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Trovati 28 documenti.

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Chiara
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Materiale linguistico moderno

Lattanzi, Antonella

Chiara / Antonella Lattanzi

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: L’infanzia non è un tempo fuori dal pericolo, Marianna e Chiara lo sanno bene. Ci sono le feste di compleanno in salotto, mano nella mano, i panini con la frittata divisi a metà e nascosti in tasca fino all’intervallo. Ma c’è anche l’ombra lunga di due famiglie in apparenza diversissime, eppure uguali nella violenza con cui trafiggono. Per anni hanno creduto di essere sole, le uniche a vivere nell’oscurità, a dover affrontare i mostri. E invece scoprono che la salvezza può esistere in un patto in cui l’una per l’altra diventano il rifugio che il mondo non sa offrire. Ma cosa succede quando quel patto si rompe sotto i colpi della realtà, o forse solo della vita adulta? Dopo “Cose che non si raccontano”, Antonella Lattanzi torna a emozionarci e scuoterci con una storia potente, profondamente vera, che racconta di ogni volta che, nel mezzo del buio, qualcuno ha trovato il modo di tenerci vivi. «Qualunque cosa sia successa dopo, non siamo più state “io” e “lei” ma “noi”. Anche adesso, dopo che è successo tutto». Marianna e Chiara crescono a pochi passi, nella Bari popolare degli anni Novanta, in due famiglie che sembrano agli antipodi – una ruvida e irrequieta, l’altra ordinata e colta, apparentemente perfetta – ma che si rivelano uguali nel modo in cui tradiscono, soffocano, feriscono. Tra le due ragazze nasce subito un legame assoluto, fatto di intesa e di coraggio, di un bisogno vitale di raccogliersi a vicenda. Così, contro la violenza che le circonda, costruiscono un mondo solo loro, e negli anni l’affetto si confonde con l’amore, in alcuni momenti diventa anche attrazione e desiderio. Ma la vita adulta le allontana, crescere in fondo è irreparabile. E allora, quando sarà il momento, sapranno tenere fede a quella promessa di esserci sempre l’una per l’altra, anche di fronte al Terrore? In un romanzo dal ritmo incalzante, magnetico, che va avanti e indietro nel tempo in modo sapiente, Antonella Lattanzi sa tenere insieme la tenerezza dell’infanzia, l’erotismo come scoperta e il senso di minaccia incombente tra le mura di casa, la paura che qualcosa si spezzi all’improvviso, senza avvisare. Ma proprio dentro la tensione, contro ogni aspettativa, si accende la poesia della vita, e insieme un bene ostinato e splendente, capace di disarmare il cuore di chi legge.

Un animale innocente
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Materiale linguistico moderno

Pezzali, Letizia

Un animale innocente / Letizia Pezzali

Torino : Einaudi, 2025

  • Non prenotabile
  • Copie totali: 3
  • In prestito: 0
  • Prenotazioni: 1

Abstract: «Per fare sesso con una persona che ha la metà dei tuoi anni ci vuole un certo carattere. Non parlo di coraggio, ma di una dolorosa predisposizione alla felicità. A quanto ne sapevo non stavo commettendo reati, e non avevo motivo di pensare di essere violenta. Però lo stesso stavo rubando qualcosa. La bellezza». La cupa vitalità del desiderio in un romanzo carico di tensione, che ipnotizza e travolge con l’intensità di una tempesta. Vanda è a Fuerteventura per una breve vacanza. Vuole lasciarsi alle spalle i malesseri arrivati con i suoi quarantacinque anni e, almeno per qualche giorno, il suo lavoro da impiegata. Ben frequenta l’isola fin da quando era bambino, fa il massaggiatore e di anni ne ha ventitré. Non è soltanto la sua bellezza luminosa a colpire Vanda, ma anche il modo in cui si prende cura di lei, la fermezza e la delicatezza che mette in ogni gesto. L’attrazione si trasforma subito in un’ossessione erotica. Così, mentre il paesaggio è stravolto da una tempesta di sabbia, la donna e il ragazzo intrecciano una relazione. Poi, d’un tratto, un senso di minaccia cala su di loro, l’ombra di un passato sepolto, pericoloso, che li riguarda entrambi. E che poco per volta comincia a ricomporsi. Con la sua scrittura limpida e sfrontata, Letizia Pezzali dà vita a una protagonista dalla voce inquieta, ironica, perturbante. Una voce che gioca con il lettore: da un lato pare mormorargli all’orecchio, dall’altro lo destabilizza, trascinandolo dentro una storia dal fascino ambiguo, fatta di omissioni e improvvisi svelamenti, in cui si nasconde il mistero di verità indicibili.

Dimmi che sei stata felice
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Materiale linguistico moderno

Calandrone, Maria Grazia

Dimmi che sei stata felice / Maria Grazia Calandrone

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Aurora porta addosso le gioie e i tormenti di tutte le donne della sua famiglia, come una mappa silenziosa incisa sulla pelle. Finché, a quasi cinquant’anni, lungo il mare di Nuova Ostia incontra Viola: un varco di luce nella corazza che da sempre la tiene a distanza dal mondo. Se per Viola l’amore è una promessa di futuro, per Aurora invece è il disperato tentativo di riparare il passato. Maria Grazia Calandrone si rivolge a chi legge questo romanzo fin dal titolo: «dimmi che sei stata felice» è un’invocazione, una speranza. Una storia in cui la passione va di pari passo con il destino. Così come accade a chi, almeno una volta nella vita, ha amato per sempre. Aurora nasce in un appartamento popolare a Roma Sud, mentre il Paese si prepara ad attraversare gli anni Settanta e il loro spegnersi nella strategia della tensione. Fin da ragazza accoglie il destino di una madre segnata dall’abbandono e il vuoto di un padre mai conosciuto. Del resto il passato sembra aver lavorato per lei da prima che nascesse: la nonna, con la quale Aurora ha un rapporto d’amore profondo e privilegiato, era scampata per miracolo al bombardamento di San Lorenzo. E anche Aurora crede di essere viva grazie alla forza della propria madre. Tutt’intorno, nel frattempo, la città respira come un organismo: abbraccia, tradisce, intreccia destini senza mostrarli. Tanto che, per una di quelle casualità che la vita a volte ci riserva, un giorno Aurora ritrova fugacemente il padre e, poco dopo, s’innamora di un giovane poeta venuto da lontano. In cerca di pace, Aurora si trasferisce a Nuova Ostia, un luogo che sa essere anche feroce. Eppure è proprio lì che incontra la magnificenza del mare e Viola. Le due donne sono quasi coetanee, e una naturalezza istintiva le avvicina. La loro storia è totalizzante, ma dove Viola si abbandona, Aurora si ritrae. I sentimenti, però, sono una terra che si può abitare solo senza difese

Acqua sporca
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Materiale linguistico moderno

Uyangoda, Nadeesha

Acqua sporca / Nadeesha Uyangoda

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Intrecciando la storia tumultuosa dello Sri Lanka e lo sfondo della provincia italiana, le vite di quattro donne si inerpicano lungo sentieri lastricati di rancore, rabbia e amarezza, mentre tentano di andare avanti ritornando indietro, a casa. Dopo trent’anni trascorsi in Italia, Neela ha deciso di tornare in Sri Lanka. Come l’attrazione gravitazionale della Luna, questa scelta genera maree che si ritirano dalle coste della sua famiglia, scoprendo ansie radicate nelle menti e spiriti ancestrali imprigionati nei corpi. Sull’isola, sua sorella Himali cresce una figlia sul modello di un ideale politico, con un marito fantasma, ex militante comunista immigrato senza documenti in Europa. Pavitra, la sorella più piccola, alle spalle un matrimonio insapore, si aggira come uno spettro in un appartamento non suo, soffrendo la povertà che l’ha costretta a dare in pegno l’unica ricchezza che possedeva. Ayesha, la figlia di Neela, vive a Milano una vita sgretolata, precaria, senza mai riuscire a «trovare né la soddisfazione morale né la compensazione economica». Una storia famigliare ambientata tra il presente e il passato, tra due spazi geografici che sradicano e frammentano, tra un Paese in cui è difficile provare a realizzare i propri sogni e uno in cui la magia e il mito pervadono ancora ogni cosa.

L'ho uccisa perché l'amavo (falso!)
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Materiale linguistico moderno

Lipperini, Loredana - Murgia, Michela

L'ho uccisa perché l'amavo (falso!) / Loredana Lipperini, Michela Murgia

Roma ; Bari : GLF Laterza, 2025

  • Non prenotabile
  • Copie totali: 1
  • In prestito: 0
  • Prenotazioni: 0

Abstract: Anni di storie, veicolate da libri, film o melodrammi, ci hanno abituato a pensare che uccidere una donna che fugge, che si nega, è qualcosa che può essere tollerato. È chi uccide che va compreso, perché in preda a un raptus o troppo innamorato. Ma chiamare “gelosia” l’ansia del controllo perso e “amore” il rifiuto di accettare la libertà dell’altra persona è un’insopportabile manipolazione del significato delle parole. Un invito potente a riconsiderare il linguaggio con cui parliamo di femminicidio, e a non cedere alle narrazioni che tendono a giustificare o minimizzare la violenza di genere. Lo schema è sempre lo stesso: lei gli dice che vuole lasciarlo, o lo ha appena lasciato, ma accetta volentieri di rivederlo. E lui, quel lui che verrà descritto così mite e disperato, arriva all’appuntamento con un coltello o una pistola o una tanica di benzina, oppure con le mani sole. Nella testa un pensiero fisso: o mia o di nessun altro. Secondo l’Istat, in Italia più di cento donne vengono uccise ogni anno da uomini che spesso, come recita il titolo di questo saggio, dichiarano di amarle. Tutti episodi di violenza che nella maggior parte dei casi vengono poi commentati sui giornali, sui social, in tv. Solo che quando leggiamo la notizia di un femminicidio, ancora troppo spesso leggiamo la storia e la prospettiva di chi quel gesto l’ha compiuto, e quasi mai di chi l’ha subito. Di volta in volta si partecipa, con le parole che la raccontano, alla violenza contro le donne, parlando di delitto passionale, di gelosia, di raptus, oppure di depressione, e la vittima viene cancellata, come se non fosse al centro della vicenda e non avesse diritto – neppure da morta – al proprio punto di vista. Dunque bisogna imparare a parlare di femminicidio. Dobbiamo farlo tutti: perché siamo ormai, ognuno nel proprio ambito, comunicatori. Dobbiamo trovare le parole. Loredana Lipperini e Michela Murgia le hanno trovate e ce l’hanno donate con questo libro: sta a noi raccogliere il testimone.

Mai fidarsi delle donne insonni
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Materiale linguistico moderno

Abbs, Annabel

Mai fidarsi delle donne insonni / Annabel Abbs ; traduzione di Federica Aceto

Milano : Einaudi, 2025

Abstract: Sono anni che Annabel Abbs soffre d’insonnia: per lei però l’invincibile veglia è il punto di partenza di un viaggio straordinario. Dal Sussex al Polo Nord, dalla Manica a Singapore, Abbs lascia il suo letto per girare il mondo in compagnia delle parole e delle opere di artiste, scrittrici, filosofe e attiviste che nelle tenebre hanno trovato coraggio, ispirazione e indipendenza. “Mai fidarsi delle donne insonni” è un’irresistibile passeggiata al chiaro di luna che ci fa riscoprire la notte come momento di riflessione e libertà: non preparazione al giorno ma tempo dalle infinite possibilità. Di notte siamo persone diverse. Il battito cardiaco diminuisce, il metabolismo rallenta, i muscoli si rilassano, la temperatura corporea scende, produciamo ormoni specifici. E, di solito, dormiamo. A meno che non soffriamo d’insonnia, come Annabel Abbs, che sin da piccola è abituata a passare le notti in bianco. E che perciò quando nell’inverno del 2020 viene travolta da una serie di lutti improvvisi sa che l’insonnia a cui era abituata si aggraverà. È preparata a girarsi e rigirarsi nel letto. Spera solo che i farmaci l’aiutino a conquistare almeno qualche ora di sonno discontinuo. Invece tutto cambia, e Abbs si trova catapultata in un viaggio inatteso, che un tempo l’avrebbe terrorizzata: «un viaggio che non ho scelto: mi è capitato». All’improvviso, Abbs comincia ad aspettare con trepidazione la solitudine e il silenzio notturni che le consentono di stare sola con i propri pensieri, elaborare il lutto senza dissimulare il dolore. Dapprima prende in esame le teorie di neurologi, scienziati, progettisti illuminotecnici, ma presto capisce che non le basta. Così decide di alzarsi dal letto, uscire di casa, e incontrare di persona le creature delle tenebre: falene, pipistrelli, lucciole, pesci fluorescenti. Ma soprattutto artiste, scrittrici, attiviste; da Virginia Woolf a Georgia O’Keeffe, da Jean Rhys a Louise Bourgeois, e poi Mary Webb, Laura Cereta, Lee Krasner. «Tessitrici notturne», che nella notte hanno vissuto, creato, sperimentato. È l’inizio di un’avventurosa esplorazione in cui Abbs assapora l’eterna oscurità del Polo Nord, s’immerge nelle acque gelide del Canale della Manica, dorme all’addiaccio nelle foreste, osserva l’aurora boreale dal ponte di una nave, percorre in lungo e in largo i litorali del Sussex con un unico, fedele compagno: il Sé Notturno. Una controfigura chimicamente alterata, emotivamente potenziata, tutt’uno col proprio corpo e la propria mente. Un alter ego più fantasioso, più disobbediente, più rabbioso, più irrequieto. È proprio questo che Abbs consegna alle donne: un invito a indagare la faccia nascosta della luna, del buio, del sé. E agli uomini, un consiglio: «mai fidarsi delle donne insonni».

Clementina
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Materiale linguistico moderno

Salvi, Giuliana

Clementina / Giuliana Salvi

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Mentre la Storia impazza fuori dalla finestra, Clementina, giovane vedova con tre figli, deve reinventarsi il mondo. Sedere alla scrivania che è stata di suo padre e far quadrare i conti, per non deludere né i vivi né i morti. E così, utopista e femminista per istinto, Clementina mette su, tra le mura di casa sua, una scuola improvvisata e diversa da tutte le altre, cambiando il destino di decine di ragazzini e ragazzine in una Lecce che, nella prima metà del Novecento, sembra alla periferia di tutto. Ispirato alla storia vera della bisnonna dell’autrice, “Clementina” è un romanzo che non si dimentica, grazie alla forza di un personaggio estremamente contemporaneo: una donna «tutta gesti», viva, carismatica, inquieta, sempre in cerca di qualcosa, pronta a superare i confini della memoria famigliare e ad abitare la nostra. È il 1916, la Grande Guerra infuria e Clementina ha una sua personale battaglia da combattere. Suo marito Cesare, prima di morire, le ha fatto promettere che dovrà garantire ai loro figli la possibilità di realizzarsi, come avrebbe fatto lui. Così Clementina lascia Roma con Filippo, Emira e Francesco, e torna a vivere a Lecce nella casa di famiglia insieme alle due sorelle, Maria e Anna, cucite strette l’una all’altra da una complicità assoluta. È Germain, professore francese pacato e visionario, a suggerirle la strada per mantenere la sua promessa: se è stata lei a curare l’istruzione di Filippo, perché non aiutare nello studio anche altri ragazzini? E non come atto di carità, ma per lavoro? Quando, vincendo le proprie resistenze e quelle del suo tempo, Clementina decide di accettare i primi allievi, non immagina che insegnerà per più di vent’anni e fonderà nella sua casa una vera e propria scuola. Soprattutto non immagina che nel tentativo di aiutare i propri figli a realizzarsi, finirà per realizzare sé stessa. Molto tempo prima, Clementina era una ragazza che scriveva racconti, un’adolescente che voleva leggere e studiare e che secondo il padre «sarebbe stata un maschio perfetto», e poi una giovane moglie di poche parole e molti pensieri, capace di conquistarsi nella casa matrimoniale una stanza tutta per sé. Ma gli anni di Roma sono stati anche gli anni del grande dolore. Solo mettendo a punto il suo metodo d’insegnamento, empirico e tutt’altro che convenzionale, Clementina ritroverà quella parte di sé che aveva perso. Intanto la Storia del primo Novecento – il fascismo, la guerra – le arriva addosso, a volte con violenza, più spesso come un rumore di fondo. Mentre lei continua a fare la sua piccola, domesticissima, rivoluzione.

Raccontami tutto
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Materiale linguistico moderno

Strout, Elizabeth

Raccontami tutto / Elizabeth Strout ; traduzione di Susanna Basso

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: A Crosby è tempo di tornare a incontrarsi e a raccontarsi storie, storie dal passato, storie in filigrana, storie mai rivelate, storie buffe e struggenti, storie dell’amore che avrebbe potuto essere e non è stato, perfino inquietanti storie gialle. A raccontarle, finalmente unite sullo stesso palcoscenico, le due inimitabili capostipiti dell’universo narrativo di Elizabeth Strout, Lucy Barton e Olive Kitteridge. La rispettiva iniziale diffidenza delle due donne tanto diverse è superata in nome della loro comune passione: quella per l’inesauribile mistero di tutte le «vite ignorate», che solo in apparenza passano su questo pianeta senza lasciare traccia. A New York Lucy Barton non ha più fatto ritorno. La casetta sul mare che il suo ex marito William aveva affittato per loro durante la pandemia di Covid-19 è diventata la loro dimora permanente. Antichi affetti e nuove frequentazioni hanno permesso a Lucy Barton di non impazzire. Quella col vecchio amico di famiglia Bob Burgess, prima di tutto. Le loro passeggiate quotidiane, confidandosi piccoli segreti e affidandosi innocue debolezze, sono diventate un appuntamento corroborante e irrinunciabile. È stato Bob a parlarle della vecchia signora che vive nella residenza per anziani del paese. Ha più di novant’anni, è un po’ scorbutica e si chiama Olive Kitteridge. Lucy la va a trovare e, nonostante la diffidenza iniziale, Olive le racconta la storia di sua madre. Quel racconto ne chiama altri, di Olive a Lucy, di Lucy a Olive, dando il via a una consuetudine del narrare che si rinnova a ogni incontro, come in una versione moderna e deliziosamente spigolosa delle “Mille e una notte”. Frattanto Bob viene richiamato al suo antico mestiere di avvocato da un caso di cronaca avvenuto in città: il ritrovamento del corpo di una signora anziana scomparsa mesi prima. Il principale indiziato è un uomo del posto, Matthew Beach, suo figlio, e, su richiesta della sorella di Matt, Diana, Bob accetta di prenderne le difese. Mentre le indagini procedono, è a Lucy che Bob affida il suo dolore quando viene a sapere della tragedia che ha colpito l’amato fratello Jim, è a Bob che Lucy affida il proprio quando le figlie Chrissy e Becka per la prima volta non la invitano per Natale. Tornando indietro con la memoria, il lettore avveduto scopre strada facendo che, anche in questo caso, c’era una storia dentro la storia. E poi c’è lo sconosciuto brevemente amato in treno; c’è il professor Muddy e il suo lutto inconsolabile; c’è la prima moglie di Bob, Pam, con la sua dipendenza; c’è la gioventù sfiorita di Addie Beal e quella mai sopita della vecchia zia Pauline. Un carosello di storie che, pagina dopo pagina, si affastellano una sull’altra, alimentate dal desiderio di dar conto delle tante «vite ignorate» che scorrono apparentemente senza lasciare traccia, e di sondare così il mistero che tutti quanti siamo.

La donna è mobile
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Materiale linguistico moderno

Origgi, Gloria

La donna è mobile : filosofia della menopausa / Gloria Origgi

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Nel mezzo del cammino della vita di una donna esiste un periodo più o meno lungo, a volte silente, delicato, sconvolgente: il climaterio, ossia la fase che le donne attraversano circa dai 45 ai 55 anni. Si tratta di una lunga trasformazione della vita ormonale che si conclude con la menopausa, ossia con l’arresto del ciclo mestruale e la fine della fertilità. È un viaggio oscuro e misterioso che attraversano tutte le donne: con figli o senza, eterosessuali o omosessuali, ricche o povere, occidentali o non occidentali. Questo libro affronta almeno due questioni. La prima: l’ignoranza di molti su che cosa sia questa trasformazione. La seconda: il carattere lento, progressivo, biologico, psicologico e sociale di questo cambiamento. È un percorso importante, durante il quale il rapporto con il mondo e con noi stesse si modifica, le aspirazioni e i desideri vengono stravolti. Eppure, di tutto ciò si parla pochissimo. Ma il climaterio è a tutti gli effetti un’esperienza trasformativa in senso filosofico, ossia un’esperienza che cambia radicalmente il nostro modo di essere nel mondo. Abbiamo dunque bisogno di una nuova filosofia, di una nuova epistemologia e di una nuova visione dell’essere donna.

La gioia di ieri
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Materiale linguistico moderno

Stancanelli, Elena

La gioia di ieri / Elena Stancanelli

Milano : Einaudi, 2025

Abstract: Siamo davvero sicuri che la gioia di ieri sia l’unica possibile? Dopo la fine della storia con Davide, Anna vuole cambiare tutto. Odia le coppie, la monogamia, i tradimenti, la gelosia. Giura che non ci cascherà più. Ma non sa bene con cosa sostituire il modello sentimentale dentro il quale è cresciuta. L’amore potrebbe non riguardare due persone ma una piccola comunità, in cui si è liberi di entrare e uscire senza scacciare gli altri? E questo basterebbe a far sparire il dolore delle separazioni? Un raffinato romanzo in tre atti, sensuale e divertito, che racconta il cammino di una donna alla ricerca di una nuova felicità. La solitudine di Anna è una casa sempre aperta e piuttosto affollata. C’è la coinquilina Micol, vent’anni più giovane di lei, irresistibile, votata all’artificio, dotata di un’intelligenza da volpe e di una fiducia entusiasta nella monogamia. E poi gli amanti e le amanti, gli indispensabili amici, una specie di foresta che resiste a tutte le tempeste. Ma soprattutto i cani: la sua adorata Mina, sdegnosa e vibrante, sette cuccioli rosa, i cani incontrati per strada e nei parchi, e un certo Frodo, dallo sguardo troppo umano, che un giorno d’inverno si lancia da una terrazza. È un prodigio? Un messaggio? Forse è solo il modo in cui un tempo nuovo si manifesta. Un tempo sfocato nel quale regna l’irrazionale, e le regole del desiderio, che hanno sempre salvato Anna dalla tristezza, non valgono più. Proprio quando gli eventi del mondo impongono l’isolamento, a cinquant’anni Anna si trasforma. E si inoltra in questa sua nuova condizione, passeggiando con Mina nella città semideserta, schivando gli agguati della nostalgia, salutando chi ci lascia e aspettando chi torna sempre. Perché anche quando la vita sembra secca e immobile, è ancora possibile che qualcosa, qualcuno, accada. Con “La gioia di ieri”, Elena Stancanelli dà voce a una donna irriverente, autoironica, che si sforza di accogliere tutto quello che c’è. E racconta dell’età adulta una versione affettuosa e strampalata.

Mille donne prima di noi
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Materiale linguistico moderno

Thanki, Asha

Mille donne prima di noi / Asha Thanki ; traduzione di Federica Oddera

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: «Quando sono cresciuta abbastanza per domandarle se quelle storie erano doni o sciagure, ha scosso il capo. “Sono un retaggio”, mi ha risposto». Tra l’India del passato e la New York di oggi, le vicissitudini di tre donne legate dal sangue, dall’arte, dal dolore. E, soprattutto, da un arazzo ricamato capace di intervenire magicamente sul tempo e custodire la memoria per generazioni. Ayukta, una giovane artista che vive a Brooklyn, decide di rivelare alla moglie Nadya qualcosa che non ha mai confessato a nessuno. Da secoli le donne della sua famiglia ereditano un drappo che conferisce loro uno straordinario potere, quello di tramandare i ricordi e modellare il mondo in base ai propri desideri. Per le due inizia così un racconto fantastico che ripercorre interi decenni di amore, perdita, sofferenza e rinascita: dall’infanzia di Amla, la nonna di Ayukta, cresciuta felice a Karachi e poi emigrata in Gujarat durante la Spartizione, alle vicende di Arni, sua figlia, vissuta in un periodo di profonde disuguaglianze, distinzioni di classe e lotte studentesche. Ma ripercorrendo quella processione di antenate, reali o mitiche, l’arazzo, come tutti gli oggetti incantati, si rivela allo stesso tempo un dono meraviglioso e una maledizione straziante.

L'inventario dei sogni
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Materiale linguistico moderno

Adichie, Chimamanda Ngozi

L'inventario dei sogni / Chimamanda Ngozi Adichie ; traduzione di Giulia Boringhieri

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Chiamaka, una scrittrice di viaggio incrollabilmente romantica; Zikora, un’avvocata di successo amareggiata dagli inganni; Omelogor, un’esperta di finanza strattonata dalla propria coscienza; Kadiatou, un’immigrata piena di speranze infrante: quattro donne diverse ma tutte ugualmente in cerca – di giustizia, di riscatto, d’amore, delle infinite declinazioni del sogno. Attraverso le loro storie intrecciate, il nuovo attesissimo romanzo di Adichie ci conduce alle radici dell’amore, del potere, della felicità, e ci interroga sul prezzo che accettiamo di pagare per ottenerli. Nigeriana di nascita e americana di adozione, Chiamaka si porta appresso da sempre il nomignolo di Latteburro: è ricca, è bellissima, di mestiere viaggia comodamente da un posto all’altro scrivendo reportage leggeri sulla vita quotidiana nei luoghi del mondo. Ma che stia riferendo di un rave party a Budapest, delle rovine antiche e dei gabinetti moderni di Gede, o dei ristoranti rustici e un po’ razzisti di Skopje, l’obiettivo della sua ricerca rimane altrove: un essere umano che la conosca fino in fondo e per sempre. E allora il catalogo degli uomini della sua vita si va dilatando anno dopo anno: Darnell, Chuka, l’inglese, Luuk, Johan, uomini adoranti, uomini sprezzanti, un graal comunque irraggiungibile. Anche quando l’epidemia di Covid ferma i suoi spostamenti, ma non gli aneliti del suo cuore. Aneliti che la sua amata cugina Omelogor tratta con bonaria canzonatura. Maga della finanza nigeriana, capace di far lievitare fortune come di azzerarle, o ridistribuirle, Omelogor è volitiva, spigliata, caustica, critica del modello americano di esistenza e dell’approccio maschile alla sessualità, al quale dedica un blog ironico dal titolo “Per soli uomini”. Sembra del tutto padrona della sua vita, fino a quando non si trova a fare i conti con il lato oscuro di sé. Anche Zikora, la migliore amica di Chiamaka, sembrerebbe non aver bisogno di nulla. Organizzata, scostante, ambiziosa, affermata nel suo mestiere di avvocata, non è avvezza alla sconfitta in nessun campo. Senonché un imprevedibile abbandono rischia di annientare ogni sua certezza. La quarta donna della storia, Kadiatou, non ha nulla a che spartire con le altre tre: non è bella, non è ricca, non è colta; non può contare su una famiglia presente né sulla protezione della società. È un’immigrata francofona giunta negli Stati Uniti dalla nativa Guinea nel tentativo di offrire riscatto e futuro alla figlia Binta. Le sue speranze si infrangono in pochi minuti nella cieca violenza di un uomo potente e inattaccabile. Ma è proprio a lei e alle sue ali spezzate che Adichie regala il momento di più alto riscatto, in un abbraccio materno che supera gli umani fallimenti. Definito dal «Times» «un “Guerra e pace” femminista», questo nuovo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie è una riflessione acuta, poetica e militante sull’essenza dell’amore, il prezzo della fedeltà a se stesse, la forza del legame fra madre e figlia e l’effimero godimento della felicità. E conferma l’autrice come una delle voci più dinamiche ed emozionanti del panorama letterario mondiale.

Niente di serio, ma vediamo
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Materiale linguistico moderno

Valeriani, Claudia

Niente di serio, ma vediamo / Claudia Valeriani

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: «Così, gambe incrociate sul divano, telefonino tra le mani, a cinquant’anni inizio a credere di averne venti. Da compiere. Fino al punto da non capire più la differenza». Sara ha un divano comodo, molte confortevoli abitudini, due gemelli adolescenti e un matrimonio fallito alle spalle, quando da un giorno all’altro decide di mettersi in gioco. E per lei mettersi in gioco, all’inizio, significa proprio giocare: iscriversi a un’app di appuntamenti e scegliere, tra le varie opzioni del tipo di relazione, “Niente di serio, ma vediamo”. Però quello che scopre – e che ci racconta con la sua voce irresistibile, ironica e ferita – è un garbuglio tutto da districare. Dentro di lei e nel mondo. Il primo è Jacopo, ma poi vengono Rino, Vincenzo, Ricky, Federico, Sergio, David, a bucare la routine di Sara con i loro pregi, difetti, mani, occhi, e una sfilza di messaggini che la sorprendono o la irritano. Sara passa da un incontro all’altro raccontandoci tutto con verve e ironia. Fare sesso con un tipo molto tatuato diventa ad esempio un’esperienza di realtà aumentata, «visto che appena si sdraia su di me le pantere nere e i leoni a fauci spalancate tatuati sul petto iniziano a prendere vita davanti ai miei occhi, dilatandosi a dismisura man mano che si avvicinano e restringendosi fino a sembrare piccoli e mansueti quando si allontanano, e via così, avanti e indietro al ritmo sempre più incalzante delle sue flessioni, fino a crearmi un’illusione psichedelica che per fortuna mi fa distrarre con un’altra storia, fatta di giungle selvagge e teatri delle ombre, animali esotici, tigrotti della Malesia e perle di Labuan. E il tempo vola». Sara dunque gioca. Ma i giochi, si sa, sono tremendamente seri. E la giostra, che lei all’inizio immagina come una tranquilla ruota panoramica, si rivela una montagna russa da cui non riesce più a scendere. Il racconto degli appuntamenti diverte e spiazza sempre, grazie alla scrittura scoppiettante, vorticosa, eppure si percepisce in sottofondo una nota amara, il desiderio di colmare un vuoto indefinito. Tra le righe si snoda un’avventura sussurrata che è tutta interiore e che fa emergere una donna molto contemporanea, viva, piena di contraddizioni. La sua è una storia ancora da decifrare, fatta di desideri e mancanze. Perché in questo romanzo c’è molto, molto di più di quello che appare.

Vivere con gli uomini
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Materiale linguistico moderno

Garcia, Manon

Vivere con gli uomini : che cosa ci insegna il caso Pelicot / Manon Garcia ; traduzione di Luciana Cisbani

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: «Quando sono venuta a sapere dei crimini commessi su Gisèle Pelicot, mi sono resa conto che in quei fatti si condensavano tutte le questioni filosofiche che mi appartengono da sempre. In un primo momento, ero indecisa se andare in tribunale, poi mi sono arresa all’evidenza: come filosofa e come donna dovevo assolutamente scrivere di quel caso, del dibattimento, dell’esperienza vissuta lì. Ma anche tentare di rispondere a una domanda che mi ossessiona: è possibile vivere con gli uomini?» Per tre mesi Manon Garcia ha seguito le udienze del processo Pélicot. Cinquanta uomini sono stati accusati di avere ripetutamente violentato una donna con la complicità di suo marito. Le età, le storie, i profili così diversi degli imputati spalancano ancora una volta il tema della banalità del male. Assistendo all’inimmaginabile, la filosofa francese utilizza i fatti, le testimonianze e la copertura mediatica del caso per districare i nodi che ne emergono. Uno su tutti: stabilire se chiunque, avendone l’occasione, stuprerebbe una donna addormentata.

Gotico salentino
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Materiale linguistico moderno

Pierri, Marina

Gotico salentino / Marina Pierri

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Che fare quando si eredita una casa infestata? Filomena, una «medium di provincia» che evoca fantasmi a sua insaputa, è pronta a scoperchiare il passato per capire chi è davvero. A patto di non prendersi troppo sul serio. Marina Pierri tiene per mano Shirley Jackson, e con coraggio la conduce nei territori cari a Tim Burton: solo così l’eleganza raffinata del romanzo d’appendice può prendere le forme e il ritmo di una serie tv. Una storia capace di attraversare e rovesciare i generi, popolata da spettri e da esseri molto umani. «Non devo più avere timore di me stessa, né di questo luogo che sono io. È la mia famiglia ed è la mia storia. Ho letto abbastanza racconti del terrore per sapere come funziona». Filomena Quarta – ex giornalista quarantenne, da poco orfana di padre – si ritrova all’improvviso in bolletta e con un’ingombrante eredità: la Dimora Quarta, un’enorme casa che appartiene da generazioni alla sua famiglia. Così, si vede costretta a lasciare Milano e la sua vita di prima per raggiungere Palude del Salento. L’idea è quella di rendere la casa – «perfettamente ammodernata, dieci camere da letto, a pochi chilometri dal Mar Ionio» – un sontuoso Bed&Breakfast. Questo, se solo la dimora non fosse parte del problema: è, da sempre, infestata. Del resto Filomena, quando era bambina, proprio tra quelle mura ha visto un fantasma. La “malumbra”, lo spettro rabbioso di una monaca oscura, è il motivo per cui Filomena a sei anni venne soprannominata dagli abitanti di Palude “la stria ca ite li muerti”, la bambina che vede i morti. E mentre i coetanei la emarginavano e gli adulti avanzavano improbabili richieste (colloqui con mariti defunti, tentativi di contatto con la cognata trapassata che sicuramente sa dov’è il plico del catasto, e persino la pretesa di avere i numeri buoni del Totocalcio), la famiglia Quarta ne approfittava per nascondere più a fondo le sue colpe. Ma oggi Filomena non è più una bimba sperduta, e non è più sola. Con lei ci sono le “fantasime” che suo malgrado è riuscita a evocare: Mary Shelley e Shirley Jackson, le regine del terrore, che si riveleranno indomite e fidate consigliere. In bilico tra la tradizione letteraria ottocentesca e l’andamento scatenato delle serie tv, Marina Pierri racconta di femminismo, legami famigliari, psicoterapia e patriarcato, sempre con intelligente leggerezza. Perché a volte basta poco per riappropriarsi di una libertà, di tutte le libertà, partendo dalla memoria e facendone un atto collettivo. Del resto, «c’è una cosa sola che desiderano le Ombre: essere viste».

Il risveglio
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Materiale linguistico moderno

Chopin, Kate

Il risveglio : un'anima solitaria / Kate Chopin ; a cura di Anna Nadotti

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Edna Pontellier, moglie di un uomo d'affari di New Orleans e madre di due figli, si rende conto di quanto la sua vita sia schiava delle apparenze. Inizia così un cammino personale di risveglio fisico e spirituale, che la porterà a sfidare i ruoli imposti e a ricercare nel mondo quel profondo senso di libertà cui anela. Con uno scritto di Melania Mazzucco.

Donne che resistono
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Materiale linguistico moderno

Ponzani, Michela

Donne che resistono : le Fosse Ardeatine dal massacro alla memoria 1944-2025 / Michela Ponzani

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Nell’Ottantesimo della Liberazione, una vicenda inedita, ancora attuale, sul coraggio delle donne nella storia. Roma, 8 giugno 1944. Vera Simoni, figlia del generale Simone Simoni, massacrato nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, guida un corteo di donne decise a incontrare il tenente colonnello John Pollock, comandante per la pubblica sicurezza a Roma. Sono vedove, madri, sorelle, figlie delle vittime e chiedono che ai 335 ostaggi massacrati il 24 marzo 1944 sia data degna sepoltura. Non hanno tempo per piangere e vogliono che quel luogo di morte diventi un simbolo: un’area sacra di lutto per ricordare i ribelli chiamati a combattere per la libertà. Michela Ponzani ricostruisce la storia delle donne che trasformarono un massacro in un mausoleo, fino alla memoria dei loro nipoti e alle pietre d’inciampo: un monumento sepolcrale antigerarchico e antiretorico, edificato sul luogo della vendetta tedesca per celebrare i martiri dell’antifascismo. Michela Ponzani da anni raccoglie le memorie dell’Anfim, l’associazione nata per il diritto al riconoscimento di una degna sepoltura, pretesa dai famigliari delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, efferata strage nazifascista compiuta a Roma il 24 marzo 1944. Famigliari che nel massacro avevano perduto un corpo e un nome. L’autrice ha imparato a custodire le parole di molti dei figli e nipoti di caduti alle Ardeatine; e ha toccato con mano il dolore di quelle vedove, rinchiuse nel silenzio dei loro ricordi che la violenza nazista aveva ferito ma non piegato. Questo libro racconta le vite di donne che rimasero a vivere il lutto di un massacro trasformato in mausoleo, soffermandosi sull’uso pubblico di una strage divenuta monumento nazionale (il primo della storia repubblicana), simbolo dell’eredità sofferta dell’antifascismo, da sempre oggetto di una memoria divisa. Il «nuovo Altare della Patria», costruito per ricordare nei secoli la «guerra del nuovo Risorgimento italiano», divenne nel dopoguerra meta di pellegrinaggio per commemorare lo «sterminio di tutti gli italiani impegnati nella lotta di liberazione nazionale», in un’Italia fortemente accesa da una feroce polemica antipartigiana. Al centro della narrazione stanno, dunque, le memorie di donne che impararono a resistere, a seppellire i morti e a curare le ferite di figli orfani di padre, che pretesero verità e giustizia, testimoniando contro criminali di guerra portati a processo. Testimonianze sepolte da decenni, cariche di emozioni molteplici, fatte di tensioni ideali, di motivazioni e scelte che segnarono la storia di un luogo destinato a rimanere il cimitero di un lutto privato, capace di costringere a un interminabile rituale del dolore.

Storia di una brava ragazza
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Materiale linguistico moderno

Farinelli, Arianna <1975- >

Storia di una brava ragazza / Arianna Farinelli

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: Se nascere femmina può complicarti la vita, figuriamoci nascere femmina in una borgata romana alla fine degli anni Settanta. Crescere, scoprire l’altro sesso, le differenze di classe, e la vergogna. E andartene dall’altra parte del mondo, sposarti, fare figli, divorziare, costruire una carriera, con tutto lo sforzo che implica cambiare il proprio destino. Arianna Farinelli è una politologa: ha insegnato alla City University di New York, viene da un quartiere popolare. Negli anni del liceo si vergognava di abitare «allo sprofondo», ma grazie al lavoro da barista della madre ha fatto un dottorato negli Stati Uniti. Eccellere nello studio era un modo per essere vista al di là del suo corpo, che i maschi tentavano continuamente di predare, maldestri e ingordi come si è nell’adolescenza, soprattutto in un Paese sessista, in cui fino al 1996 lo stupro è stato reato contro la morale anziché contro la persona. Che cos’è un corpo femminile, che cos’è una donna? Farinelli si interroga e ci interroga, mettendo a nudo la sua storia personale e quella delle donne della sua vita: la nonna, la madre, le amiche di sempre. Facendo appello alle scrittrici che hanno segnato la sua strada, da Annie Ernaux a bell hooks, da Virginia Woolf a Susan Sontag, porta il loro sguardo fino alla periferia romana, per esplorarne le dinamiche primordiali e restituirle con irresistibile ironia. E ci racconta una tormentata emancipazione, senza negare le contraddizioni che toccano ciascuna di noi: l’aver introiettato, malgrado la fatica fatta per combatterlo, tutto il patriarcato possibile. «Puoi davvero scappare da un destino quando quel destino è scritto sul tuo corpo di donna?»

La vita intima
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Materiale linguistico moderno

Ammaniti, Niccolò

La vita intima / Niccolò Ammaniti

Torino : Einaudi, 2025

Abstract: «La paura finisce dove comincia la verità». Maria Cristina Palma ha una vita all'apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c'è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

Sulle donne
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Materiale linguistico moderno

Sontag, Susan

Sulle donne / Susan Sontag ; prefazione di Benedetta Tobagi ; a cura di David Rieff ; traduzione di Paolo Dilonardo

Torino : Einaudi, 2024

Abstract: Uguaglianza, bellezza, invecchiamento, sessualità, fascismo. Ancora attualissimi, i saggi sulle donne di una delle pensatrici più formidabili, originali e influenti del Novecento sono una chiave irrinunciabile per comprendere la modernità. «Le idee più interessanti sono le eresie», scriveva Sontag e i testi qui raccolti ne sono la dimostrazione. “Sulle donne” riunisce per la prima volta i pezzi più importanti sulla questione femminile pubblicati da Sontag tra il 1972 e il 1975. Pagine seminali con le quali Sontag, "come dice Benedetta Tobagi nella prefazione, «dimostra una capacità critica che combina le qualità di una mente affilata e l’attitudine caratteriale a essere sempre e comunque una “scrittrice antagonistica, una scrittrice polemica”».