e Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, il volume, progettato in stretta collaborazione con l'artista e il suo gruppo di lavoro, documenta e restituisce questo lavoro.
Milano : Skira, 2023
Abstract: Una grande monografia dedicata al maestro di origini cretesi, considerato uno dei maggiori artisti del tardo Rinascimento spagnolo Domínikos Theotokópoulos, in arte El Greco, è stato un precursore, un innovatore, un pittore di straordinaria cultura e perizia che ha saputo assimilare ed elaborare, fondendole in uno stile unico, influenze e insegnamenti diversi, frutto della sua permanenza negli ambienti culturalmente più vivaci di Grecia, Italia e Spagna della seconda metà del Cinquecento. Attraverso oltre quaranta opere (tra cui capolavori quali San Martino e il mendicante e il celebre Laocoonte della National Gallery di Washington, il Ritratto di Jerónimo de Cevallos del Museo del Prado, l’Annunciazione Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid e San Giovanni evangelista e san Francesco d’Assisi delle Gallerie degli Uffizi), il volume costituisce un’occasione unica per scoprire l’inconfondibile arte di El Greco alla luce delle ultime ricerche sul suo lavoro. La monografia è infatti frutto di una profonda e innovativa riflessione storico-critica, i cui punti di forza sono costituiti dall’attenta riconsiderazione dell’impatto dei modelli italiani nella formazione dell’artista e dall’interpretazione dell’ultimo periodo toledano in termini di consapevole recupero di un’impostazione compositiva in senso lato bizantina. Il percorso alla scoperta dell’opera di questo grande maestro è suddiviso in cinque sezioni, che ripercorrono le diverse fasi legate alla vita e all’evoluzione dell’arte di El Greco. La prima sezione, Il bivio, è dedicata alle prime realizzazioni cretesi, dove predominano gli stilemi dell’arte bizantina, mentre Dialoghi con l’Italia evidenzia l’influenza dei grandi maestri italiani, da Tiziano a Michelangelo, assorbita negli anni trascorsi a Venezia e a Roma. Le successive sezioni, Dipingendo la santità e L’icona, di nuovo, si soffermano sulla produzione spagnola caratterizzata da un forte afflato religioso e mistico. El Greco nel labirinto, l’ultima sezione che dà il titolo all’esposizione, si riferisce all’opera ispirata al mito del labirinto di Creta e rappresenta quasi una sintesi ideale dell’evoluzione della sua arte. Il percorso creativo di El Greco si dipana infatti in un labirinto metaforico dove diverse “strade” si intrecciano e si confondono fino a trovare uno sbocco in uno stile originale e irripetibile, che appare oggi straordinariamente moderno ed evocativo.
Jimmy Nelson: Humanity : [Milano : Palazzo Reale, 20 settembre 2023-21 gennaio 2024]
Milano : Skira, 2023
Abstract: Jimmy Nelson. Humanity è incentrato sul viaggio personale e artistico del celebre fotografo inglese Jimmy Nelson attraverso il mondo. Il viaggio è infatti il filo conduttore di un percorso di riflessione più profondo sulla propria identità come parte della famiglia universale degli esseri umani. I suoi viaggi sono simili a spedizioni sul campo, ricchi di preparativi e imprevisti; possono durare settimane, mesi. Per Nelson, viaggiare è parte del suo processo artistico, che incarna una ricerca risoluta di ciò che significa essere umani, profondamente, al centro delle nostre origini condivise da una stessa fonte nel continente africano. Nel corso di questo processo, si è riconnesso con il proprio io più profondo e ha capito che l’umanità è una sola. In Jimmy Nelson. Humanity, il fotografo condivide con passione la sua continua ricerca di una forma d’arte che abbracci ciò che sperimenta sul campo, quando trova l’armonia perfetta con le persone, la natura, la luce; un senso di equilibrio che crea una sinfonia di esperienze che la fotografia analogica, sotto forma di grandi negativi 10x8, si avvicina a esprimere e che gli permette di incanalare e cristallizzare visivamente in un solo istante tutte le emozioni. E così, attraverso i suoi spettacolari scatti, il viaggio di Jimmy Nelson diventa anche il nostro viaggio e le popolazioni indigene fotografate diventano i protagonisti di una storia di “bellezza senza fronzoli” che permette a chi li guarda di percepire l’intera umanità. Catalogo della mostra
Milano : Skira ; Vienna : Kunsthistorisches Museum Wien, 2022
Abstract: Un volume che parla della donna dipinta da Tiziano e dai suoi contemporanei: di bellezza, eleganza e sensualità, e del ruolo tutto particolare che la loro rappresentazione acquistò nella Venezia del Cinquecento A Venezia nel Cinquecento l'immagine femminile acquista un'importanza forse mai vista prima nella storia della pittura. Questo è dovuto a vari fattori, quali la presenza di Tiziano e di altri artisti operanti sia a Venezia che in terraferma, particolarmente interessati alla bellezza muliebre, ma anche, parallelamente, al particolare status che le donne avevano nella società veneziana. Bellezza, amore e poesia sono i temi centrali dei ritratti femminili di Tiziano e dei suoi contemporanei e successori nella Venezia del Cinquecento, tra cui Paris Bordon, Lorenzo Lotto, Jacopo Tintoretto, Palma il Vecchio e Paolo Veronese. Si va dai ritratti di rappresentanza alle immagini a mezza figura delle "belle veneziane", dalle coppie di amanti alle eroine e sante, dalle letterate e poetesse alle affascinanti figure mitologiche e allegoriche. Tra eros e ambiguità, virtù e voluttà, eroismo e seduzione, il potere delle donne emerge in tutta l'ambiguità dei gesti grazie alla loro bellezza, alla loro forza e al loro ruolo centrale negli eventi universali del mondo. Realizzato in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna e pubblicato in occasione della straordinaria esposizione milanese, il volume affronta un argomento eternamente valido ma anche completamente nuovo, presentando l'immagine femminile attraverso tutto l'ampio spettro delle tematiche possibili e, parallelamente, mettendo a confronto gli approcci artistici individuali tra Tiziano e gli altri pittori del tempo, dando così vita a un affresco opulento attraverso eccezionali opere provenienti dalla Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum e dai più importanti musei internazionali.
[Milano] : Gallerie d'Italia ; Milano : Skira, 2019
Toscanini : Teatro alla Scala, 11.05.1946 : la riapertura = the reopening = die wiederöffnung
Milano : Skira Classica, 2018