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Memorie del sottosuolo
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Memorie del sottosuolo / Fëdor Dostoevskij ; traduzione di Ettore Lo Gatto

Macerata : Quodlibet, 2025

Compagnia Extra ; 125

Abstract: "Memorie del sottosuolo" esce nel 1864 sulla rivista «??ó??» (Epoca), e precede i grandi e famosi romanzi. È uno dei racconti più tremendi, dolorosi, contagiosi e ammirevoli che mai siano stati scritti; e che va riletto ogni qualche anno per tornare a patire assieme al protagonista e goderne. Con spunti anche di angosciante comicità come ad esempio la figura indimenticabile del servo Apollon, uno dei tanti meravigliosi servi che compaiono solo nella letteratura russa dell’Ottocento, e impersonano il tormento dei loro miserabili padroni. Il protagonista narrante è l’uomo che teme di essere un nulla, che da tutto è ferito, uomo orrendo, chiuso nel cerchio dell’egoismo, con la disgrazia della consapevolezza che lui ritiene superiore intelligenza. La prima parte (Il sottosuolo) sono le sue riflessioni, e la si può anche leggere dopo, anzi lo consiglio, di incominciare dalla seconda (A proposito della neve umida) che è questo stesso uomo in azione, cioè in mezzo agli altri, che lo guardano e lo considerano con disgusto, a suo parere, in ufficio, per strada, al terribile pranzo tra amici, dove però non è invitato, non lo vorrebbero, e nella sala del ristorante cammina avanti e indietro come un fastidioso corpo estraneo, e il lettore soffre e si vergogna assieme a lui che sprofonda sempre più in un irrimediabile disagio, che si protrae come un incubo ridicolo e perfino stupefacente. E poi c’è Liza, la giovanissima e disarmata prostituta, che potrebbe aprirgli una via di salvezza; e invece alla sua volontaria e ricercata abiezione non c’è fine. Non lo legga chi è di debole costituzione.

Umiliati e offesi
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Umiliati e offesi / Fëdor Dostoevskij ; introduzione di Fausto Malcovati ; traduzione di Emanuela Guercetti

8. ed.

Milano : Garzanti, 2024

  • Non prenotabile
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Abstract: Il romanzo che nel 1861 segna il ritorno di Dostoevskij alla letteratura dopo l'esilio e i lavori forzati è un perfetto esempio di feuilleton, ridondante nella trama e tuttavia ricco di spunti su cui l'autore tornerà con talento più maturo. Il racconto dei fatti è affidato al giovane scrittore Ivan Petrovic?, attorno al quale ruotano tre plot narrativi: l'amore infelice di Nataša per Alëša, figlio del perfido principe Valkovskij che si oppone ferocemente al loro legame; lo scontro tra Nataša e i genitori, da lei lasciati nella disperazione per seguire Alëša e presso i quali troverà infine rifugio; e la vicenda di Nelly, bimba poverissima e malata, resa precocemente adulta dalle violenze e dalle privazioni, anch'essa vittima del perfido Valkovskij, respinta da tutti e accolta da Ivan Petrovic?. A risollevare Umiliati e offesi dalle farraginosità e dagli eccessi melodrammatici è proprio la dimensione etica delle due figure femminili: la generosa e integerrima Nataša e la piccola Nelly, prefigurazione del tema dostoevskiano dell'infanzia violata, a cui è assegnata la funzione catartica di condurre gli adulti al rimorso e al riscatto. Introduzione e prefazione di Fausto Malcovati.

Una brutta storia
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Una brutta storia / Fedor Dostoevskij ; a cura di Marilena Rea

Bagno a Ripoli : Passigli, 2024

Abstract: Di ritorno da una festa di compleanno tra colleghi, il giovane generale Ivan Il’ic Pralinskij, consigliere di stato sognatore e utopista, si presenta inaspettatamente alla festa di nozze del suo sottoposto Pseldonimov. In apparenza, il suo intento è quello di condividere un giorno lieto con il suo impiegato, ma in realtà egli ha uno scopo ben più ambizioso: elevare spiritualmente, tramite la propria presunta liberalità, dei poveri proletari, instradandoli verso quella evoluzione di coscienza di cui, a suo dire, la società ha bisogno. Le cose, però, non vanno secondo i piani di Pralinskij, e la serata prende presto una piega inaspettata, fino al tragicomico epilogo… Pubblicato nel 1862 sulla rivista «Vremja», il racconto “Una brutta storia”, in cui si avverte ancora forte l’influenza dell’amato Gogol’ – in particolare nell’accentuazione caricaturale dei personaggi – è un’opera a suo modo centrale in quanto, come afferma Marilena Rea nella prefazione a questa sua nuova traduzione, «segna la fine della fase degli anni Quaranta, della cosiddetta “letteratura burocratica”, e l’inizio della fase matura, quella delle “Memorie dal sottosuolo”, che ha reso Dostoevskij un classico assoluto dell’Ottocento».

I fratelli Karamazov
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I fratelli Karamazov / Fëdor Dostoevskij

Ed. integrale

[Santarcangelo di Romagna] : Rusconi libri, stampa 2024

Abstract: Il continuo e violento contrasto tra padre e figli è la tematica centrale del romanzo, forse il più articolato di Dostoevskij. Fëdor, vecchio malvagio e libertino, con il suo carattere arrogante e tirannico suscita l’odio dei quattro figli, Dmitrij, Ivan, Alëša e dell’illegittimo Smerdjakov. Nonostante i repentini colpi di scena e i continui equivoci, alla fine i quattro fratelli, grazie a una significativa trasformazione spirituale e morale, arriveranno alla totale riaffermazione di sé. Nel raccontare le vicende umane della famiglia Karamazov, Dostoevskij mostra tutta la potenza evocativa della sua scrittura che da sempre conquista i lettori di tutto il mondo.

I demoni
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I demoni : romanzo in tre parti / Fëdor Dostoevskij ; traduzione di Emanuela Guercetti

Torino : Einaudi, 2024

Abstract: Uscito a puntate sulla rivista «Russkij Vestnik» («Il messaggero russo») tra il gennaio 1871 e il dicembre 1872, "I demòni" nasce come immediata reazione a un fatto di cronaca, il cosiddetto «caso Necaev». Il 21 novembre 1869, a Mosca, i membri di una cellula terroristica della Narodnaja Rasprava (Giustizia sommaria del popolo), guidati da Sergej Necaev, avevano assassinato il loro compagno Ivan Ivanov, colpevole di insubordinazione e sospettato (a torto) di tradimento. Fëdor Dostoevskij, in esilio volontario a Dresda, apprende la notizia dai giornali russi e subito decide di accantonare i progetti letterari più o meno grandiosi che gli affollano la mente, per scrivere un romanzo-pamphlet ispirato proprio a quella vicenda sanguinosa. Intende mettervi in caricatura la nuova generazione dei nichilisti, fanatici e brutali, ma anche denunciare il loro legame con gli irresponsabili «padri», i «liberali idealisti», gli occidentalisti e i socialisti degli anni Quaranta per cui lui stesso aveva simpatizzato, prima dell'arresto e dei lavori forzati. «Sto scrivendo una cosa tendenziosa», scrive all'amico A. Majkov il 25 marzo 1870, «ho voglia di essere sferzante. I nichilisti e gli occidentalisti strilleranno che sono un retrogrado! E vadano al diavolo, dirò la mia, fino all'ultima parola». Ma la composizione dell'opera è tormentosa e procede tra difficoltà con l'editore e ripensamenti. Dostoevskij inventa un narratore (il «cronista») che partecipa marginalmente all'azione, la trasporta in una sonnolenta città di provincia, inserisce un complesso intrigo amoroso e una folla di nuovi personaggi, alcuni buffoneschi, altri luminosi, per ciascuno dei quali elabora un linguaggio, uno stile particolare. Cosí col tempo il libello satirico diventa potente, profetico romanzo di idee, nera tragedia. E soprattutto grandiosa riflessione sul problema che sempre tormenta l'autore, quello della ricerca di Dio e del Male. Nei demòni-nichilisti che seminano caos e violenza, il Male assume tante forme ma resta uno scandaloso mistero, poco scalfito dalle spiegazioni che Dostoevskij esplicita o suggerisce: la malattia, le ferite dell'infanzia, vizi come la superbia, la lussuria, l'accidia e la viltà, lo sradicamento dalla terra e dalla fede del popolo, «l'idea» che «divora» e toglie umanità e compassione, fino a imporre «il dovere di uccidere». È questo stesso mistero del Male che rende indimenticabili e inquietanti la figura e la sorte del demonio-principe Stavrogin, il personaggio attorno a cui tutto ruota, il più ambiguo e fascinoso, il più tragico e forse il più amato dal suo autore.

Le notti bianche
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Le notti bianche / Fedor Michajlovic Dostoevskij ; con le opere degli impressionisti russi ; a cura di Laura Salmon

Milano : BUR Rizzoli, 2024

BUR. Classici deluxe

Abstract: Lungo un canale di Pietroburgo, nella luce crepuscolare di un sole che non tramonta e trasforma il cielo in una serie infinita di “notti bianche”, un giovane uomo vaga in compagnia della propria solitudine fino all’incontro con una donna che condivide la sua natura notturna. Sospesi tra realtà e sogno a occhi aperti, i due promettono di rivedersi, dando vita per quattro notti a un dialogo serrato, appassionato e velatamente ambiguo sulle loro esistenze. La situazione pare preludere a un epilogo romantico; tuttavia, al quarto incontro notturno, nel momento in cui si realizza il sogno d’amore della fanciulla, s’infrange quello del giovane, costretto da un brusco risveglio a tornare alla sua solitaria realtà. Tradizionalmente considerato il primo approccio al grande autore russo, in questo breve romanzo emerge lo spirito lirico di Dostoevskij, accanto alle prime riflessioni sulle disillusioni della vita e dell’amore. La luminescente e umbratile magia delle notti nordiche di Pietroburgo, coprotagonista a pieno titolo di questo piccolo, grande capolavoro, viene esaltata in questa edizione dai dipinti scelti tra alcuni dei più grandi impressionisti russi, tra i quali gli scenografi Konstantin Alekseevic Korovin e Konstantin Fyodorovich Yuon e il ritrattista Valentin Aleksandrovic Serov. Dalla luce del giorno che non cede al buio della notte, i confini della realtà scivolano in quelli di un sogno in una novella di illusioni e speranze universali.

L'idiota
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

L'idiota / Fëdor Dostoevskij ; traduzione e a cura di Serena Prina

Vicenza : Pozza, 2024

Abstract: Due giovani uomini, seduti l’uno di fronte all’altro, con le ginocchia che si toccano, nello spazio limitato di un vagone in corsa. Uno biondo, mite, luminoso; l’altro bruno, cupo, febbricitante. Comincia così, in uno spazio ristretto e in movimento, con due personaggi che si rispecchiano l’uno nell’altro, uno dei testi più misteriosi, inattesi, davvero enigmatici della letteratura mondiale, l’«esperimento» di Dostoevskij, un’opera che disgrega i limiti del romanzo della sua epoca e si proietta in avanti a testa bassa, senza freni, verso la modernità, andando però nel contempo a prendere energia e struttura in un passato letterario antichissimo. «L’idea principale del romanzo è raffigurare un uomo positivamente bello. Al mondo non c’è nulla di più difficile» scriveva Dostoevskij. Il principe Myškin, l’«idiota», diventa dunque una sorta di simbolo vivente capace di evocare la figura di Cristo, l’unica positivamente bella per Dostoevskij, che tuttavia quasi non è nominata nel romanzo, pur pervadendolo. Il mondo in cui si muovono il protagonista, le figure comprimarie e le complesse relazioni d’amore che li intrecciano è privo di ogni salvifica bellezza, è un mondo feroce, che gronda sangue, dove chi è indifeso (Nastas’ja bambina, in balia di un adulto depravato; Aglaja giovanetta, prigioniera di convenzioni sociali che le fanno orrore; persino Rogožin, travolto da una passione priva di limiti), o chi si porta nel cuore la mitezza, la grazia, la compassione, si muove a tentoni, cercando di indovinare le regole della sopravvivenza, sempre fallendo, sino al colpo di coltello finale.

I fratelli Karamazov
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I fratelli Karamazov : romanzo in quattro parti con epilogo/ Fëdor Dostoevskij ; traduzione di Claudia Zonghetti ; con un saggio introduttivo di Vladimir Lakšin e il saggio di Sigmund Freud Dostoevskij e il parricidio

Torino : Einaudi, 2023

Abstract: «Sto per terminare i Karamazov», scrive Dostoevskij il 16 agosto del 1880. «Quest'ultima parte, lo vedo e lo sento da me, è così originale e diversa da come scrivono gli altri, che non mi aspetto alcuna approvazione dalla critica. Il pubblico, i lettori sono un'altra storia: mi hanno sempre sostenuto». A un secolo e mezzo dalla sua comparsa, dapprima sulla rivista «Russkij vestnik» (Il messaggero russo) e poi in un'edizione in due volumi che andò esaurita nel giro di qualche settimana, questa scrittura diversa e originale, «madre della prosa moderna e che ha portato alla sua intensità attuale » (James Joyce), questi «vortici in ebollizione, turbinose tempeste di sabbia, getti d'acqua che sibilano e ribollono e ci risucchiano » dentro pagine composte «essenzialmente e completamente della materia di cui è fatta l'anima» (Virginia Woolf), questa «vetta della letteratura di ogni tempo » (Albert Einstein), questo «libro che può insegnarti tutto quello che serve sapere sulla vita» (Kurt Vonnegut), questo autore «che sovrasta con la sua statura le nostre letterature e la nostra storia» e che «oggi ancora ci aiuta a vivere e sperare» (Albert Camus), questa lettura «nevrotica » (Vladimir Nabokov) ma umanissima del cristianesimo, non ha perso nulla della sua potenza letteraria. E ancora oggi, mentre assistiamo al parricidio più famoso delle lettere moderne e ne seguiamo l'esaltante iter giudiziario, siamo costretti a scendere con Ivan, Dmitrij e Alësa Karamazov nelle profondità più scomode dell'animo umano, a interrogarci sugli istinti peggiori dell'individuo e della società, a incidere come un patologo le cancrene della nostra coscienza, in un percorso in cui realtà e incubo non sempre hanno contorni netti, in cui la tragedia si accompagna alla farsa, e la disperazione si danna per alimentare una pur esile fiammella di speranza. "I fratelli Karamazov" è il testamento letterario, e non solo, di Dostoevskij, il romanzo di chi guarda al sublime da una pozza di fango, delle idee che prendono fuoco, di coloro che «non respirano mai tranquillamente né mai si riposano (...), di chi vive nella febbre, nella convulsione, nello spasimo» (Stefan Zweig).

Umiliati e offesi
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Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Umiliati e offesi / Fëdor Dostoevskij ; traduzione di Jzreel Cassata

Ed. integrale

Santarcangelo di Romagna : Rusconi libri, 2023

Abstract: Pubblicato per la prima volta nel 1861, Umiliati e offesi immerge il lettore in un mondo di degrado morale, traumi infantili, amore non corrisposto e relazioni inconciliabili. Al centro della storia c’è il narratore e protagonista Ivan Petrovic, il quale nutre un amore segreto per Natascha, e un profondo affetto per i suoi genitori, che lo hanno accolto e cresciuto come un figlio. Natasha, però, è innamorata di Aleksej, figlio immaturo del principe Valkovski, e i due scappano insieme a San Pietroburgo, per ribellarsi alle reciproche famiglie, contrarie all’unione. Un secondo filone narrativo vede comparire Elena, bambina orfana costretta alla prostituzione e tratta in salvo dal protagonista. In un classico intreccio di relazioni familiari e d’amore, Dostoevskij traccia una netta contrapposizione tra vizi e virtù, luce e tenebre, dei suoi personaggi.

Delitto e castigo
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Delitto e castigo / Fedor Dostoevskij ; saggio introduttivo di Sarah Tardino ; traduzione di Linda Rossi

[S.l.] : Theoria, 2023

Abstract: In "Delitto e castigo" Dostoevskij sviluppa il problema della duplicità umana, che affonda le sue radici nella tormentosa coesistenza di una doppia natura, bestiale e angelica, ad un tempo negatrice e affermatrice di Dio. Raskolnikov, il protagonista, è un giovane intellettuale che a causa della sua povertà, si risolve a progettare e realizzare l'omicidio di una vecchia usuraia. Alla sua redenzione contribuisce l'amore della dolce Sonia, simbolo della purezza dell'anima.

Racconti
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Racconti / Fëdor Michajlovic Dostoevskij ; a cura di Serena Prina

Milano : Feltrinelli, 2023

Universale economica Feltrinelli Classici

Abstract: Dalla penna di uno dei più straordinari romanzieri del diciannovesimo secolo sono uscite anche queste dodici piccole gemme. Nei racconti, in particolar modo in quelli scritti prima del processo, della finta condanna a morte e dei lavori forzati, l’artista affina le sue armi e comincia a esplorare i temi che poi diventeranno centrali nelle sue opere maggiori. Soprattutto, sorprendentemente, mettendosi alla prova su registri che all’interno dei grandi romanzi troveranno meno spazio, come quello comico. Non mancano infatti povertà, furti, truffe, donne crudeli, matrimoni calcolati attorno ad alberi di Natale e ricconi che decidono di morire indigenti pur di preservare il proprio denaro, ma queste pagine sono anche colorate di cartomanti imbroglione, improbabili eventi che si frappongono nell’amicizia di uomini d’affari ed esilaranti disavventure di mariti gelosi. La finissima abilità di Dostoevskij di scrutare l’animo umano è già tutta in queste pagine. Le accompagnano, per la prima volta in Italia, quelle parti dei racconti giovanili che lo stesso autore tagliò in occasione dell’edizione del 1860.

I fratelli Karamazov
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I fratelli Karamazov / Fëdor Dostoevskij

[S.l.] : Theoria, 2023

Abstract: Il continuo e violento contrasto tra padre e figli è la tematica centrale del romanzo, forse il più articolato di Dostoevskij. Fëdor, vecchio malvagio e libertino, con il suo carattere arrogante e tirannico suscita l’odio dei quattro figli Alësa, Dmitrij, Ivan e dell’illegittimo Smerdjakov. Accomunati dal profondo disprezzo per il padre, i fratelli Karamazov si presentano con caratteri profondamente diversi. Nonostante i repentini colpi di scena e i continui equivoci, alla fine i quattro fratelli, grazie a una significativa trasformazione spi rituale e morale, arriveranno alla totale riaffermazione di sé. Nel raccontare le vicende umane della famiglia Karamazov, Dostoevskij mostra tutta la potenza evocativa della sua scrittura che da sempre conquista i lettori di tutto il mondo.

Le notti bianche
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Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Le notti bianche / Fedor Michajlovic Dostoevskij ; introduzione di Fausto Malcovati ; traduzione Luigi Vittorio Nadai

Milano : Garzanti, 2022

Abstract: Al centro delle Notti bianche - racconto pubblicato per la prima volta nel 1848 - c'è un sognatore, un giovane che vive una vita tutta sua, avulsa dalla realtà, fatta di chimere, fantasticherie, impalpabili emozioni. Nelle calde notti senza tramonto di una Pietroburgo estiva e deserta, il timido e notturno protagonista, triste vittima della vita urbana, vagabonda senza meta per la città fra palazzi e canali, e sogna a occhi aperti. Proverà a inseguire l'amore: quello della bella e appassionata Nasten'ka, che però ama, desidera, attende un altro. Così, dopo quattro notti di esaltata eccitazione, l'ultimo mattino porta con sé un amaro risveglio: il disincanto di un addio. Introduzione di Fausto Malcovati.

Le notti bianche
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Le notti bianche ; L'eterno marito / Fëdor Dostoevskij ; introduzione di Stefano Garzonio

Firenze : Giunti-Barbèra, 2022

Abstract: Il sognatore (me?tatel', in russo, dal verbo me?tat', che indica il fantasticare, la rêverie) è un tipo letterario: «io sono un tipo», si definisce l'eroe stesso delle Notti bianche; e poco dopo aggiunge: «uno originale, un uomo molto buffo»... Nell'Eterno marito (1870) lo psicologismo di Dostoevskij si fonde al suo metodo del realismo fantastico. Come nelle Notti bianche, l'ambientazione porta i tratti della messa in scena teatrale. Non a caso le linee dell'intreccio... ripropongono e riflettono, nel rapporto conflittuale tra il marito ingannato e l'amante della moglie, situazioni, personaggi, sentimenti, emozioni riconducibili a numerose fonti e modelli del teatro europeo. Introduzione di Stefano Garzonio.

Il sosia
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il sosia / Fedor Dostoevskij ; traduzione e cura di Serena Prina

Vicenza : Pozza, 2022

Abstract: È una notte di tregenda a San Pietroburgo, una terribile notte novembrina. Il consigliere titolare Goljadkin avanza a piccoli passi rapidi e minuti. Incurante della neve, dell'aria gravida di ascessi, raffreddori e febbri, vorrebbe fuggire da sé stesso, distruggersi del tutto, ridursi in cenere. In casa di Olsufij Ivanovic, suo benefattore e padre della bella Klara, ha subìto la peggiore delle umiliazioni: è stato messo alla porta come il più spregevole degli esseri umani. Non c'è anima viva in giro, eccetto un passante che, vestito e imbacuccato come il consigliere titolare, sgambetta a passi corti lungo il marciapiede della Fontanka e sparisce poi lontano, procurando a Goljadkin una vaga inquietudine. Il consigliere titolare si affretta allora a raggiungere casa, ma, una volta messo piede nel suo appartamento, una terrificante sorpresa lo aspetta: seduto sul suo letto, il suo conoscente notturno gli fa un cenno amichevole col capo. Goljadkin si accascia al suolo in preda al terrore. L'uomo infatti non è altri che lui stesso, un altro Goljadkin, il suo sosia sotto tutti gli aspetti. Così, con questo espediente carnevalesco comincia quest'opera. Ai contemporanei seguaci della scuola naturale, quando fu pubblicata per la prima volta nel 1846, apparve in tutto e per tutto come un racconto alla Gogol', in cui il fantastico viene piegato in chiave comico-grottesca. Sbagliavano. Il sosia è lontano dalla dimensione gogoliana della scrittura, poiché annuncia l'essenza stessa, la verità più profonda di tutta l'opera di Dostoevskij: l'idea che l'uomo è un essere fondamentalmente doppio, un vivente capace di essere costantemente altro da ciò che è, l'unico in grado di arrivare persino alla negazione di sé («Di tutto si può discutere all'infinito, ma da me s'è riversata fuori soltanto negazione» afferma Stavrogin nei Demonî). Come scrive Serena Prina nella postfazione a questa edizione, da lei curata e ritradotta dal russo, dell'uomo del sottosuolo, di Raskol'nikov, di Stavrogin, dei Karamazov, di tutti i personaggi che, nell'universo dostoevskiano, sono afflitti da «violente pulsioni contrapposte», Goljadkin rappresenta l'avanguardia, l'«ineludibile punto di partenza dell'esplorazione dei mondi interiori».

Il coccodrillo
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il coccodrillo : un avvenimento straordinario, ovvero Impasse nel Passage / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Vitale

Milano : Adelphi, 2022

Abstract: Pietroburgo, anni Sessanta dell'Ottocento. In un negozio del Passage, l'elegante galleria commerciale - la prima in Russia - inaugurata nel 1848 sul Nevskij Prospekt, un tedesco espone a pagamento un coccodrillo. Il funzionario Ivan Matveich, uomo supponente e ignorante, e la sua bella moglie Elena Ivanovna vanno ad ammirare l'esotica attrazione con un amico di famiglia. Ma quando Ivan Matveich cerca di solleticargli il naso con un guanto, il coccodrillo lo inghiotte in un solo boccone. Sventrare l'animale sembrerebbe l'unica soluzione - «retrograda», però, osserva un progressista di passaggio. E lo stesso Ivan Matveich, dal ventre del suo leviatano - grande, comodo, solo un po' troppo odoroso di gomma -, fa sapere che vuole restarsene lì dentro. Lontano dagli svaghi mondani, sostiene, potrà dedicarsi come un «nuovo Fourier» a migliorare le sorti del genere umano, e «dal coccodrillo ... verranno la verità e la luce». Mentre al Passage la gente si accalca per vedere il «mostro», Ivan Matveich - caustica parodia di chernyshevskij e di tutti i pensatori «rivoluzionari» dell'epoca - continua a fantasticare sulle nuove magnifiche sorti e progressive della patria russa. Strizzando l'occhio al Naso di Gogol', anticipando altre e più tremende metamorfosi novecentesche, divertendosi e divertendo, Dostoevskij presagisce il trionfo della borghesia, il culto del benessere e del profitto, fino alla passione per gli shopping center, e costruisce l'immagine di un «nuovo mondo» tanto risibile quanto mostruoso.

Le notti bianche
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Materiale linguistico moderno

Laprovitera, Andrea - Rispoli, Carlo

Le notti bianche / di Andrea Laprovitera e Carlo Rispoli ; ispirato all'omonimo racconto di Fëdor Dostoevskij

Eboli : NPE, 2021

Abstract: 'Un sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, isolato dalla realtà e da qualsiasi rapporto di amicizia, incontra una ragazza durante una passeggiata notturna. Comincia così la sua "educazione sentimentale", che risveglierà in lui emozioni tanto potenti quanto da tempo dimenticate

Il poema del grande inquisitore'
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il poema del grande inquisitore' : fra teodicea e modernità / Fedor Dostoevskij ; a cura di Antonio Coratti ; con la traduzione di Stefano Maria Capilupi

Roma : Castelvecchi, 2022

Abstract: Una nuova traduzione delle pagine di Dostoevskij più note e controverse: quelle del "Poema del Grande Inquisitore" narrato da Ivan all'interno dei "Fratelli Karamazov". Racconto nel racconto, la leggenda è analizzata a partire da prospettive diverse che mettono in luce la drammatica dialettica fra teodicea e modernità nell'incontro tra Cristo e il Grande Inquisitore ai tempi dei roghi di Siviglia. Con saggi critici di Gaetano Lettieri, Antonina Nocera, Mario Reale e Stefano Maria Capilupi.

Memorie del sottosuolo
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Memorie del sottosuolo / Fedor Dostoevskij ; traduzione di Paolo Nori

Milano : Garzanti, 2022

Abstract: «Tu sai cos'è un cambio di tonalità musicale», scrive Dostoevskij al fratello Michail il 14 aprile del 1864, «ecco, qui è la stessa cosa. Nel primo capitolo sembra che non ci siano altro che delle chiacchiere, poi, d'un tratto, queste chiacchiere si trasformano in un'improvvisa catastrofe.» La catastrofe cui Dostoevskij si riferisce è quella del protagonista diMemorie del sottosuolo: un uomo senza nome e senza qualità, «né cattivo, né buono, né disonesto, né onesto, né un eroe, né un insetto». Un uomo frustrato e orribilmente infelice, pieno di rancore e risentimento nei confronti di un mondo ai suoi occhi spregevole, che pur consapevole di cosa sia il bene sprofonda sempre più in uno stato di fredda, velenosa cattiveria, tra desideri insoddisfatti e propositi di vendetta. In queste pagine, in cui il soliloquio si alterna a sconnessi ricordi di episodi della sua vita, si abbandona a una tormentata confessione mettendo a nudo impietosamente la propria anima. Senza alcun timore di affondare il coltello nella piaga, ma anzi ricavando dalle umiliazioni, dalla degradazione e dalla sofferenza un morboso piacere, rinuncia a ogni difesa e ci restituisce, come in uno specchio, il riflesso di ciascuno di noi, prigionieri come il protagonista delle nostre contraddizioni e condannati a convivere con gli orrori del nostro privato sottosuolo

Ribellione
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Ribellione / Fëdor Dostoevskij ; traduzione di Maria Rosaria Fasanelli

Milano : Salani, 2022

Abstract: "Ribellione" è il capitolo dei "Fratelli Karamazov" che precede il celebre 'poema' "Il Grande Inquisitore". In questo brano due dei figli di Fëdor Karamazov, Ivan e Alioscia discutono a proposito della natura dell'uomo e della libertà, e in particolare del male nel mondo e di come si possa amare il prossimo. Ne scaturisce un discorso serrato e profondo, che porta per mano il lettore fino alle radici della libertà umana e del male nel mondo, del senso della sofferenza e del dolore dei bambini innocenti, dell'accettare o ribellarsi al male, del tema della felicità e del perdono costellato di esempi che ci riportano al cuore della nostra realtà e in tempo di guerra. Dopo essersi dedicato al Grande Inquisitore e aver affrontato i problemi del peso della libertà, della fede e del libero arbitrio, della giustizia e del peccato, dell'individualismo e della responsabilità universale, in "Ribellione" Gherardo Colombo ci accompagna, passo dopo passo, a riscoprire la profondità di Dostoevskij nel misurarsi con altre tra le domande più difficili della condizione umana, le più fondamentali, sul senso della vita, dalle quali di solito veniamo distratti, ma che in tempi come questi tornano prepotenti a occupare la nostra mente e i nostri cuori. In uno dei momenti più difficili della storia contemporanea, Gherardo Colombo ritorna a parlare attraverso Dostoevskij con un libro che colpisce per l'attualità degli argomenti trattati.